Dragon Quest XI S: Echi di un’era perduta – Edizione definitiva Recensione | Sapevate che l’undicesimo capitolo della pluripremiata saga di Square Enix fu il primo, vero titolo annunciato per Nintendo Switch? Il suo arrivo sull’allora conosciuta NX venne svelato durante una conferenza della compagnia, pochissime settimane dopo il reveal del progetto che diventerà poi Switch da parte di Satoru Iwata. Ciononostante, Dragon Quest XI S è stato pubblicato questo 27 settembre 2019, più di tre anni dopo il rilascio della console. Nintendo, peraltro, ha sempre pubblicizzato al massimo questo gioco, soprattutto nei mesi precedenti al lancio. Citiamo ovviamente la presenza di Eleven, l’Eroe del titolo in Super Smash Bros. Ultimate come secondo personaggio DLC, la distribuzione di un’edizione limitata dell’ibrida e del suo dock, o anche le continue apparizioni di Dragon Quest XI S in tutti (non scherziamo, TUTTI) i Nintendo Direct del 2019. Insomma, la casa di Kyoto crede davvero tanto in questa opera che, non c’è bisogno di nasconderlo, in Giappone vende quasi più del pane. Dopo tantissima attesa, e altrettanta anticipazione, l’ultima avventura fantasy dello storico team nipponico è finalmente giunta.
La storia di Dragon Quest XI S è semplice e facile da capire, ma mai banale o scontata. Il protagonista, che per comodità e omaggio a Super Smash Bros. chiameremo “Eroe”, ma si rivela ben presto essere il Lucente, ovvero l’incarnazione di colui che molto tempo addietro sconfisse il Signore delle Tenebre. Dopo una lunga serie di eventi che porterà l’eroe principale dall’essere un vero e proprio messia, a un fuggitivo, scopriremo che il destino del nostro personaggio è inevitabilmente già segnato. La trama procede in questo modo, raccontando man mano piccole situazioni sempre diverse tra di loro e mai ripetitive. La narrazione è scorrevole, magistrale, esemplare al punto tale che anche un capitolo di The Legend of Zelda potrebbe prendere spunto da essa per le sue future iterazioni. Con tutta probabilità, peraltro, quella di Echi di un’era perduta potrebbe essere ispirata alla storia dell’iconico Ocarina of Time, con risultato un maggiore apprezzamento del racconto (per forza, direi). Le figure presenti sono sempre riconoscibili, divertenti, a volte simboliche e stereotipate. Questo, però, vale anche per i nemici e per gli NPC, a loro volta sempre pronti a fare qualche battuta o con qualche simpatica animazione. Tuttavia, attenzione: Dragon Quest XI S non è un gioco per bambini, anzi, in alcune occasioni il livello di difficoltà si è mostrato molto superiore alle nostre aspettative, ma di questo parleremo più avanti.
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Dragon Quest XI S è il miglior porting mai realizzato su Nintendo Switch.
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Come sicuramente saprete, l’opera di Square Enix è stata rilasciata già da più di un anno su PlayStation 4, quando la critica si pronunciò verso quello che si rivelò essere un capolavoro. Tuttavia, la compagnia è riuscita riadattare questo titolo sulla console ibrida della Grande N nel modo migliore possibile, al punto da rappresentare, a nostro avviso, il miglior porting mai realizzato su Nintendo Switch. Nell’edizione definitiva di Dragon Quest XI S troviamo così miglioramenti come la possibilità di visualizzare membri della squadra nell’overworld, saltare le scene che abbiamo già visualizzato, una campana che permette di evocare il cavallo in qualsiasi momento, comandi rapidi per i menu, una modalità che velocizza i combattimenti e che permette di muovere liberamente il personaggio e la telecamera, costumi, opzioni per i matrimoni, più mostri cavalcabili, maggiore interazione con il team e tanto, moltissimo altro. La quantità di novità è così spropositata che elencarle tutte sarebbe a dir poco impossibile. Ci sono, tuttavia, introduzioni importantissime che non possiamo non citare in giudizio.
La prima di queste è la modalità 2D che, udite, udite, permette di giocare Dragon Quest XI S nella sua interezza completamente in 2 dimensioni, proprio come i primissimi titoli della saga per NES. Vedere come il regno di Erdrea viene visualizzato in pixel art, come i personaggi si muovono su di esso e come, oltretutto, il gameplay subisce variazioni in modo da rendere la 2D Mode un’opera a parte, ci ha fatto gioire non poco. Anche il sistema di combattimento è estrapolato direttamente da quello del primo capitolo del franchise, mostrando così dei nemici statici e mostrati come se la telecamera fosse in prima persona. Addirittura l’interfaccia di gioco cambia di conseguenza, e il risultato è un’esperienza unica, inedita, spettacolare e immancabile per gli amanti degli RPG più classici. Peccato che per accedere a questa funzionalità dovremo necessariamente creare un secondo salvataggio che, se non siamo attenti, potrebbe sovrascrivere quello attuale e costringerci a ricominciare dall’inizio di un filone narrativo specifico. Certo, non perderemo tutti i progressi, ma potremmo esser costretti a riiniziare da un punto lontano da quello in cui ci troviamo, se non siamo accorti. Ulteriore importante citazione va fatta alla modalità foto, che permette di far mettere in posa i membri della squadra e di scattare screenshot mozzafiato in qualunque momento del gameplay, tranne che durante i combattimenti, si intende. Inoltre, c’è stata una grande rivisitazione del sistema di forgia delle armi dato che Erik stesso, verso le fasi iniziali dell’avventura, ci donerà un dispositivo che ci permette di costruire armi e armature in qualsiasi momento, la cui efficacia dipende da quanto avremo successo in un simpatico minigioco.
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Dragon Quest XI S su Nintendo Switch mostra ancora qualche lieve incertezza visiva.
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Peccato, però, che il gioco non si sia riuscito a ottenere un risultato migliore per quanto riguarda il comparto grafico, che su Nintendo Switch mostra ancora qualche lieve incertezza visiva ma che, ci teniamo a specificare, non mina assolutamente la godibilità delle terre di Erdrea. Inoltre, i suoni in portatile con la console sono stranamente diversi da quelli in modalità TV, come se si attivasse un equalizzatore che aumenti le alte frequenze. Difficile stabilire la motivazione dietro questo: che sia un semplice errore, dato che sembrano quasi suoni mono, o un modo per rendere i dialoghi più udibili anche quando giochiamo in viaggio. Ancora una volta, è importante specificare che quella che stiamo sottolineando si tratta di una piccolezza, che neanche notiamo dopo lunghe fasi di gameplay. Tuttavia, vi ricordiamo che, se volete provarlo con mano, potete scaricare la longevissima demo dal Nintendo eShop, che vi permetterà di giocare le prime 10 ore della storia.
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