Tratto dall’esilarante quanto singolare anime dello Studio Trigger, Kill la Kill: IF si presenta come un picchiaduro ad arena estremamente fedele all’opera a cui si ispira. Realizzato dal team A+ Games, il gioco catapulta in un universo di gioco che i fan della serie non possono che apprezzare, tra scene animate, combattimenti spettacolari e un buon equilibrio tra epicità ed umorismo. Si tratta di un titolo che può vantare molti elementi di valore, i quali però devono scontrarsi anche con inevitabili mancanze. Andiamo quindi ad analizzarlo più nel dettaglio.
Kill la Kill: IF offre ai giocatori diverse modalità tra cui scegliere, ma quella che salta subito all’occhio non può che essere la Storia. Diramata in più episodi, essa vede inizialmente come protagonista il personaggio di Satsuki Kiryuin immersa in delle vicende che non si distanziano troppo dalla serie, nonostante non manchino delle divergenze. La sua struttura prevede una gran quantità di cutscene in stile anime le quali, malgrado qualche problema tecnico legato perlopiù ai sottotitoli, sono ben realizzate e propongono un bellissimo doppiaggio grazie agli attori originali. Esse sono intramezzate da battaglie contro i diversi personaggi che, soprattutto nelle battute finali, riescono anche a variare abbastanza la loro natura. Ciò che però lascia l’amaro in bocca è l’eccessiva brevità della campagna, completabile in poche ore. A favore della longevità entrano in gioco i “ranghi” assegnati al termine di ogni scontro, i quali però non riescono a bilanciare in modo sostanzioso i difetti sopra descritti.
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Il combat system possiede una natura semplice ma allo stesso tempo profonda, adatta a più tipi di giocatore.
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Parlando del gameplay in sé, si deve però dire che A+ Games ha svolto un buon lavoro nel costruire il combat system. Esso è infatti veloce e frenetico, che lascia largo spazio alla spettacolarità delle azioni, anche grazie a delle brevi scene animate e doppiate presenti in specifici momenti che andremo poi ad esaminare. Innanzitutto, Kill la Kill: IF propone combattimenti in arene 3D in cui è possibile muoversi liberamente nei limiti consentiti. Nonostante l’azione sia molto concitata, non sono da segnalare particolari problemi con la telecamera, che fa sempre ben capire ciò che sta succedendo a schermo. Se questo vale per i classici scontri uno contro uno, purtroppo lo stesso non si può dire per le sfide più particolari che coinvolgono tanti nemici, caotiche più del dovuto in certe occasioni. Il maggior pregio dei combattimenti è però la loro natura semplice ma allo stesso tempo profonda, adatta sia ai neofiti del genere sia a chi piace sperimentare vari modi di avere la meglio sull’avversario. Le combo sono infatti facili da imparare così come le dinamiche di gioco in generale, consistenti in attacchi ravvicinati, dalla distanza, speciali, parate e mosse che spezzano la guardia dell’avversario. Il tutto riesce ad incastrarsi bene e a creare un’esperienza finale divertente e soddisfacente. Ad aggiungersi all’offerta interviene infine il “Bloody Valor”, una meccanica che permette di affrontare il rivale in un minigioco in stile morra cinese. In questo caso l’attaccante è chiamato a scegliere l’opzione che può conferirgli maggiori vantaggi in quel momento, ciononostante, chi si difende sa bene questo e dunque entra in gioco l’astuzia dei due partecipanti nel capire cosa l’altro sta pensando di fare.
I combattimenti sono, ovviamente, anche influenzati dalle diverse caratteristiche di ogni lottatore, che risultano molto vari in quanto a peculiarità. Questo è possibile anche a discapito della quantità di personaggi disponibili, solo una decina non comprendendo i due che arriveranno tramite DLC futuri. Un’offerta, insomma, abbastanza limitata considerando l’importanza di un folto roster in un picchiaduro, sebbene possa essere giustificata dall’effettivo numero di character importanti coinvolti nell’anime. Piuttosto scarna anche la quantità di scenari, che riproducono comunque fedelmente le ambientazioni della serie ma che non si differenziano in nessun modo per quanto concerne la giocabilità.
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Tramite la galleria è possibile accedere a diversi extra sbloccabili grazie alla valuta in game.
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Oltre alla Storia e alle battaglie in locale o online, Kill la Kill: IF consente di usufruire di altre svariate modalità. Tra queste sono presenti la Survival Challenge, in cui si dovrà superare il più alto numero di sfide consecutivamente, e la Covers Challenge, nella quale è necessario scontrarsi con un alto numero di “Covers”, nemici più deboli rispetto al resto dei personaggi. Quest’ultima si dirama poi in più sfide che consistono ad esempio nella eliminazione di quanti più avversari possibile in un solo minuto oppure nel combattere fintanto che il nostro combattente resta in piedi. Non mancano infine delle opportunità per allenarsi e sperimentare grazie alle modalità Tutorial e Training. Per quanto si stia parlando di un buona ricchezza in tal senso, si tratta di modalità che a lungo andare risultano un po’ vuote ed è facile spostare l’attenzione sempre sulla classica battaglia. Simpatica, invece, è l’idea di inserire una valuta in-game utile a sbloccare colonna sonora, voci dei protagonisti e altre personalizzazioni dedicate a dei diorami che è possibile modificare nella galleria.
Benché sia presente qualche minore problema tecnico, Kill la Kill: IF si difende bene da questo punto di vista, anche e soprattutto considerando il lato estetico della produzione, nonché le performance in combattimento e il feedback dei colpi. Da lodare è poi la colonna sonora, la quale riprende le conosciute musiche a cui ha lavorato Hiroyuki Sawano nell’anime ma riesce ad inserirne anche di nuove e sicuramente piacevoli da ascoltare. Non può che far piacere ai fan dell’anime ritrovarsi a combattere sotto le note dei temi dedicati a tutti i personaggi apparsi nella serie.
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