The Legend of Zelda: A Link to the Past, la più grande avventura del SNES

Alcuni mesi fa vi abbiamo parlato della nascita ed evoluzione di The Legend of Zelda, una delle serie di videogiochi più longeve e amate di sempre. Dopo avervi parlato di F-Zero, oggi vogliamo analizzare più nello specifico The Legend of Zelda: A Link to the Past, il terzo capitolo della saga, uscito nel 1991 sul Super Nintendo Entertainment System. Questo titolo, che ha introdotto per la prima volta svariati elementi ricorrenti del franchise, è indubbiamente una delle migliori opere per la seconda console sviluppata dalla casa di Kyoto, e da molti è persino ritenuto uno dei migliori giochi di tutti i tempi. Scopriamo insieme a cosa è dovuta la fama di A Link to the Past, e l’importanza che ha avuto per la serie.

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The Legend of Zelda: A Link to the Past

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Dopo la parentesi platform di Zelda II, Miyamoto decise di tornare al gameplay che contraddistinse il primo capitolo della serie. La scelta fu senz’altro saggia: nonostante all’epoca The Adventure of Link fu molto apprezzato, in quel titolo si era andato a perdere un po’ il senso di libertà nell’esplorazione del predecessore. Per questo la visuale in The Legend of Zelda: A Link to the Past tornò ad essere dall’alto, e in generale si può dire che quest’opera è la perfetta evoluzione del primo gioco della serie. Nonostante in realtà l’ordine degli oggetti da raccogliere per avanzare nella storia sia abbastanza rigido, la possibilità di vagare liberamente nel regno di Hyrule, pieno di pericoli, segreti e tesori, fece innamorare milioni di giocatori. A differenza dell’ambientazione di molti altri titoli dell’epoca, che spesso fungevano solo da sfondo per il gameplay, Il mondo di A Link to the Past è sorprendentemente vivo e reattivo: praticamente ognuno degli elementi che compongono la mappa di gioco, come ciuffi d’erba, rocce o cartelli con le indicazioni, è interagibile e può essere sfruttato dal protagonista a proprio vantaggio. Persino gli alberi, che spesso nei videogiochi fungevano semplicemente per delimitare l’area navigabile, hanno un loro utilizzo: scontrandocisi ad alta velocità si può far cadere dai loro rami frutta, rupie, fate o se si è sfortunati anche alveari pieni di api arrabbiate.

L’avventura di The Legend of Zelda: A Link to the Past inizia durante una notte buia e tempestosa, quando la principessa Zelda contatta telepaticamente un giovane Link, pregandolo di andare in suo soccorso. Ignorando gli avvertimenti dello zio, ci dovremo intrufolare nel castello attraverso un passaggio segreto (che mette subito in chiaro l’importanza di guardarsi bene attorno ed esplorare con cura), per salvare la ragazza dalle grinfie del mago oscuro Agahnim, che ha fatto il lavaggio del cervello alle guardie del regno. Una volta portata al sicuro Zelda, il nostro compito sarà quello di recuperare tre medaglioni per dimostrare il nostro valore e ottenere l’accesso alla leggendaria Spada Suprema, che proprio in questo capitolo fa la sua prima apparizione, l’unica arma in grado di ferire il malvagio stregone. Successivamente Agahnim riuscirà a rapire di nuovo la principessa, e usare il suo potere per aprire un varco per il Dark World, il luogo dove è imprigionato il temibile Ganon. A Link to the Past è il primo capitolo della serie in cui è presente una dicotomia tra due mondi paralleli tra cui è possibile viaggiare: grazie ad uno specchio magico possiamo tornare in qualsiasi momento dal mondo oscuro a quello della luce, ma per fare il contrario dovremo trovare dei portali nascosti in giro per il reame. Alcuni puzzle e segreti del gioco sono basati proprio sul fatto che alcune aree del Light World sono accessibili unicamente usando lo specchio nella zona corrispettiva del Dark World. 

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La suddivisione delle stesse stanze in più piani dava un maggior senso di tridimensionalità, rendendo il Level Design dell’opera notevolmente più profondo e interessante di quello dei predecessori

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Le novità introdotte a livello di gameplay da A Link to the Past sono molte, prime fra tutte le possibilità di muoversi in diagonale e quella di eseguire un attacco caricato che colpisce a 360° intorno al personaggio, che insieme rendono il combat system molto più dinamico ed immediato. Nonostante la grafica di gioco sia bidimensionale, la suddivisione delle stesse stanze dei vari dungeon in più piani (con quelli superiori che talvolta andavano a coprire parzialmente quelli inferiore) dava un maggior senso di tridimensionalità, rendendo il Level Design dell’opera notevolmente più profondo e interessante di quello dei predecessori. Inoltre, il titolo introduce molti nuovi strumenti, tra cui il rampino, che permette di attraversare i fossi e stordire alcuni nemici, e il bastone di Somaria che, un po’ in stile Solomon’s Key, permette di creare un blocco che Link può spingere o lanciare, sia per proteggersi dai nemici che per tenere premuti pulsanti a pressione. Ogni dungeon presenta sfide uniche, spesso basate su un determinato strumento che troveremo al loro interno, e anche per i boss bisogna mettere in pratica strategie sempre diverse, il che rende il titolo estremamente vario. 

Uno dei molti punti forti di The Legend of Zelda: A Link to the Past è indubbiamente lo stile grafico. La pixel art che lo caratterizza è tutt’oggi godibilissima, grazie alla sua semplicità e al saggio utilizzo dei colori. Hyrule è contraddistinta da tonalità sgargianti e vivaci, che, insieme ai memorabili brani di Koji Kondo, riempiono di entusiasmo e curiosità il giocatore. In contrasto, il Dark World è contraddistinto da colori più spenti e melodie cupe, tra cui il meraviglioso tema dell’overworld, proprio per farci comprendere la gravità della minaccia di Ganon.

Negli anni The Legend of Zelda: A Link to the Past è stato portato su moltissime altre console Nintendo, tra cui Game Boy Advance, Wii, Wii U e Nintendo 3DS. Nel 2017 la casa di Kyoto ha anche pubblicato un sequel del titolo, A Link Between Worlds, ambientato nello stesso mondo ma con nuove meccaniche e dungeon. Inoltre A Link to the Past fa parte del catalogo dei giochi inclusi nel SNES Classic Mini, e dallo scorso mese è incluso anche nella libreria di titoli classici disponibili per gli abbonati al servizio online di Nintendo Switch, quindi se ancora non avete giocato questo capolavoro immortale questa è un’ottima occasione per recuperarlo. 

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