[GameRome 2019] Lullaby Provato, una storia horror in pixel art

Un po’ di tempo fa, Italia e Giappone avevano iniziato una collaborazione tra università con lo scopo di aiutare i giovani studenti a fare esperienza nel mondo videoludico. Nacque così “Project Infinito“, capitanato da un’esperto del settore ovvero Gōichi “SUDA51” Suda. Il maestro scelse due opere fra quelle proposte dai ragazzi, e Lullaby fu una delle fortunate. Oriente e Occidente hanno dunque unito le forze e lavorato insieme per creare un titolo tutto loro. Il risultato è stata una storia horror in pixel art con elementi di puzzle-game, che noi di VMAG siamo riusciti a testare grazie al GameRome che si è tenuto proprio in questi giorni a Roma. 

La storia di Lullaby inizia con la nostra protagonista Anne, una fanciulla in tenera età, che comincia a sentire delle voci nella sua testa. Per essere più precisi è solo una, ma non se ne conosce la provenienza ne tanto meno si presenta alla bambina. Si limita a guidarla nelle varie stanze dell’enorme casa nella quale la piccina abita, quasi divertendosi a spaventarla. Comunque sia, preso un poco di coraggio, inizia questa breve avventura dove le nostre armi saranno unicamente una piccola lanterna a olio e una flebile candela. Esse ci serviranno per difenderci dagli incubi che si manifesteranno a ogni nostro passo nell’oscurità.

 

SUDA51 Lullaby

Il sistema di gioco è abbastanza semplice e lineare per quanto abbiamo constatato. In una schermata a scorrimento laterale dovremmo aiutare la nostra piccola eroina a evitare ogni pericolo che ci si parrà davanti. Si parla di oggetti all’apparenza innocui, come libri, aspirapolveri e lampadari, che d’un tratto prendono vita assumendo aspetti non proprio rassicuranti. Come succede alla maggior parte delle persone nella vita reale che si trovano in un ambiente buio e silenzioso, la luce sarà la nostra miglior alleata. Essa difatti scaccerà ogni incubo che si rivelerà a noi, riportando la situazione ad un’apparente calma come se non fosse successo nulla.

Lullaby

Ovviamente le cose non sarebbero interessanti se non ci fosse un minimo di difficoltà. Gli oggetti che illumineranno il nostro percorso per l’appunto hanno una durata specifica, e una volta terminata la loro funzione allora saremo davvero in grossi guai. Fortunatamente dei simpatici chekpoint a forma di orsacchiotto ricaricheranno completamente i due utensili citati poc’anzi. Sono anche un ottimo punto di respawn dato che per morire ci basterà solo un colpo anche di striscio da parte dei mostri. Ciò ci permetterà di avanzare nella trama, e scoprire se effettivamente tutto quello che sta accadendo è solo dentro la testa dell’infante, oppure c’è un fondo di verità tinto di nero e di paura.

Le nostre considerazioni finali sono per lo più positive, anche se si vede in maniera abbastanza palese che Lullaby è un’opera amatoriale, con evidenti limiti ed incertezze. Abbiamo apprezzato lo sforzo che gli alunni di entrambe le facoltà hanno messo per realizzare questo titolo, e di certo hanno creato una base con un ottimo potenziale. Si sente la mancanza di quel tocco che solo l’esperienza può dare, ma c’è anche da precisare che quella che abbiamo provato noi era solo una demo. Niente vieta al videogame di potersi evolvere in futuro, e non possiamo fare a meno di complimentarci per il risultato raggiunto. Non reste che attenderne l’uscita sulle varie piattaforme.

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