Final Fantasy VII è un titolo che non ha bisogno di presentazioni: il capolavoro di Squaresoft ha portato alla ribalta il genere JRPG durante l’epoca PlayStation 1, sdoganandolo anche nel resto del mondo. Oggi, alla Gamescom 2019, abbiamo finalmente avuto la possibilità di provare con mano una breve demo del remake di questo classico immortale. Nonostante sia stato possibile vedere un paio di ambientazioni, questa dimostrazione era prettamente incentrata sul gameplay, e ci ha permesso di controllare Cloud e Barret nella sezione iniziale dell’avventura, l’attacco al reattore Mako della Shinra. Senza ulteriori indugi scopriamo cosa ha da offrire il nuovo sistema ideato dalla Software House, e se riuscirà a conquistare anche i fan degli originali combattimenti a turni.
Sicuramente questo è il titolo di Square Enix in cui la compagnia è riuscita a fondere meglio il gameplay classico della serie con quello action, sovrapponendoli senza che vadano a impoverirsi l’un l’altro (come avvenne invece in Final Fantasy XV), e adesso vi spiegheremo perché. A differenza del gioco uscito nel 1997, Final Fantasy VII Remake permette di controllare pienamente solo uno dei personaggi che andranno a fare parte del team, con cui potremo eseguire una serie di azioni tipiche degli action: attacchi, parate e schivate. I colpi base infliggono danni piuttosto bassi ai nemici, ma permettono di riempire le cariche ATB del personaggio. Utilizzando questa risorsa avremo accesso a diverse abilità uniche del combattente o incantesimi, che richiedono anche l’utilizzo di alcuni Punti Magia, che saranno la nostra principale fonte di danno durante lo scontro. Premendo il tasto X apparirà un familiare menu da cui potremo selezionare quale di queste skill attivare, e allo stesso modo il tempo verrà rallentato drasticamente, dandoci la possibilità di pensare a quale strategia mettere in atto. In qualsiasi momento avremo inoltre la possibilità di cambiare il personaggio che stiamo controllando, magari per colpire nemici difficilmente raggiungibili agli altri membri del party, o impartire, sempre dallo stesso menu, ordini ai nostri compagni. Non mancano le memorabili Limit Break, delle potentissime mosse che è possibile sferrare una volta che si ha subito un certo tot di danni, tuttavia speriamo che in futuro sarà possibile ottenere l’accesso a queste tecniche anche attraverso altre modalità, come avveniva nel decimo capitolo della serie.
Final Fantasy VII Remake ha anche ripreso una delle meccaniche più apprezzate del tredicesimo capitolo della serie: colpendo un nemico potremo gradualmente riempire la barra dello Stagger, una volta che questa sarà piena l‘avversario rimarrà stordito per alcuni secondi, durante cui potremo infliggergli danni molto maggiori. Questo nuovo fattore, che va gestito con attenzione per poter essere sfruttato al meglio, aggiunge un ulteriore strato di profondità all‘opera: dovremo alternare tecniche che andranno a inficiare prevalentemente l’equilibrio del nemico ad altre incentrate puramente sulla riduzione degli HP per ottenere il massimo risultato. Uno dei difetti principali di Final Fantasy XV risiedeva proprio nella possibilità di poter usare in qualsiasi momento oggetti curativi, il che andava a cancellare qualsiasi parvenza di sfida dal gioco. Fortunatamente nel remake del settimo capitolo anche per usufruire di questi oggetti dovremo consumare una barra ATB, rendendo di fatto impossibile “spammare” pozioni all’infinito per non morire. Graficamente il titolo è di ottima qualità, anche se considerando che siamo alla fine del ciclo vitale di PlayStation 4 ci saremmo aspettati un filino di più. Anche se non abbiamo avuto modo di testarlo estensivamente, visto che l’area di gioco era prevalentemente aperta, ci è sembrato che entrando in contatto con muri o oggetti di scena la telecamera facesse qualche capriccio, e temiamo che in ambienti più ristretti la situazione non possa che peggiorare.
Tutto sommato, la demo ci ha mostrato le grandi potenzialità di questa operazione, senza però darci la possibilità di verificarne l’effettiva profondità. Molto probabilmente, sia perché siamo nelle fasi iniziali del gioco, sia perché durante le fiere si cerca sempre di offrire un’esperienza facilmente completabile da tutti in breve tempo, la difficoltà del prodotto finale sarà superiore a quella che abbiamo sperimentato oggi. Speriamo veramente che sia questo il caso (o che saranno presenti diverse modalità con diversi livelli di sfida) altrimenti la parte strategica del titolo potrebbe perdere molta importanza, rischiando di diventare persino superflua. Anche se per adesso rimangono molti dubbi sulla suddivisione in episodi episodi del Remake e quello che comporterà, non c’è dubbio che Square Enix abbia fatto un ottimo lavoro con il Combat System: Il sistema originale è praticamente rimasto invariato, ma le parti in cui bisognava aspettare il riempimento della barra ATB sono state arricchite con del gameplay action per rendere il tutto più dinamico. Ci sono ancora diverse grandi incognite, come l’esplorazione e la personalizzazione (Sarà possibile realizzare più o meno combinazioni di materie rispetto l’originale?), ma quello che abbiamo visto finora di Final Fantasy VII ci ha lasciati piacevolmente speranzosi.
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