Sonic the Hedgehog, non possiamo negarlo, è uno dei volti più importanti del mondo dei videogiochi. Iconica mascotte di una SEGA ormai radicalmente diversa dagli albori, e rivale storico di Super Mario stesso, per molti anni anni il porcospino blu ha dimostrato di saper correre sulla giusta strada. Di recente, però, è riuscito a fallire come se inciampasse su uno dei Badnik del Dr. Eggman. In un periodo in cui il futuro del brand è quanto mai incerto, riscopriamo la storia della saga di Sonic, nonché il motivo per cui, dopo 28 anni, ha ancora una fanbase incredibilmente legata a lui.

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The most famous hedgehog in the world

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Era il 23 giugno 1991. Nei negozi d’elettronica e di giocattoli in Italia venne rilasciato “Sonic the Hedgehog” (conosciuto oggi come Sonic 1991). Con la sua velocità supersonica, un gameplay schizzante, le grafiche colorate e nitide del SEGA Mega Drive la compagnia voleva coraggiosamente sfidare il Super Mario Bros. di Nintendo, che era più semplice in ogni aspetto. Lo scontro era decisamente agguerrito, e l’idraulico della casa di Kyoto si trovò per la prima volta a fronteggiare un concorrente che aveva l’opportunità di dargli pane per i denti. Il successo del primo capitolo convinse la compagnia a produrre altri due giochi, Sonic 2 nel 1992 e Sonic 3 nel 1994 per Mega Drive, mentre Sonic CD giunse sul SEGA CD nel 1993. Insomma, la mascotte di SEGA faceva faville. Sonic era divertente, eroico, coraggioso, a tratti sbruffone ma sempre amichevole. La fanbase non tardò a nascere e, con l’avanzamento tecnologico, cominciò subito a chiedere qualcosa di più. Partirono così i lavori per sviluppare i primi giochi in 3D, divenuti poi Sonic 3D Blast e Sonic Jam, che però non ottennero grandi risultati. Purtroppo per lui, fu solo dopo quattro anni dal rilascio di Sonic 3 & Knuckles che il porcospino blu ebbe quella che ad oggi è ancora considerata come la sua era d’oro.

Sonic Adventure: l’inizio di una nuova era

Il 14 ottobre 1999 arrivò in Europa una console che, per la compagnia, era a dir poco rivoluzionaria. Il controller aveva uno schermo, che fungeva anche da memory card, una comodissima levetta analogica e due tasti dorsali. L’hardware permetteva di collegare fino a quattro pad per giocare con gli amici e sul retro aveva addirittura una porta ethernet. Sì, quella che abbiamo oggi sulle nostre PlayStation 4 e Xbox One era stata introdotta per la prima volta sull’ultima console di SEGA. Parliamo ovviamente del Dreamcast, che venne rilasciato dalle nostre parti assieme uno dei più bei giochi del porcospino blu di tutti i tempi: Sonic Adventure. Dimenticate le tematiche prettamente fanciullesche, perché la nuova avventura di Sonic non era più incentrata solo su di lui, dato che per la prima volta possiamo vestire i panni di altri cinque personaggi giocabili. Potevamo esplorare un mondo molto grande, che fungeva poi da hub a livelli classici che prendevano le origini supersoniche del riccio e le mescolavano con un level design e un platforming moderno. Uniamo il tutto a una narrazione più matura, che sfocia in una boss fight incredibile, e una colonna sonora moderna, e il risultato non può che essere un successo incredibile. Sonic Adventure fu capace di vendere 2.5 milioni di copie fino all’agosto del 2006, traguardo poi non così incredibile se comparato ai numeri odierni, ma che allora fu più che abbastanza per convincere il Sonic Team a mettersi a lavoro su un sequel.

Il sequel che tutti si aspettavano

Sonic Adventure 2 venne coraggiosamente lanciato sul SEGA Dreamcast a dieci anni esatti dal rilascio del primissimo titolo della serie. Abbiamo ancora sei personaggi giocabili, ma stavolta divisi in due filoni narrativi paralleli: uno guidato da Sonic e l’altro da Shadow the Hedgehog, il nuovo rivale del porcospino blu. Abbandonando l’idea di un nuovo hub di gioco, il team decise di lavorare su una storia ancora più seria e di concentrarsi in modo maggiore sul design dei livelli e sull’inedita modalità multiplayer. Capace di superare il predecessore sotto ogni singolo aspetto, Sonic Adventure 2 è considerato oggi come il miglior gioco di Sonic the Hedgehog mai realizzato, da moltissimi appassionati. Nel 2004 Sonic Heroes, a contrario degli altri due capitoli, non giunse sul Dreamcast, ormai fallito, bensì sulle console rivali di SEGA quali Xbox, PlayStation 2 e paradossalmente Nintendo GameCube. Il titolo offriva la possibilità di giocare con 12 personaggi divisi in: Team Sonic, Team Rose, Team Dark e Team Chaotix. Gli scenari andavano affrontati sfruttando contemporaneamente le abilità dei tipi “velocità”, “volo” e “potenza”, dei tre membri della squadra, ad esempio Sonic, Tails e Knuckles, che cooperavano per raggiungere il traguardo. Insomma, in fatto di gameplay il team di sviluppo dimostrò di sapere cosa stava facendo e di poter innovare costantemente senza mai dimenticare le origini. Cosa che, per qualche motivo, non accadde due anni dopo.

L’inizio del decadimento 

Nel 2004, SEGA e Sonic Team iniziarono assieme al creatore stesso di Sonic, Yuji Naka, lo sviluppo di quello che doveva essere un reboot della serie. Quando l’uomo si divise dalla compagnia, e vennero anche iniziati i lavori per Sonic e gli Anelli Segreti per Nintendo Wii, lo sviluppo del gioco venne velocizzato, portando Sonic the Hedgehog (o Sonic 2006) ad essere rilasciato su Xbox 360 e PlayStation 3 tra il novembre e il dicembre del 2006. Sebbene ci fossero tre personaggi giocabili, tra cui l’inedito Silver the Hedgehog, e il gameplay ricordasse molto quello dei primi due Adventure, il titolo fu un enorme fallimento commerciale. Ad oggi Sonic the Hedgehog è ricordato come uno dei peggiori giochi del porcospino blu di sempre. La stampa criticò molto la paradossale relazione con l’umana Principessa Elise, i controlli, i tempi di caricamento spropositati e troppo frequenti, la telecamera, la storia e la stabilità generale. Insomma, niente di quel titolo sembra esser piaciuto al pubblico. Nulla tranne una meccanica in particolare, cui la software house potrebbe non aver dato lo spazio che avrebbe dovuto meritare. In alcune sequenze dei livelli, infatti, potevamo correre a velocità mai viste prima. Quell’elemento convinse il team di sviluppo a continuare a provare, fino a ottenere quello ciò che la fanbase considera come il gameplay moderno e attuale di Sonic.

Partenza con il turbo

Il boost, ovvero il turbo, si rivelò essere la chiave del futuro del porcospino blu. Cos’è che le persone amano di Sonic? La sua velocità. Sonic Unleashed reintroduceva meccaniche di action platform con il cosiddetto “riccio mannaro” quando era notte, mentre di giorno offriva la libertà di correre senza limiti. I ring aumentavano l’accelerazione massima e il risultato era un gameplay incredibilmente veloce, basato sui riflessi del giocatore, che doveva capire quando schivare e quando saltare. Le vendite discrete convinsero SEGA a continuare sulla strada del boost, sviluppando poi Sonic e il Cavaliere Nero e Sonic Colours nel 2010, anche se stava segretamente lavorando a un progetto più grande, che univa il passato e il presente del porcospino blu.

Ritorno al passato, correndo verso il futuro

Corre l’anno 2011. Sonic spegne le sue venti candeline nel video introduttivo di Sonic Generations, titolo che promette di cambiare (stavolta davvero) il futuro stesso del brand. In Generations possiamo vestire i panni di Sonic Moderno, con il sistema del boost preso direttamente da Unleashed, e il Sonic Classico, l’originale, portato nel presente da Eggman proprio dal 1991. Ma la novità non finisce qui: ogni singolo livello è un perfetto remake dei più amati dai fan. Citiamo la Green Hill di Sonic 1991, Chemical Plant e Sky Sanctuary dei suoi sequel, Speed Highway di Sonic Adventure e City Escape da Sonic Adventure 2. Le boss fight rivisitate, le colonne sonore remixate e reinterpretate, il gameplay diviso tra il platform 2D originale e il boost system di Unleashed. Diciamocelo, Sonic Generations era la rappresentazione materiale dei sogni degli appassionati del franchise. Per cavalcare l’onda della nostalgia, poi, SEGA rilasciò episodicamente Sonic the Hedgehog 4, riscuotendo ancora un discreto successo. Ma fu solo dopo un triste Sonic Lost World su Wii U e tre anni di totale silenzio che la compagnia rivela il futuro del porcospino blu. Al party del venticinquesimo anniversario, a San Diego, il 22 luglio 2016 SEGA svelò al mondo quello che è oggi considerato come il glorioso ritorno di Sonic.

Il ritorno del porcospino blu

Quando fu svelato Sonic Mania, il pubblico presente esplose tra le grida di gioia. Il team di sviluppo del gioco in pixel art 2D era assolutamente più che promettente, e l’attesa valse la pena. Rilasciato nell’agosto del 2017, la critica era convinta che Mania fosse semplicemente il gioco di Sonic migliore di tutti i tempi. Perfetto omaggio al suo stesso passato, il gameplay classico risultò incredibilmente azzeccato per il pubblico di oggi. Il successo fu incredibile, al punto tale che l’opera surclassò a mani basse il capitolo dedicato al porcospino moderno. Sonic Forces, al contrario, venne sviluppato internamente dal Sonic Team. Sfortunatamente, la storia poco interessante e il gameplay castrato di Generations non convinsero né i fan, né la stampa specializzata, risultando essere poco più di un titolo discreto.

Non abbiamo citato gli innumerevoli spin-off, i giochi per dispositivi mobile e Sonic Boom, indubbiamente il peggior titolo della serie, per ovvi motivi. Ormai è chiaro che la vita Sonic è caratterizzata da epoche d’oro e lunghi periodi di assenza, segnati da fallimenti clamorosi. Tuttavia, Takashi Iizuka, Director di molti giochi del porcospino di SEGA, ha fatto sapere che sono già iniziati i lavori sul prossimo titolo della serie principale. Le speranze di tutti i fan sono ovviamente puntate su Sonic Adventure 3, capitolo che non ha mai visto la luce. Considerando il successo di Generations e soprattutto di Mania, e tenendo conto di quanto il Sonic Team abbia a cuore le fondamenta del gameplay, sperare in una realizzazione di tale sogno non è più così folle. Sonic the Hedgehog ha saputo tenere incollata a lui una fanbase enorme e tutti, tra grandi e piccini, non vedono l’ora di scoprire in che modo il Blue Blur ci sorprenderà nel 2021, con il prossimo e attesissimo gioco. Restate connessi su VMAG per non perdere aggiornamenti sullo sviluppo dello stesso, nonché novità riguardanti il riccio blu di SEGA.