Fantasy Island Recensione

Fantasy Island Recensione | Spesso, la vita di tutti i giorni, non ci riserva ciò che vogliamo veramente. Basandoci su convinzioni e speranze, crediamo che tutto andrà per il verso giusto, anche se per la maggior parte del tempo, gli imprevisti non tardano a mancare. E se è vero che per ottenere una determinata cosa bisogna lottare duramente, sogni o aspirazioni, riescono a mantenere accesa in noi la voglia di andare avanti, facendoci spingere oltre i nostri limiti. Il desiderio rende immortali. Ebbene tenetevi forte, perché non sapete a cosa state andando incontro. Una magica isola è pronta ad accogliervi, regalandovi un soggiorno senza precedenti. Ogni vostra richiesta sarà esaudita, perciò non risparmiatevi a chiedere una lussuosa dimora o uno yacht su cui festeggiare beatamente. Scrutate all’interno del vostro inconscio e placate ogni vostra voglia. Attenzione però: avrete una sola possibilità!

La tanto citata isola caraibica offre sin da subito uno spettacolo mozzafiato. Acque cristalline, che si scontrano su enormi scogliere, fanno da sfondo ad una delle avventure più insolite e bizzarre del cinema. Le immense spiagge bianche che circondano la foresta, ospiteranno cinque delle personalità più obsolete e non originali dell’intero arcipelago. Arrivati in volo, la prima a scendere dall’idrovolante sarà Melanie, la classica ragazza scontrosa che mette in costante dubbio tutto ciò che la circonda. Segue l’accoppiata tra Bradley e suo fratello Brax, dimostrando sin dal primo frame la loro capacità di mettere in imbarazzo lo spettatore, con battutine scontate ed una voracità caratteriale adolescenziale. Infine Elena e Randall. Lei moderata ed elegante, lui introverso e gentile. Il gruppo, basato su fondamenta superficiali e cliché ormai datati, si fa riconoscere senza troppa fatica come lo stereotipo esemplare da film horror. La tematica è dunque pressoché la stessa. Uno schieramento di ragazzi arriva in una posizione per uno scopo, ma ben presto si ritroverà faccia a faccia con le sue paure più infime.

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I cinque protagonisti non si distinguono di certo per la loro personalità, cadendo irrimediabilmente nel banale

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Venendo catapultato all’interno della storia, senza avere nemmeno il privilegio di un piccolo preambolo, lo spettatore si troverà sin da subito in una condizione di disagio. Disorientato da una misera spiegazione iniziale, il pubblico riesce ad uscire dall’ombra della casualità degli eventi, assistendo a scene più o meno discutibili, che regalano ai fortunati ospiti dell’isola tutto ciò che desiderano. C’è chi ha sete di divertimento e perdizione alla American Pie, o chi vuole tornare indietro cambiando il passato. E seppur ogni richiesta è lecita, è facile rimanere basiti difronte ad uno spettacolo che offre spietatamente un prodotto fan service, servendosi dei sogni dei protagonisti per costruire sgradevoli teatrini. E come la sceneggiatura ha scelto di espandersi attraverso citazioni a brand famosi, film e videogiochi, così la regia. Adattata in modo tale da accontentare una fetta ampissima di pubblico, ragazze in bikini, droga, alcol e ricchi arsenali di armi sono gli esempi più iconici che fanno tenere a mente questo film.

Il custode dell’isola è pronto ad accogliere ogni vostra richiesta.

Contemporaneamente a quello che potrebbe risultare come un teen movie, gli scrittori hanno cercato di coprire anche la cerchia del politicamente corretto, contrastando lo scenario tipico da liceali con temi forti come il bullismo o l’omosessualità. Senza riuscirci, la pellicola cade nuovamente nel banale. Gli scenari arricchiti da effetti speciali di scarsa qualità, non riescono a sorreggere i diversi buchi di trama e l’assenza di un comparto artistico che incide troppo sul risultato finale. Sebbene non riesca a mantenere un certo tenore, la produzione garantisce momenti esilaranti, ma non per merito di un copione spassoso e divertente. Al suo posto regna l’assurdità degli eventi, che continuamente viaggiano alla ricerca di un minimo di serietà, sfociando però in imbarazzanti siparietti. Ciò non assicura quella sensazione di pericolo che si premette dai primi minuti e ogni scontro con i nemici assomiglia più ad una battaglia simulata tra amici.

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Il senso del pericolo è praticamente assente, annullando così lo stato di tensione, anche nei momenti clou del film.

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Come già citato, l’assenza di momenti violenti è legata al rispetto del politicamente corretto. Infatti, si è scelto perfino di non mostrare il sangue, tranne in rarissime occasioni, rimanendo comunque sotto certi schemi di contenimento. Non ha aiutato di certo il cast sterile e privo di espressività, che si è dimostrato non propriamente all’altezza dell’opera, sfoggiando una recitazione che si mantiene tra quelle più comuni. A servire su un piatto d’argento le prevedibili avventure dei ragazzi americani, c’è un comparto musicale che tutto sommato si difende senza troppe pretese, assicurando colonne sonore giuste al momento giusto e tracce audio consone alla scena che si sta vivendo. I numerosi problemi quindi, non riescono a salvare il potenziale che il progetto poteva mostrare, cadendo in un concept che può solo strizzare l’occhio ai migliori film di mistero e fantascienza.

 

 

 

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