Stranger Things 3 The Game Recensione: il retro che va di moda

Stranger Things è tornato pochi giorni fa con la terza stagione (qui la nostra recensione) e, in concomitanza con il rilascio su Netflix, è stato pubblicato anche il videogioco ufficiale, Stranger Things 3 The Game, sviluppato da BonusXP, gli stessi del titolo precedente dedicato all’opera, in collaborazione con il colosso dello streaming. Ciò che ne esce fuori è un prodotto incredibilmente interessante che, a differenza degli esperimenti passati fatti con film o altre serie tv, è qualcosa di riuscito: propone dinamiche nuove, pur facendoci rivivere fedelmente la storia raccontata in queste ultimissime puntate e che, di conseguenza, già conosciamo. Questa recensione contiene qualche spoiler riguardo la stagione in corso, quindi continuate la lettura solo se avete visto gli ultimi episodi. In caso contrario, andate direttamente al box finale, in cui è riassunto il giudizio espresso in questa recensione, senza però rivelare nulla della trama di questi nuovi episodi.

Stranger Things 3 The Game segue passo passo la trama dell’opera, al punto che è divisa in capitoli nominati esattamente come su Netflix. Anche i dialoghi sono praticamente gli stessi, così come le frasi tipiche dei personaggi e il nome dei trofei (capirete giocando a cosa mi riferisco). Nonostante tutto, però, ci sarà qualche cambiamento per distaccarsi leggermente dalla serie tv: abbiamo orde di ratti mindflayerizzati o dei russi che ci ostacolano e che dobbiamo picchiare con tutti i mezzi a nostra disposizione. A parte questo, e le missioni secondarie, Stranger Things 3 The Game è praticamente la stessa opera vista su Netflix, ma raccontata in un altro modo.

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I personaggi non sono ovviamente dettagliati come ci si aspetterebbe da un titolo del 2019, ma è una (azzeccata) scelta stilistica.

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Stranger Things è ambientato nel passato, e ogni elemento della trasposizione videoludica trasuda anni ’80, a cominciare dalla grafica. Visivamente abbiamo un prodotto praticamente tutto in pixel, e i personaggi non sono ovviamente dettagliati come ci si aspetterebbe da un titolo del 2019, ma è una (azzeccata) scelta stilistica in linea con l’opera di Netflix. Se fa sicuramente piacere vivere un videogioco con un’atmosfera retro, dall’altra ogni tanto c’è qualche problema nel riconoscere i character: alcune silhouette sono facilmente riconoscibili (Dustin, Undici), altre un po’ meno (Joyce, Max, Steve). In ogni caso, siamo negli anni ’80, quindi non possiamo pretendere troppo!

I personaggi giocabili sono praticamente tutti quelli del cast principale, ognuno con delle particolari abilità, fra cui alcune viste recentemente su Netflix: ad esempio lo spray che Dustin usa nella prima puntata della terza stagione diventa la sua arma principale. Oltre a skill relative al combattimento, alcuni possiedono anche altre capacità: Lucas può tirare con la fionda dei dardi esplosivi, Joyce con le tronchesi può distruggere le catene, il già citato Dustin invece può hackerare dispositivi di sicurezza e così via. Possiamo controllarli tutti, sbloccandoli poco a poco dopo aver risolto alcune missioni, ma in-game ne potremo avere solo due per volta: uno lo muoviamo noi, l’altro è subordinato ai nostri ordini e può sia seguirci che restare fermo, quando magari la risoluzione di puzzle lo richiede.

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Non mancano le boss fight, in cui dobbiamo combattere i nemici già visti nella serie tv: qui ovviamente i game designer hanno potuto sbizzarrirsi.

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Il gameplay è molto semplice e a tratti ricorda i primi Pokémon: abbiamo una serie di missioni secondarie da svolgere, tutte propedeutiche a un obiettivo primario e senza un ordine preciso, in linea con la serie tv: si tratta di incarichi piuttosto semplici, come andare al centro commerciale a comprare qualcosa per qualcuno o cercare oggetti che usare per la creazione di oggetti complessi. C’è anche un minimo di scelte da fare nei dialoghi, ma non influiscono ai fini della trama. Ci troveremo spesso a risolvere dei rompicapo per raggiungere il nostro obiettivo. A volte dovremo eludere il sistema di sicurezza, altre smanettare con degli interruttori della corrente per far aprire le porte giuste, e questo purtroppo non sempre sarà divertente, perché avremo qualche suggerimento, ma dovremo andare a tentativi finché non capiamo il modo di risolvere questi enigmi. Non mancano le boss fight, in cui dobbiamo combattere i nemici già visti nella serie tv: qui ovviamente i game designer hanno potuto sbizzarrirsi un po’ di più, visto che tocca a noi giocatori capire i punti deboli dei nostri avversari e colpirli al momento giusto, schivando i loro attacchi: inizialmente può sembrare difficile, ma in relativamente poco tempo possiamo farci un’idea di come si muovono e come poterli sconfiggere.

Quasi tutte le azioni che svolgiamo in-game sono già state compiute su Netflix: da una parte si toglie l’effetto sorpresa, dall’altra però ci rende protagonisti, visto che a controllare gli attori ci siamo noi questa volta. Se il manichino per ingannare Billy nella serie tv è pronto per l’uso, noi dobbiamo assemblarlo, così come il dizionario russo-inglese dobbiamo andare a recuperarlo in biblioteca. L’unica pecca è che potendo controllare tutti i personaggi, possiamo far “accadere” cose mai successe: ad esempio possiamo far combattere Joyce e Hopper contro Billy, quando invece nella serie tv sono stati i ragazzi a fronteggiarlo. Poco male comunque, perché a parte queste piccolezze, la trama è praticamente identica a quanto proposto da Netflix.

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