È impossibile guardare al futuro dell’intrattenimento senza discutere, anche solo per un attimo, su ciò che ha scatenato Google Stadia dopo il suo annuncio. Il servizio streaming senza console fisica non è solo utopico, ma anche un traguardo da raggiungere: non solo per chi è scettico sulla natura della necessità legata alla sua esistenza, ma anche per le limitazioni che esso comporta. Dall’esordio, Stadia ha pian piano spaccato le acque tra chi lo esaltava come un prodotto senza vincoli e dall’idea straordinariamente rivoluzionaria, e chi votava la sua inutilità. Difficile smentire completamente ambedue le campane, ora merito di una connessione non propriamente diffusa per potenza di intensità nei vari territori, ora merito dell’altrettanto coraggioso salto in avanti che Google si è convinta di fare. Molti nomi di grande spessore, tra cui Doom Eternal, Cyberpunk 2077, Watch Dogs Legion e altri titoli di notevole importanza hanno già stretto legami di sangue con il nuovo device, dando da subito fiducia al progetto.
È proprio alla vigilia di questa frizzante Gamescom 2019 che lo Stadia Connect, l’evento in cui sono stati rivelati decine di nuovi titoli che saranno disponibili sul servizio, si inizia ad intravedere un catalogo sempre più folto e qualitativamente ottimale. Parliamoci chiaro: qui è tutto una scommessa, e i brand più coraggiosi provano sin da subito a lasciare il segno nella neonata piattaforma. Le garanzie da ambo le parti non mancano, specialmente per la grande visibilità ambivalente, ma le aspettative rimangono ben oltre sopra l’asticella. Oltre a quel che sembra l’arrivo di una decisiva console war, il forte segnale che contraddistingue Stadia dai colossi Sony e Microsoft è un’idea chiara e ben precisa: le prestazioni non sono tutto. Ormai il mercato è saturo di una sempre più vistosa gara di virilità in fattore hardware e di prestazione, tanto che mettersi in discussione appare un pensiero troppo scellerato. Una volta mi dissero che il futuro sarebbe potuto proprio essere un mondo senza dispositivi fisici, ma solo con una base installata e che gli abbonamenti avrebbero fatto il resto, ma cosa si prova effettivamente pad alla mano?
Ho avuto l’entusiasmante possibilità di testare in prima persona le performance di Google Stadia per oltre trenta minuti, nei quali ho prestato attenzione a moltissimi dettagli: alcuni entusiasmanti ed altri meno. All’interno della prova ho deciso di optare di calibrare la risposta e l’efficacia del servizio in un’opera artisticamente esplosiva, così da valutare la validità della resa grafica e la potenza in termini di frame per second: Doom Eternal. I 60 fps risultano fluidi e gradevoli alla vista, anche nella versione mobile, ove avevo seri dubbi sulla potenza che potesse esprimere. La presenza del 4K si conferma una piacevole chicca, anche se personalmente non la ritengo uno dei punti focali del progetto, quanto più una soffice glassa che rende tutto più appetitoso. Ciò che invece è degno di nota è che la risoluzione stessa si adatterà alla connessione corrente dell’utente, mantenendo un’identica lunghezza d’onda e velocità della sorgente. Non mancano purtroppo le perplessità in merito a quanti mega verranno consumati da Stadia durante le sessioni di gaming e lo stesso vale per la batteria del vostro dispositivo, che sarebbe sotto notevole stress. Pertanto, se non avete un telefono di ultima generazione, questo non potrebbe garantirvi un’esperienza squisita come su PC. Sebbene l’audio 5.1 Surround sia comunque un must in un servizio che punta all’eccellenza, c’è da dire che le premesse della gestione del prodotto in remoto sono il vero piatto principale. Nessun download o patch, dato che tutto sarà gestito interamente da Stadia, ed è un grandissimo vantaggio per chi impiegava moltissimo a scaricare i propri titoli preferiti o doveva aspettare ore di aggiornamento.
Google Stadia si presenta quindi come un device di qualità e dalle grandissime prestazioni, ma con le giuste premesse. Ho comunque provato l’efficacia della piattaforma streaming in un ambiente protetto, con l’ausilio di dispositivi di ultima generazione e una potente connessione. Sono limiti che non possiamo non considerare, specialmente in un paese come l’Italia, ma c’è da dire che i vari download e tutto ciò che rallenta notevolmente le performance delle console è smaltito da Google Stadia senza problemi, quindi siamo comunque davanti ad un compromesso più che abbordabile. Quanto ci costa il futuro? Adattarsi alla periferica è alla portata di tutti, dal giocatore console a quello PC, ma soprattutto non è neanche troppo dispendioso. Per ora la Founders Edition è in prevendita a 129 euro, ma bisogna comunque ritenersi soddisfatti per un catalogo già ora più che incoraggiante e tutti i comfort che il divertirsi con solo un Pad comporti. L’assistenza integrata ancora non era disponibile, ma devo dire che non ho sentito una notevole differenza in termini di manovrabilità e responsività, e questo è un gran punto a favore. Tante domande ancora, ma delle importanti certezze, che rendono Stadia la piattaforma su cui puntare prossimamente: un simbolo di pace per i conflitti tra le varie console e una soluzione più che sostenibile per un prodotto dal prezzo non troppo elevato. Promosso, anche se con riserva, almeno finché non lo testerò sul mio dispositivo.
Clicca sulla copertina per leggere