A.O.T. 2 Final Battle Recensione, resa dei conti con il Gigante Bestia

A.O.T. 2, ovvero Attack on Titan 2, conosciuto dalle nostre parti come “l’Attacco dei Giganti”, si sa, è una delle serie più fortunate degli ultimi anni. Nata dalla mente di Hajime Isayama, la storia di Eren Jeager e il mondo distopico raccontato prima nel manga e poi in un vero e proprio anime ha ottenuto in poco tempo il consenso di moltissimi appassionati. Quando Koei Tecmo decise di produrne un videogioco tre anni fa, il successo non tardò ad arrivare. Ma con l’avanzare degli episodi della serie animata, era evidente che un secondo titolo sarebbe giunto. Oggi, invece, abbiamo modo di scoprire una collezione unica, imperdibile per coloro che stanno seguendo il manga e che non vedono l’ora di scoprire cosa accadrà nella tanto attesa quarta stagione. Perché A.O.T. 2 Final Battle è proprio questo: l’unione dell’inizio della storia dall’attacco al Distretto di Trost fino all’ultimo episodio dell’anime. Ma scopriamo perché riteniamo che sia l’opera perfetta per gli appassionati della saga nella nostra recensione.

Premettiamo con il sottolineare un dettaglio importantissimo: A.O.T. 2 Final Battle è la versione completa del gioco uscito l’anno scorso, che si è arricchito con l’espansione chiamata proprio “Final Battle”. Il risultato è un’esorbitante mole di modalità ed elementi di gameplay, che rendono questo gioco un’esperienza perfetta per coloro che si sono goduti le prime tre stagioni dell’anime. Per quanto riguarda la modalità storia, infatti, l’opera non ci mette nei panni di Eren o di Levi, bensì di un avatar personalizzabile che racconta gli eventi della serie dal suo punto di vista, inevitabilmente diverso da quello dei protagonisti. In questo modo veniamo catapultati all’interno della narrazione originale senza alterarne gli eventi ma portandoci a far parte di quel mondo perennemente in guerra che i fan adorano. Avremo modo di ottenere materiali e denaro per potenziare le spade e l’equipaggiamento di manovra tridimensionale, ma anche delle bombole a gas e molto altro. In questa occasione potremo anche far amicizia con i personaggi principali della serie (prima che alcuni vengano divorati, ovviamente), cosa che non mostra subito un vero e proprio senso di esistere. 

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In A.O.T. 2 Final Battle, il fattore “quantità” è a dir poco esorbitante, cosa che farà impazzire i fan.

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Ma la vera sorpresa di A.O.T. 2 Final Battle risiede nella modalità “Episodio personaggio”, che offre una serie di eventi in cui vestiremo i panni di personaggi prestabiliti come Hanji o Levi, ma anche Mikasa o Armin. Queste missioni sono il cuore degli eventi della terza stagione dell’anime, raccontati però in modo diverso. La narrazione non sarà fissa, bensì episodica e divisa in sequenze animate, con altre illustrate a schermo con piccoli fumetti. Dovremo dire addio alle visuali in prima persona della modalità storia e suo al comparto narrativo fluido, per abbracciare tante piccole storie che, all’unisono, hanno un senso compiuto, ma fino ad un certo punto. Spesso, infatti, ci sono enormi troncature nella trama originale che, per chi non conosce l’anime o che semplicemente non lo ricorda nei dettagli, può creare grande confusione. In alcune occasioni abbiamo visto Eren citare persone che non abbiamo mai visto o altri combattenti in punto di morte, senza sapere in che modo ne sono stati ridotti. In sostanza possiamo dire che il fattore “quantità”, per quanto riguarda i fatti raccontati, è a dir poco esorbitante, cosa che farà impazzire i fan. La “qualità”, quindi, viene inevitabilmente messa da parte sfociando in un mix di eventi che susseguono spesso troppo rapidamente.

Rispetto il primo capitolo, però, abbiamo riscontrato un grande miglioramento sia del comparto grafico che delle animazioni, e soprattutto delle visuali. In alcuni momenti è stato scenograficamente pazzesco sfrecciare nei panni di Levi nella foresta degli alberi giganti o tra le case distrutte del Distretto di Shiganshina. Allo stesso modo, siamo rimasti senza fiato quando Eren gigante colpiva i suoi simili, facendo schizzare sangue su ogni parete e distruggendo interi palazzi con i loro corpi martoriati. I tanti elementi su schermo, però, causano spesso pesanti cali di frame che, nel migliore dei casi, rendono sensibilmente più spettacolare l’azione. 

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Siamo rimasti senza fiato quando Eren gigante colpiva i suoi simili, facendo schizzare sangue su ogni parete.

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Il gameplay si avvantaggia molto di questi effetti visivi, ma il sistema di combattimento, e nello specifico quello di puntamento, è ancora in uno stato primordiale. Agganciare il gigante, sparare l’arpione sulla parte del corpo scelta, schivare i suoi attacchi per posizionarci in direzione della nuca e poi attaccare è ancora spesso un compito troppo complesso e macchinoso, anche se usiamo personaggi potenti come Mikasa o Levi. Il tutorial aiuta molto a capire, missione dopo l’altra, le meccaniche che ci porteranno a diventare degli assassini di giganti. Tuttavia, ci è capitato spesso di incappare in elementi senza aver idea di come funzionassero, citando tra questi uno completamente inedito.

Il Gigante d’Attacco, protagonista indiscusso della serie, è ora più minaccioso che mai.

Parliamo dell’attrezzatura anti-uomo, la stessa utilizzata da Kenny e dai suoi scagnozzi nella terza stagione della serie animata. Il gameplay di A.O.T. 2 Final Battle viene così completamente stravolto, passando da un combat system all’arma bianca, e quindi ravvicinato, a uno più incentrato sul distanziarsi costantemente dal nemico. Il cambiamento è così drastico e la novità è così piacevole da usare che in molte occasioni lo abbiamo preferito addirittura alla più classica attrezzatura per la manovra tridimensionale. Citazione importante va fatta alle lance fulmine, integrate in modo magistrale nel gameplay di per sé già molto strutturato.