Borderlands 3 Recensione l Quando Gearbox Software decide di fare le cose bene e in grande non la si può fermare. È bastato un solo trailer durante uno dei loro eventi per mandare in completo hype una schiera di fedeli con la mascella dislocata. L’eccitazione che si è creata ha costretto noi della redazione a lasciare la nostra madre patria Italia per provarlo al Gamescom di Colonia. Inutile dire che farsi più di un’ora di fila per testarlo solo 15 minuti ne è valsa completamente la pena. Riscoprire che la casa di sviluppo ha lasciato intatte quelle meccaniche di gioco e quel dark humor (che ormai è la firma della serie) è stata un gioia al cuore. Ma adesso basta con i sentimentalismi, anche perché c’è un intero universo da salvare in perfetto stile Borderlands, e ricordate: se attorno a voi non c’è nessuno che spara, urla, impreca o esplode in mille pezzi allora state sbagliando qualcosa!

Come è stato per gli eventi trascorsi anche stavolta muoveremo i nostri primi passi su Pandora, landa piena zeppa di spossati e mostri assetati di sangue. La Cripta rimane ancora il fulcro sul quale gira l’intera opera, e questa volta i nemici da sconfiggere sono due. Si tratta di Tyreen e Troy, che con il loro potere e le loro live da influencer hanno stregato tutti criminali del pianeta a stare dalla loro parte e combattere urlando il loro nome. Solo i Crimson Riders, iconico gruppo già presente nei vecchi capitoli, si erge contro questa minaccia a difesa della galassia. Capitanati da Lilith, sirena dai poteri incendiari, dovremmo fare una strage di malviventi con lo scopo di riportare la pace su queste terre desolate (o per lo meno non aggravarle più del necessario!). Ma Aquila di Fuoco non sarà l’unico personaggio a far comparire ai più veterani un sorriso nostalgico sul volto. Molti altri si uniranno alla vostra causa come Zer0, Maya, la bellissima Moxxi e il fastidiosissimo ma insostituibile Claptrap. Insieme cercherete di sgominare i piani dei Gemelli Calypso, visitando i mondi circostanti e aiutando all’occorrenza chi ne ha bisogno.

Borderlands 3 si distingue infatti dai suoi predecessori per la possibilità di visitare altri corpi celesti oltre a Pandora.

Si, avete letto bene: MONDI! Borderlands 3 si distingue infatti dai suoi predecessori per la possibilità di visitare altri corpi celesti oltre a Pandora. Più nel dettaglio sono Promethea, Athenas, Eden-6, e Nekrotafeya. Ognuno di essi ospita uno specifico genere di flora e di fauna locale, con ovviamente i propri punti forti e deboli. Anche se sparare alla testa risulta essere quasi sempre la scelta migliore, memorizzare qualcuno di questi elementi non può che far bene. Ma come spostarsi in una locazione che dista anni luce da noi? Fortunatamente ci pensa Ellie, altra storica eroina della saga, che ha restaurato una nave interspaziale rinominata Sanctuary, in onore alla vecchia città che fungeva da quartier generale della serie. All’interno troveremo tutto quello di cui abbiamo bisogno e anche di più. Oltre ai soliti negozi d’armi e skin con cui cambiare aspetto al protagonista, potremo stabilirci in una delle numerose cabine presenti sull’aeronave. Inoltre, per la gioia dei collezionisti, è stato aggiunto un distributore che immagazzina in automatico tutti i fucili che non prenderemo durante la nostra avventura. Fate attenzione però poiché la sua capienza non è illimitata, e andrà svuotato regolarmente.

I più esperti sapranno già quanto le aree siano grandi e come sia facile perdersi in mezzo a tutto questo chaos. Per fortuna la mappa ha subito un upgrade notevole, trasformandosi da quella che era una piantina topografica in 2D a una e vera propria carta geografica in 3D. Ma in Borderlands 3 non è l’unica cosa che è stata migliorata. Ispezionando le meccaniche di gameplay più basilari noteremo che sono state aggiunte la scivolata in corsa e la possibilità di potersi arrampicare su pareti non troppo alte. Queste semplici funzionalità hanno dato quel tocco in più che permette alle risse di essere più fluide e dinamiche, rendendo l’esperienza generale maggiormente godibile. Anche la grafica ha ottenuto un ottimo riadattamento, con colori più vividi ma sempre accompagnati da quella marcatura decisa nei contorni che la contraddistingue.

Borderlands 3 nel complesso ha ereditato totalmente il sistema di combattimento dei suoi fratelli più grandi, ma anche in questo caso si è assicurato una massiccia iniezione di novità.

Passiamo adesso agli scontri veri e propri con l’arma da fuoco. A far da padroni qui sono i protagonisti di questa trama, ovvero Fl4k, Amara, Zane, e Moze. Borderlands 3 nel complesso ha ereditato il sistema di combattimento dei suoi fratelli più grandi, ma anche in questo caso si è assicurato una massiccia iniezione di novità. Prima fra tutte le capacità che ogni Cacciatore della Cripta possiede. Quando si salirà di livello si otterrà un Punto Abilità da spendere nell’apposita finestra dedicata  con i soliti tre alberi di specializzazione. Fin qui tutto nella norma, ma allora in cosa cambia? Adesso ogni eroe disporrà non di una ma ben tre mosse speciali con cui equipaggiarsi tra cui scegliere. Per farvi un esempio pratico: il Domatore di Bestie Fl4k, può o diventare invisibile, oppure potenziare il proprio animale da compagnia, altre sì evocare dei Rak (una sorta di pipistrello) kamikaze. La personalizzazione non è mai stata così forte e accentuata! Potendo cambiare mossa in qualsiasi momento della partita, possiamo adattarci a ogni tipo di situazione. Inoltre (altra aggiunta) potrebbe accadere che quando si arriva a un determinato punto dei vari potenziamenti, c’è la possibilità che si sblocchi in automatico un rafforzamento per l’abilità principale.

Anche se tremendamente forti però non potremo usufruire in continuazione di queste risorse, avendo un tempo di cooldown ad ogni utilizzo. Quindi si passa alla vecchia maniera con un pioggia di piombo a tutto ciò che ci capita sotto il mirino. Gli sviluppatori non hanno badato a spese creando in Borderlands 3 un loot praticamente infinito. Adesso trovare armi leggendarie è veramente molto più facile rispetto che ai vecchi episodi della serie, per di più quasi tutte hanno degli effetti sbalorditivi. Dalle pistole più semplici che possono sparare in diverse modalità o anche proiettili diversi, procediamo con quelle che sono tanto comiche quanto letali. Camminano su gambe proprie, rimbalzano producendo onde d’urto, fino a quelle che fanno nascere al momento della ricarica piccoli alieni realizzando così un tuo esercito personale! La fantasia non ha veramente limiti, oltre al fatto che ci sono differenti occasioni in cui vi imbatterete in situazioni o avversari che omaggiano altri videogiochi o addirittura cartoni animati. Tanto per citarne qualcuno: il fucile a pompa denominato One Pump Chump che si rifà all’anime giapponese One Punch Man!, o una delle tanti frasi dei punti di respawn quando muori che cita Far Cry 3 con “sai il significato di follia?”.

Come per GTA, in Borderlands 3 potrete rubare le macchine ai vari criminali della zona anche se questi le stanno guidando.

Anche il sistema Catch a Ride, ovvero quella sorta di garage che da origine ai tutti gli autoveicoli di cui abbiamo bisogno, ha acquisito una eccellente risistemazione. Come per GTA, in Borderlands 3 potrete rubare le macchine ai vari criminali della zona anche se questi le stanno guidando. Che le “prendiate in prestito” o che lo troviate in giro abbandonate, avrete la possibilità di scandalizzarle a livello molecolare così da conquistare le parti di quell’auto che vi mancano e usarle poi a vostro piacimento. Come per le star di questa storia, la personalizzazione regna incontrastata potendo cambiare quasi ogni oggetto con uno che più si adatta ai vostri gusti, tenendo sempre in considerazione i bonus e malus che potrebbero sopraggiungere.

Purtroppo per quanto immenso e aggiornato possa essere, in Borderlands 3 sono presenti alcune mancanze che non passano del tutto inosservate. I vari mondi, per quanto vasti e ben diversificati, posso risultare alla lunga fiacchi con zone poche vive e quasi stantie. Il menù di gioco (anche se ripulito da varie sbavature grafiche), la navigazione, e il sistema della campagna rimangono ancorati a setti anni fa, con una sceneggiatura che tarda a decollare ma che trova il giusto equilibrio nelle fasi più avanzate. Sostanzialmente il giocatore fino all’endgame avrà che fare solo con la quest principale e le missioni secondarie, tralasciando così un sacco di attività che invece avrebbero potuto dare nuova linfa. Sconfitto il boss finale invece, dove arriveremo con non più di 30 ore sempre secondo i vostri ritmi, le cose iniziano a cambiare. Sul ponte della nave Sanctuary sarà possibile sbloccare il livello Caos, modalità che aggiungerà un pizzico di difficoltà in più. Impostazione pensata per chi ama mettersi alla prova, dovrete fare i conti con diversi deficit come nemici più forti o una riduzione del danno in cambio di un bottino decisamente più succulento. Finito il gioco inoltre avrete accesso a un seconda barra dell’esperienza che permette di guadagnare Gettoni Campione, da spendere per migliorare alcune statistiche. Anche con alcuni bug che spuntano fuori di tanto in tanto, o qualche problemino riscontrato con l’online, la nostra impressione definitiva è comunque molto positiva.