Klaus Recensione | Manca ancora più di un mese alle tanto celebrate e attese feste natalizie, ma, come ogni anno, già da novembre inizia a scaldarsi l’atmosfera, le prime luci cominciano ad addobbare i negozi ed ovviamente, arrivano i primi prodotti in tema, che siano serie tv o film. Il mondo cinematografico ha già, da molti anni oramai, raccontato le storie più disparate con Babbo Natale protagonista o di sfondo passando tra commedie, drammi e anche alcune opere d’azione. Abbiamo decisamente tanta, ma tanta carne al fuoco e ciò è un bene, sopratutto se si è parte di un grande famiglia, che in occasione del 24 e del 25 dicembre si riunisce intorno al camino e, mentre è sdraiata sul divano, vede in sequenza i grandi classici che oramai da tradizione sono trasmessi nei giorni della celebrazione. Pensate però che si siano veramente esaurite tutte le idee in merito e che non si possa raccontare una storia mai sentita o vista? Beh per fortuna la risposta è no, è siamo qui per parlarvi di un delizioso lungometraggio animato originale Netflix natalizio, Klaus, che sarà disponibile dal 15 novembre sulla piattaforma e che abbiamo avuto modo di visionare in anteprima. Preparatevi una bella tazza di caffè, accomodatevi sulla vostra poltrona e siate pronti ad ascoltare una fiaba commuovente e appassionante, che difficilmente non riuscirà a coinvolgervi emotivamente.
Quali sono le origini del vecchio barbuto che porta i doni sulla sua slitta magica? Tutti, bene o male, conoscono la storia di San Nicola che piano piano, con il passare delle epoche, è diventato il conosciutissimo Babbo Natale. Ma se non fosse così e la genesi del personaggio è completamente diversa? La realizzazione parte proprio da questo presupposto, narrando una storia completamente inedita e originale. Lo sfaticato postino Jesper viene spedito in un paese sperduto nel circolo Polare Artico a lavorare in un ufficio postale e, dopo tanti giorni di difficoltà a causa della belligerante popolazione, fa la conoscenza di Klaus, un vecchio giocattolaio che gli cambia completamente la vita. Il legame tra i due diventerà ben presto il centro nevralgico dell’avventura e avrà un’evoluzione incredibile, portando a dei risvolti inaspettati e a delle sequenze molto poetiche e toccanti, che non sono così scontate in produzioni di questo tipo. La pellicola è infatti permeata da un mix davvero ben riuscito di ironia e malinconia che emerge contemporaneamente sia dalla sceneggiatura che dalla regia vera e propria: entrambi gli elementi tecnici sono perfettamente amalgati fra loro, complice anche il fatto che il regista, Sergio Pablos, ha curato anche il soggetto del film.
Le ambientazioni sono da pelle d’oca, in quanto giocano fortemente sui contrasti di luce e sui colori, offrendo agli spettatori dei veri e propri quadri naturalistici di estrema ricercatezza e bellezza.
Il filmaker non è nuovo del settore ed ha le spalle una importante carriera all’interno della Disney (ha lavorato ad Hercules, Il gobbo di Notre Dame, Il pianeta del tesoro e Tarzan), un aspetto che non è da sottovalutare e che è piuttosto evidente se si presta attenzione all’estetica: sia dal punto di vista artistico che quello strettamente legato alla direzione registica, siamo in presenza di un lavoro magistrale, una vera e propria goduria per gli occhi che lascia senza fiato. Se le animazioni dei vari personaggi e le figure stesse sono fluide, dettagliate ed espressive, le ambientazioni sono da pelle d’oca, in quanto giocano fortemente sui contrasti di luce e sui colori, offrendo agli spettatori dei veri e propri quadri naturalistici di estrema ricercatezza e bellezza. Lo script, invece, nonostante sia semplice e lineare, raggiunge dei picchi drammatici davvero notevoli e inaspettati, raccontando allo spettatore una meravigliosa storia d’amore, ma anche un bellissimo legame d’amicizia e la trasformazione di una comunità che riesce a cambiare solo grazie all’affetto e alla condivisione.
Tematiche e topoi usati fino allo sfinimento che grazie a Klaus riescono a brillare e a vivere di una nuova e splendida luce, perché parte di un background solido e verosimile, più vicino alla realtà di quanto non si possa all’apparenza pensare. Certo, tutto il contesto e i personaggi sono totalmente frutto dell’invenzione dell’autore, ma sono inseriti in un mondo simile al nostro che di fantastico ha davvero ben poco. Una vicinanza alla nostra quotidianità che però è permeata da una magia particolare ed evocativa, che solamente la potenza espressiva di un cartone animato può incarnare al meglio e che riesce a raggiungere tutti in maniera indistinta: sia adulti che bambini. In stile analogo alle opere della Pixar, questa pellicola ha una struttura particolare che consente la fruizione del prodotto sia ai più vecchi che ai più giovani, che ovviamente coglieranno differenti aspetti del film. I piccoli saranno subito catapultati in un immaginario colorato e vivace che si alterna con paesaggi più cupi e uggiosi; mentre gli altri noteranno molto di più il complesso, rimanendo stupefatti dall’incredibile cura e perizia tecnica, al tempo stesso affascinati da un racconto semplice, ma potente.
Klaus è una favola d’altri tempi che riesce a trascinare tutti, dai più piccoli ai più adulti, fino alle famiglie.
Ci sono inoltre altre due importanti componenti fondamentali che giocano un ruolo fondamentale all’interno dell’opera: stiamo parlando di tutto il reparto audio, composto dal doppiaggio e dalla colonna sonora. Il cast di voci italiane, composto principalmente da Francesco Pannofino (Klaus), Neri Marcorè (Mogens), Ambra Angiolini (Alva), Marco Mengoni (Jesper) e Carla Signoris (Mrs. Krum) è perfetto, e oltre a riuscire a valorizzare sia i momenti individuali che quelli corali, riesce nel difficile intento di far funzionare al meglio professionisti e non insieme. Degno di menzione è sicuramente il cantante Marco Mengoni, che dopo aver prestato la voce a Simba ne Il Re Leone (qui la nostra recensione), ha fatto un ulteriore passo avanti, portando su schermo un’interpretazione vocale di spessore, facendo davvero un ottimo lavoro. Parlando delle musiche vere e proprie, invece, abbiamo un’ottima varietà di pezzi sia strumentali che non, che riescono perfettamente ad esprimere quella magia così ben incarnata dal lungometraggio, caratterizzando perfettamente ogni scena.
Klaus è un’eccellenza Netflix assolutamente da non perdere: il cartone animato, anche se parte da un’ambientazione e da un contesto già ampiamente conosciuti dal pubblico, riesce a reinventare il genere, confezionando una storia non particolarmente originale, ma dal grande cuore e da un’anima impreziosita di sentimenti. A fare da contorno, un meraviglioso comparto artistico che valorizza ogni piccolo e insignificante elemento che appare su schermo e una regia da manuale, che ci regala delle inquadrature molto suggestive e particolari, spesso con la natura come unica protagonista assoluta. Emozioni vere e genuine, una sincera commozione che pervade anche i più duri di cuore: la realizzazione è una favola d’altri tempi che riesce trascinare tutti, dai più piccoli ai più adulti, fino alle famiglie, che troveranno nel film un modo notevole e malinconico per trascorrere la notte più magica dell’anno, quando un misterioso individuo si introduce nel camino e lascia dei doni ai bambini meritevoli.
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