SUPER-HOT. SUPER-HOT. In continua ripetizione. Questo è ciò che sentiremo continuamente mentre giocheremo, infatti, a Superhot. L’opera indie che ha fatto innamorare milioni di fruitori con le sue meccaniche inedite per il genere è stata annunciata durante la diretta Indie World e sbarcata a sorpresa anche sulla console ibrida di Nintendo. Nello specifico, è stata introdotta una novità che si sposa alla perfezione con la natura di Nintendo Switch: una piccolezza, che però rende l’esperienza ancora più immersiva e gratificante. Pronti a scoprire di cosa si tratta, con la nostra recensione?
Il gioco è ambientato all’interno del piOS, il sistema operativo fittizio da cui possiamo avviare superhot.exe, ovvero il cuore dell’opera. Un livello dopo l’altro, scopriamo le principali meccaniche di Superhot, tra cui la caratteristica possibilità di controllare lo scorrimento del tempo in base a quanto velocemente ci muoviamo. Più saranno rapidi i nostri movimenti, più le lancette dell’orologio si sposteranno in avanti. Al contrario, se resteremo immobili, i nemici e gli oggetti agiranno come in uno stato di slow motion. Questo si traduce in un gameplay in prima persona dinamico, dove potremo schivare proiettili, lanciare elementi utili e colpire gli uomini poligonali in rosso, caratteristici del titolo.
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Se siete amanti di un gameplay dinamico, preciso e differente dagli altri, allora Superhot è l’opera che fa per voi
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Tornano i comandi classici di Superhot, tra cui la possibilità di raccogliere e lanciare oggetti, colpire con pugni i nemici, sparargli o affettarli con una katana. Da citare anche la possibilità di cambiare corpo con uno di loro, in una fase più avanzata della storia, che rende l’azione ancora più fluida e adrenalinica. Il feeling, non a caso, ricorda molto quello del film in prima persona Hardcore!, in cui il protagonista uccideva rapidamente decine, se non centinaia, di avversari in tanti modi diversi. Se siete amanti di un gameplay dinamico, preciso e differente dagli altri, allora Superhot è l’opera che fa per voi, non possiamo di certo nasconderlo. Nel sistema operativo di piOS, peraltro, sono presenti alcuni minigiochi, segreti, documenti e molto altro che aiutano a immergersi completamente in una sorta di simulazione che, scopriremo, è al centro della storia.
Avanzando nei livelli, infatti, verremo a conoscenza di un’organizzazione che controlla l’universo virtuale di superhot.exe che, a quanto pare, ha la capacità di rendere dipendente dal gioco il protagonista, fino a renderlo schiavo mentale e recluso in quel mondo digitale. Sorprendentemente, non mancheranno colpi di scena da lasciare con il fiato sospeso. Superhot ci ha fatto sentire come parte di un enorme complotto informatico al pari del Matrix stesso, che farà sentire “a casa” agli appassionati della serie dei fratelli Wachowski.
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Introdotto un comando tanto basilare quanto perfetto per questo titolo: il movimento della visuale con lo giroscopio
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Su Nintendo Switch Superhot ha nuova vita. Non tanto perché le opere indie sono incredibilmente apprezzate dai possessori della console ibrida, ma perché è stato introdotto un comando tanto basilare quanto perfetto per questo titolo: il movimento della visuale con lo giroscopio. Lo sappiamo, è qualcosa che molti di voi potrebbero non amare o considerare irrilevante, ma vi possiamo assicurare che questa novità cambia davvero molto le carte in tavola. Spostare la telecamera con la levetta analogica è oggettivamente meno preciso rispetto il muoverla con il giroscopio, il ché comporta anche una maggior velocità e fluidità del gameplay rispetto le altre versioni del titolo. Puntare verso una pistola o un oggetto muovendo solo il controller, premere il tasto A o ZR per raccoglierla e far fuoco con lo stesso è diventato ora decisamente più rapido, immediato e intuitivo. Purtroppo, abbiamo riscontrato alcuni problemi con il giroscopio quando utilizzato sul Pro Controller, che è poco reattivo rispetto i Joy-Con.
Oltre questo, non ci sono particolari novità, pregi o difetti che riguardano la versione Nintendo Switch di Superhot, escludendo quindi l’utilizzo del touch screen o eventuali nuove modalità multiplayer. Abbiamo davanti l’ennesimo porting per la console ibrida della Grande N, che non può che far bene al già enorme catalogo di opere indie presenti sul Nintendo eShop. Non sono presenti cali di frame o di risoluzione, che restano comunque molto soddisfacenti. Stesso discorso per la qualità grafica e delle texture, identiche a quelle di qualunque altra versione.
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