World of Warcraft Classic Recensione: Un tuffo nel passato di Azeroth

World of Warcraft Classic | Fortunatamente non sarà necessario infilarsi nelle pericolose Caverne del Tempo di Tanaris per tuffarsi in World of Warcraft: Classic, l’ultimo prodotto firmato Blizzard che si propone di far tornare il mondo di Azeroth direttamente alle sue origini. Non si tratta ne di un’espansione, ne di uno spin-off o di qualche strana modalità, ma “unicamente” di una vecchia versione del celebre WoW ripresa senza modifiche e ottimizzata affinché possa essere giocata nei nostri tempi moderni. Un MMORPG di vecchia data tutt’altro che semplice o di facile fruizione in quanto l’intento è stato proprio quello di voler riportare i fan fedeli alla serie agli albori del titolo che da anni appassiona milioni e milioni di persone. Dimenticatevi delle lande distrutte da Deathwing in Cataclysm, scordatevi del dramma ghiacciato di Wrath of The Lich King e passate oltre i viaggi planari di The Burning Crusade. Avventurieri, siete pronti a cimentarvi in un mondo vecchio, datato, ma ricco di significato?

L’anno è il 2006, la patch è la numero 1.12 intitolata “Drums of War” e la popolazione dei server s’aggira intorno ai 12 milioni di utenti online contemporanei, ecco in quale punto nella linea temporale andremo ad immergerci nello specifico. Per chiunque abbia mai giocato all’opera in precedenza, ma anche a qualunque prodotto del genere saprà perfettamente che il primo passo da fare per iniziare la propria partita è quello di creare il personaggio. Si dovrà scegliere razza e una classe, quest’ultima subordinata alla prima in quanto a seconda della specie scelta ci verranno preclusi alcuni percorsi, tutto giustificato dalla trama interna. Noteremo fin da subito come la grafica e lo stile delle varie interfacce sia perfettamente rimasto invariato a quel lontano anno in cui tutto appariva invece tremendamente realistico e scenograficamente bello da vedere. Forse ai giorni nostri potremmo definire “un pugno nell’occhio” con modelli decisamente datati, spigolosi pregni di animazioni abbastanza statiche e “goffe”, tutto ovviamente se paragonato a un qualunque competitor del 2019. Ebbene, partiamo subito con un grande presupposto: chiunque abbia acquistato World of Warcraft: Classic sarà al 90% un fan della serie cresciuto con essa e nostalgico di quei tempi andati. Solamente agli occhi di chi ha amato (e speriamo continui ad apprezzare) il titolo si potrà apprezzare i poligoni distorti che costituiscono volti e buona parte delle ambientazioni della mappa.

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La più classica e salutare delle sensazioni che un giocatore di ruolo possa mai provare: la gioia di vedere i numerini alzarsi pian piano diventando sempre più alti.

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Creato un prode avventuriero saremo scelti dai nostri allenatori per combattere nelle file dell’Alleanza o dell’Orda a seconda della razza scelta, iniziando così il nostro allenamento per raggiungere quei luoghi storici e quei personaggi favellati nella lore disponibile sia mediante i vari testi che potremo ottenere in-game, sia online tra romanzi, documenti e quant’altro. Per chiunque abbia dedicato tempo ai precedenti capitoli RTS come Warcraft 3, sarà impossibile provare quel brivido nel vedere in reali ambienti 3D le città, le foreste, le montagne e i mari osservati prima unicamente con visuale aerea. Vi è libertà di movimento -per quanto lento- e la sensazione di essere immerso in una mappa completamente aperta e collegata si farà presto sentire. Inizieremo con le solite peripezie da quest iniziali, magari uccidendo qualche cinghiale per ottenere 8 pelli o magari raccogliendo 5 tronchetti di legno per la fattoria locale: quel che conta per ogni player è ottenere la ricompensa delle missioni composta da oro, esperienza ed eventuali oggetti. Come potrete ben immaginare, ci sarà da comporre il nostro equipaggiamento un pezzo alla volta dovendo basarci sulla nostra classe in quanto i maghi preferiranno armature leggere, i cacciatori quelle medie e i guerrieri quelle pesanti, per fare un esempio per ogni categoria. Armi? Pure queste a bizzeffe, diversificate tra buff alle statistiche e numeri nudi e crudi relativi al danno che aumenteranno ad ogni level-up generando la più classica e salutare delle sensazioni che un giocatore di ruolo possa mai provare: la gioia di vedere i numerini alzarsi pian piano diventando sempre più forti.

La schermata di creazione del personaggio in cui sarà possibile scegliere fazione,razza,sesso,classe e dettagli del prode avventuriero che combatterà su Azeroth.

Con la crescita del nostro set potenzieremo anche il nostro personaggio e, ovviamente, questo potrà apprendere nuove magie, abilità e professioni potendo potenzialmente sbloccare elementi utili o unici in grado di diversificarlo sempre di più dalle scelte altrui. Un fabbro potrà per esempio usare i materiali grezzi metallici per forgiare armature da rivendere, comprando le materie prime da un minatore a sua volta pagato. Inoltre, vi assicuriamo che qui il sistema di crafting e di reperimento dei materiali è un qualcosa di molto importante in quanto è in questo mercato che orbita buona parte del denaro speso dai player. Immancabile e insostituibile sarà sempre la casa delle aste, dove poter vendere al miglior offerente ogni oggetto che si vorrà (fatta eccezione per quelli vincolati) potendo potenzialmente ricavarne dozzine di ori. Inutile sarebbe ora soffermarci nei plurimi dettagli e particolari di ogni “build” o mansione, preferendo soffermarci invece su quell’aspetto “classico”. Senza l’ausilio di numerosi elementi aggiunti con l’arrivo delle espansioni, ci troveremo a vivere in un mondo ricco e misterioso, in cui sarà la nostra curiosità a farci da padrona nei nostri viaggi alla ricerca di obiettivi dispersi e in pericolosi dungeon angusti in cui sarà l’unione a darci la forza di vincere. Comunicare via chat sarà generalmente la nostra vera forma di contatto con altri utenti che come noi si troveranno in forte necessità di formare un gruppo per scambiare informazioni, oggetti, missioni e quant’altro.

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  Questi difetti tecnici sarebbero stato soverchiati e vinti dalla pura e semplice forma di dolce nostalgia spontaneamente generate nei cuori dei “vecchi” appassionati. Può un sentimento del genere giustificare questi problemi?.

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Trovandosi in uno stato così primitivo ci si può scordare di numeri abnormi, mille accessori o altre complicanze senza però perdere un gameplay strategico ed appagante. Più sostanza equivale sempre a contenuti di maggiore qualità? Affatto, e qui ne abbiamo assolutamente la prova. C’è però da dire che in generale vi è un forte senso di antiquato, che per quanto voluto e ricercato per ottenere la massima fedeltà dai developer potrebbe risultare assolutamente inadeguato e stopposo da parte di molti curiosi. È innegabilmente, vero, che la prospettiva di spendere ore a vedere pixel “bruttini” scorrazzare qua e là affrontando quest ripetitive, dialoghi lenti e mai skippabili potrebbe rovinare buona parte del divertimento proposto, questo perché il gioco in questa versione non è assolutamente in grado di soddisfare i requisiti minimi che un utente curioso alla serie potrebbe avere. Sia ben chiaro che Blizzard ha estrapolato questo mondo classico per coloro che lo hanno vissuto ai tempi, tenendo ben in mente che tutti questi difetti tecnici sarebbero stato soverchiati e vinti dalla pura e semplice forma di dolce nostalgia spontaneamente generate nei cuori dei “vecchi” appassionati. Può un sentimento del genere giustificare questi problemi? Si e no, ogni lettore potrà avere la sua opinione in merito fermo restando che purtroppo l’offerta sarà ben poco allettante per chi di questo genere non ha mai visto poco nulla. Abbiamo così scovato la target audience dell’opera.

I raid e le instance nei dungeon andranno completate in gruppo, in quanto ogni personaggio può apportare elementi e capacità uniche per un party.

Notiamo infine come Blizzard abbia scelto di tenere in questa patch alcuni dei bug più famosi dell’epoca come alcune interazioni buffe tra incantesimi o particolari modi per sfruttare certi punti delle mappe per attaccare i boss senza possibilità di farsi colpire di rimando. In ogni caso, la compagnia prevede l’arrivo di altre sei patch in futuro atte ad inserire mano a mano altri contenuti della 1.12 con le stesse tempistiche e procedure del lontano 2006 così da creare la stessa impazienza di giocare di allora.

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