Spesso, nel mondo cinematografico, per comprendere al meglio i film del presente bisogna obbligatoriamente guardare al passato, non solo perchรฉ ne รจ l’origine, ma anche perchรฉ cela delle fonti d’ispirazioni importanti, dei primi passi che con il passare degli anni hanno cambiato totalmente corso o hanno proseguito sulla stessa identica linea. Ci riferiamo in particolar modo a The Irishman di Martin Scorsese (qui trovate il teaser trailer), uno dei lungometraggi piรน attesi di quest’anno non tanto e non solo perchรฉ al timone del progetto vi รจ uno dei registi maggiormente apprezzati della storia della settima arte, ma anche perchรฉ rappresenta un ritorno diretto ad un genere amatissimo dall’autore. Per capire quindi l’ultima opera del filmaker americano, bisogna necessariamente fare un tuffo nel 1990, quando nelle sale usciva Quei bravi ragazzi (Goodfellas), gangster movie che trae ispirazione dal romanzo Il delitto paga bene di Nicholas Pileggi (che ha contribuito alla sceneggiatura insieme a Scorsese) e, secondo l’American Film Institute, una delle 100 pellicole migliori di tutti i tempi. Rendere giustizia ad un lungometraggio di questo tipo non รจ affatto scontato, considerando anche il fatto che continua ad essere di una modernitร disarmante proprio perchรฉ si configura come un’importante fonte d’ispirazione per i crime attuali. Dopo aver analizzato, qualche anno fa, Taxi Driver, ci addentriamo in una storia violenta e frenetica, uno spaccato delle violenti faide e efferatezze che compiva la Mafia nel periodo che intercorre tra il gli anni ’50 e gli ’80.
1955. Un giovane, Henry Hill (Ray Liotta), ottiene sempre di piรน il favore e la protezione del Clan Lucchese, comandato da Paul Cicero (Paul Sorvino), in cambio dei suoi servigi nei loro confronti. Nasce quindi una collaborazione che porta il ragazzo a conoscere due esponenti di spicco della “famiglia”: l’irascibile Tommy DeVito (Joe Pesci) e il giร affermato Jimmy Conway (Robert De Niro), spietato e calcolatore, e vanno a costruire insieme, nel corso degli anni, una potente amicizia che li lega, tra scorribande, furti e omicidi. L’intera storia la vedremo dal punto di vista di Hill (e salturiamente, da quello di sua moglie Karen) in una sequenza cronologica frenetica ed estremamente dinamica che mostra le sue vicende dagli inizi fino all’arresto finale, 25 anni dopo. L’unica sequenza totalmente staccata da quest’ordine รจ quella iniziale, momento di crisi per i tre personaggi principali, mentre da quel momento in poi torneremo indietro nel tempo, ripercorrendo dal principio tutti i fatti che hanno portato a quel tragico momento, che ha cambiato definitivamente le sorti del rapporto tra “i bravi ragazzi”. In questo, il lungometraggio si pone come una vera e propria antologia criminale, che espone i fatti con oggettivitร e umanitร , senza eroismi o celebrazioni.
Ciononostante, in tutta questa brutalitร , dei rapporti di sangue sbocciano, anche se sono sottili e fragili.
Il fatto in questione รจ davvero interessante da esaminare, visto che, come avevamo precedentemente accennato nel nostro articolo su Romanzo Criminale, attualmente si tende a fare il contrario, mitizzando i delinquenti e i loro legami di amicizia, cosa ovviamente voluta per diminuire l’empatia che separa lo spettatore da figure cosรฌ distanti e non con lo scopo di influenzare il giudizio degli spettatori, ci mancherebbe. Fatto sta che Goodfellas si pone in maniera completamente differente e senza troppo giri di parole fa capire direttamente al pubblico di cosa stiamo parlando: di una storia violenta che porta solo sangue, arresti e la perdita di tutto quello che hai, passando dal potere assoluto al nulla cosmico, dal comandare locali e sgherri a morire per un colpo andato a male o per degli acquisti sbagliati. La mafia รจ questo. Punto. Non esistono mezze misure. Ciononostante, in tutta questa brutalitร , dei rapporti di sangue sbocciano, anche se sono sottili e fragili: ecco il triangolo dei tre personaggi principali, quasi a rappresentare un briciolo di umanitร in una vasta e sconfortante bestialitร , un piccolo fiore in mezzo all’arido deserto, che alla fine del racconto, viene inesorabilmente portato via dalla tempesta del tempo e dall’istinto di sopravvivenza.
In qualsiasi legame d’amicizia che si rispetti, ogni componente ha un carattere differente proprio per cercare di completarsi con l’altro: se il nostro protagonista, Hill, รจ un po’ l’ago della bilancia ed รจ quello piรน equilibrato, i suoi due compari sono totalmente all’opposto l’uno dall’altro, come immagino avete giร intuito dalla mia breve descrizione iniziale. Conway, nonostante sia un gangster efferato, usa spesso l’ingegno per risolvere le situazioni. Ciรฒ non lo fa apparire come un santo, ma fa comprendere come l’uso della violenza da parte sua debba essere giustificata e ben contestualizzata. Tutto all’opposto DeVito, all’apparenza divertente e sagace, nasconde una brutalitร intrinseca che esplode ogni qual volta viene commesso un torto nei suoi confronti, anche se piccolo. I tre in qualche modo si spalleggiano a vicenda, essendo consapevoli dei propri limiti e dei difetti, una squadra ben oliata che agisce in virtรน del tornaconto personale e per guadagnare piรน soldi possibile senza mai fermarsi. Ray Liotta, Robert De Niro e Joe Pesci (vincitore dell’Oscar come Miglior Attore non protagonista per l’opera) riescono ad interpretare efficacemente dei personaggi spietati, con una propria filosofia di vita e con le fragilitร che li caratterizzano.
ย Il merito, oltre che ai brillanti artisti, va alla regia rapida ma al tempo stesso meditativa (quando deve esserlo) che valorizza i primi piani e, con un approccio quasi documentaristico, ci mostra realisticamente tutti gli usi e i costumi della Mafia.
In questo senso gli attori sopra menzionati riescono a dare una profonditร talmente tanto stupefacente che lo spettatore si sente coinvolto in prima persona negli eventi, dal punto di vista di Hill, partecipando attivamente alle varie e crudeli attivitร del Clan. Il merito, oltre che ai brillanti artisti, va alla regia rapida ma al tempo stesso meditativa (quando deve esserlo) che valorizza i primi piani e, con un approccio quasi documentaristico, ci mostra realisticamente tutti gli usi e i costumi della Mafia, soffermandosi anche su piccoli dettagli, per fare in modo di far vivere allo spettatore ogni piรน piccolo aspetto. Anche la musica gioca un ruolo importante all’interno del lungometraggio: alcuni dei momenti piรน iconici della pellicola sono accompagnati da canzoni rock del periodo, che danno una nota di colore alle sequenze, come lo strepitosa carrellata di omicidi effettuati in prima persona o commissionati da Conway, che ha in sottofondo Layla dei Derek and the Dominos (una versione al piano) o il momento del taglio della cocaina con Gimme Shelter dei Rolling Stones di accompagnamento (usata successivamente nella scena d’apertura di The Departed).
Quei bravi ragazzi รจ uno dei lungometraggi piรน famosi di Martin Scorsese e tra i racconti di Mafia maggiormente brutali e violenti del grande schermo. ร tutto senza filtri o finzione: un racconto nudo e crudo della delinquenza visto dal punto di vista di un giovane ragazzo che cresce nell’ambiente criminale e arriva ai livelli piรน alti, conoscendo nel percorso due compagni d’armi, per poi cadere rovinosamente (insieme a loro) dal piedistallo. Un’offerta piena di promesse e di soldi, la trasformazione di un uomo qualunque in una persona rispettata e implacabile, tutto allettante e seducente, ma che finisce, prima o poi, con l’arresto o nella fossa. Un film serrato che ci rivela la realtร criminale cosรฌ com’รจ, senza vincitori nรฉ vinti, ma con solo valanghe di morti e anni infiniti in prigione. La redenzione รจ possibile, questo senza dubbio, ma al costo di sopravvivere costantemente nell’ansia e nella paura di essere fatti fuori. In qualunque modo finisca, quindi, l’esperienza criminale lascia un segno indelebile nel vissuto di una persona che non potrร mai scrollarsi di dosso e che, come un marchio, rimarrร sempre impresso nella mente e nel fisico.
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