Carnival Row Recensione

Patatine: ci sono; bibite gasate: presenti; un paio d’amici con cui vedere tutti gli episodi in una notte: mancano purtroppo. Niente paura comunque, poiché tanto li incontriamo il giorno dopo per parlare della nuova serie tv sviluppata da Amazon e riprodotta sulla sua piattaforma virtuale. I primi trailer che sono stati pubblicati hanno mostrato un universo in continua lotta con sé stesso, dove esseri fatati e umani convivono al limite della sopportazione. Qualcuno però è ben deciso a cambiare le carte in tavola e non per forza in meglio, il tutto condito da intrighi politici, amori spezzati e colpi di scena. Senza ulteriori indugi, benvenuti in Carnival Row.

Le vicende dell’intera storia si consumeranno a Burghe, insolita cittadina di fantasia che si ispira molto alla Londra vittoriana con strade malfamate e dai toni veramente cupi. Qui, in una via soprannominata Carnival Row, si riuniscono bestie magiche di ogni tipo, cacciate dalla loro isola natale Fae da una potenza militare schiacciante e devastante, il Pact. Grazie a un viaggio di fortuna che per poco non le costava la vita, faremo la conoscenza di Vignette Stonemoss (Cara Delevingne), pixie fuggita dalla sua madrepatria in cerca di un posto dove vivere. Le cose però raramente vanno come si desidera: infatti in città gira un assassino che ricorda molto da vicino Jack lo squartatore, e che ha preso di mira i bruti (nome con il quale generalmente si identificano chi non è umano) del quartiere. Sulle sue tracce c’è Rycroft Philostratos (Orlando Bloom), vecchia fiamma di Vignette in tempo di guerra, e ora ispettore della polizia locale. L’incontro tra i due sembra quasi voluto dal destino, e la ricerca di questo serial killer svelerà segreti tenuti nascosti da anni come ad esempio un mostro che si cela nelle profondità della terra. 

Ogni personaggio, che sia principale o secondario, all’interno del titolo ha un proprio ruolo da svolgere che dà vita a numerose sottotrame non per forza collegate alle investigazioni di Philo.

Dopo un inizio che sembra un mix tra le indagini di Sherlock Holmes e uno dei tanti racconti di Lovecraft su Cthulu, il prodotto si è mostrato per quello che è: un’intrigante opera dove niente viene lasciato al caso. Ogni personaggio, che sia principale o secondario, all’interno del titolo ha un proprio ruolo da svolgere che dà vita a numerose sottotrame non per forza collegate alle investigazioni di Philo. Un chiaro esempio è la coppia interpretata da Tamzin Merchant e David Gyasi, che con la loro recitazione mettono a nudo una realtà che sfortunatamente si è verificata realmente nella nostra storia. Le razze che abitano la metropoli infatti fanno da preambolo a un razzismo dilagante nei confronti delle diverse etnie, che ignora totalmente il carattere e gli atteggiamenti di ognuno. Un senso di alienazione aleggia perennemente nell’aria, portando allo scontro idee e culture differenti. Se sei dissimile vieni trattato peggio di un appestato e se provi a ribellarti ti attende solo la morte. Questo è uno degli argomenti che trovano più spazio negli 8 episodi della serie.

Carnival Row
A partire da sinistra, gli attori David Gyasi e Tamzin Merchant, che interpretano una delle coppie protagoniste di una trama intricata.

Il numeroso di cast di cui è composto Carnival Row è di certo all’avanguardia, ma non si possono accontentare tutti. Alcuni background o situazioni vengono presentati in pompa magna per poi essere lasciati in disparte e far posto a esperienze che dovrebbero risultare più coinvolgenti.  Un peccato certo, ma giustificato in parte dalla brevità delle saga costruita in modo complesso e palpitante per donargli la propria autenticità. Con pazienza si arriva diretti al cuore degli avvenimenti, complici soprattutto gli attori principali che con la loro presenza e risolutezza ci fanno appassionare nuovamente a queste love story così turbate eppure così affascinanti.

 

In conclusione, Carnival Row è un ottimo titolo da gustare comodamente nel proprio salotto, in compagnia o da soli. Le ambientazioni fantasy, come i messaggi che vuol far intendere, sono la sua punta di diamante anche se la brevità dell’opera ne danneggia in minima parte l’armonia dei diversi personaggi con i propri retroscena. Ciò nonostante Vignette/Cara Delevingne e Philo/Orlando Bloom sanno condurre la trama oltre che l’attenzione dello spettatore nella giusta direzione, creando così un’esperienza dal sapore vittoriano dai temi noir e fiabeschi esageratamente affascinante. Lo sapevate inoltre che tutto ciò in verità doveva divenire un  progetto cinematografico scritto e diretto da Travis Beacham?

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