L’universo partorito dalla mente di Howard Phillips Lovecraft, spesso citato come H.P. Lovecraft, è da sempre stato una grande fonte di ispirazione per il mondo dei videogiochi. Déi antichi che dormono sui fondali marini, mostri orripilanti che la mente umana non può capire, visioni di eventi catastrofici e incomprensibili casi di follia sono elementi che non falliscono nello stuzzicare la curiosità degli appassionati del macabro e del mistero. Nel tempo, abbiamo visto nascere un gran numero di opere basate su queste idee, sia intere storie costruite a partire dai libri, sia piccole avventure che prendono spunto da uno o più aneddoti. L’arduo compito di questi progetti è cercare di ricreare quanto più fedelmente possibile le emozioni che Lovecraft trasmette con i suoi scritti, un’impresa purtroppo complessa. L’immaginazione umana copre infatti un ruolo essenziale nel far provare al lettore stupore e ansia, mentre nei videogiochi questo aspetto è sostituito dalla grafica, che lascia ben poco spazio all’inventiva. The Sinking City si pone l’obiettivo di far immergere il giocatore nell’universo lovecraftiano con un approccio sì più interattivo e diretto, ma che lascia ampio spazio alla mente di fantasticare e indagare sui misteri. Rilasciato il 27 giugno 2019 su PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e Microsoft Windows, è un titolo horror d’azione e avventura sviluppato da Frogwares, studio indipendente conosciuto grazie alla longeva serie di videogiochi basati su Sherlock Holmes. L’esperienza maturata nello sviluppo delle avventure ispirate al leggendario detective si è sicuramente rivelata un punto di forza nella creazione della loro ultima opera, soprattutto nel tessere la rete di enigmi ed eventi inspiegabili su cui il protagonista cammina durante la sua ricerca per la verità. Lanciamoci anche noi tra le strade di Oakmont e scopriamo se The Sinking City è in grado di soddisfare le aspettative dei fan dello scrittore statunitense.

Senza indugiare troppo su lunghi filmati di apertura o testi di introduzione, il titolo mette immediatamente il giocatore nei panni dell’investigatore privato Charles Winfield Reed, originario di Boston. L’uomo si sta dirigendo a bordo di una nave verso la città di Oakmont, nel Massachusetts, per cercare una soluzione ai suoi problemi mentali. Da anni, Charles soffre di ricorrenti visioni che scopre essere in qualche modo legate a questa città dimenticata, dove sono stati trovati molti individui con gli stessi sintomi. A dare il via a questa epidemia di allucinazioni e pazzia sembra essere stato un evento chiamato “inondazione”, che ha sollevato il livello del mare in maniera permanente e, oltre ad allagare le strade, ha reso quasi impossibile raggiungere Oakmont con mezzi che non siano navi ben attrezzate. I bizzarri abitanti del luogo, tuttavia, non hanno un buon occhio per gli stranieri, e prima di ricevere un aiuto nella sua ricerca Reed dovrà guadagnarsi la loro fiducia mettendo a disposizione le proprie doti investigative soprannaturali. Le visioni, infatti, non sono solamente un ostacolo: consentono al detective di rivivere eventi passati, scovare indizi nascosti all’occhio umano e seguire le tracce invisibili lasciate dai fuggitivi. Quello su cui bisognerà indagare, tuttavia, non sono piccoli furti di quartiere o risse tra compaesani, ma crimini legati a culti nascosti, delitti inspiegabili, violenti casi di pazzia e misteri ai limiti dell’immaginazione, il tutto mentre ci si destreggia tra individui strambi, artefatti occulti e creature terrificanti. Il viaggio di Reed metterà a dura prova le sue doti così come la sua forza di volontà, e toccherà al giocatore far sì che lo sventurato protagonista non cada vittima della follia o degli attacchi dei mostri che si celano tra le strade di Oakmont.

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Se una persona impazzita a causa di un rituale occulto uccide un compaesano a sangue freddo, è giusto che venga giustiziata per il crimine oppure no?

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Il gameplay consiste per la maggior parte nello scovare informazioni e compiere deduzioni per risolvere dei misteri. Il punto di partenza è sempre la raccolta di indizi, che in genere richiede di recarsi in un determinato luogo, parlare con le persone giuste, esaminare le scene del crimine ed effettuare ricerche nei vari archivi della città. Una volta che si hanno tra le mani una sufficiente quantità di prove, si può iniziare a combinarle nel proprio Palazzo Mentale per arrivare a delle deduzioni, che forniscono indicazioni su quale sia il prossimo obiettivo o la prossima informazione da cercare. In base a quanti indizi si trovano e al modo in cui vengono correlati tra di loro, Reed può arrivare a diverse conclusioni e sarà compito del giocatore indicare quale tra di esse sia la soluzione definitiva al mistero. Non ci sono opzioni giuste o sbagliate: si tratta prevalentemente di scelte morali che vanno prese in base a come si vuole interpretare il protagonista. Se una persona impazzita a causa di un rituale occulto uccide un compaesano a sangue freddo, è giusto che venga giustiziata per il crimine oppure no? In base a quale percorso si sceglie, ci si può guadagnare la fiducia di alcune persone o il loro odio. Questa parte del gameplay è sicuramente la più interessante, in quanto The Sinking City fa un ottimo lavoro nel ricreare le sensazioni di una vera indagine, lasciando che sia il giocatore a dover compiere il lavoro ma fornendo allo stesso tempo una struttura che elimina i passaggi frustranti o noiosi della ricerca. È assolutamente possibile velocizzare il processo saltando i dialoghi o esaminando tutto alla rinfusa fino ad ottenere qualche risultato, ma così facendo si rischia di rimanere bloccati o annoiati e di perdere uno dei veri pregi del gioco, ovvero la sua scrittura.

Oltre alle indagini, è richiesto talvolta di combattere per difendersi dagli attacchi o dei mostri o per esplorare le zone infestate di Oakmont. È possibile colpire gli avversari in mischia, oppure estrarre un’arma da fuoco e sparare. Ogni nemico ha attacchi e punti deboli unici, che è importante scoprire se si vogliono aumentare le proprie possibilità di uscirne vivo. Le lotte in The Sinking City sono più un gioco di sopravvivenza che una sequenza di azione: la vita e la sanità mentale del protagonista si prosciugano rapidamente, e le risorse a propria disposizione sono discretamente limitate. Proiettili e kit medici vanno craftati con i materiali che si trovano in giro per la città e non se ne possono trasportare una grande quantità, di conseguenza è fondamentale far valere ogni colpo e apprendere le caratteristiche del nemico se non si vuole rimanere a corto di strumenti di difesa in brevissimo tempo. Oltre a quelli sopra citati, però, Reed ha a disposizione una gamma più ampia di utensili, come esplosivi lanciabili e trappole, che se usati correttamente facilitano la vittoria nei combattimenti. Questo titolo premia gli approcci metodici e penalizza chi fa ricorso allo “spam” di attacchi, facendo sì che ogni scontro sia efficacemente teso e avvincente. Tuttavia, non mancano di certo degli aspetti negativi: l’utilizzo di alcuni oggetti durante le lotte risulta eccessivamente complesso e alcuni movimenti dei mostri sono poco leggibili ed evitabili, portando molte volte ad una situazione di caos in cui il giocatore tenta invano di far uso delle proprie risorse mentre gli avversari lo sopraffanno. Basti pensare che per utilizzare un medikit è necessario selezionarlo dal menù a scelta multipla, tenere premuto il tasto di mira per afferrarlo e successivamente utilizzare un altro tasto ancora per curarsi. Fino a che non si diventa familiari con questi comandi, gli scontri possono risultare confusi e frustranti, risultando quasi inevitabilmente in un consumo esagerato di risorse o nella morte del protagonista. Oltre ai propri punti ferita, bisogna anche gestire un altro fattore: la sanità mentale del detective. Guardare eventi o mostri sovrannaturali farà calare man mano la propria forza di volontà, e raggiungere valori bassi causerà deformazioni del campo visivo, allucinazioni, distorsione degli ambienti e cecità. Al fattore di sopravvivenza va quindi aggiunta la necessità di non prolungare troppo a lungo il contatto con le creature occulte. Per ripristinare la propria sanità, è sufficiente allontanarsi da qualche anomalia e attendere che il protagonista si calmi.

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Le lotte in The Sinking City sono più un gioco di sopravvivenza che una sequenza di azione: la vita e la sanità mentale del protagonista si prosciugano rapidamente, e le risorse a propria disposizione sono discretamente limitate.

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Ultima componente chiave di The Sinking City è l’esplorazione, che va di pari passo con le investigazioni e i combattimenti. Oakmont è una città vastissima, divisa in sette distretti e con innumerevoli strade, incroci, edifici abbandonati e luoghi chiave. Mentre per la maggior parte le vie sono percorribili a piedi, alcune zone sono rimaste allagate a causa dell’inondazione e vanno attraversate guidando una barca da una sponda all’altra. È anche possibile nuotare, anche se è vivamente sconsigliato a causa delle creature che infestano le acque. Fin dal completamento del primo incarico, gran parte della mappa diventa immediatamente visitabile e aperta al giocatore, che può sfruttare questa libertà per attivare i punti di viaggio rapido. Questi ultimi sono fondamentali se non si vuole perdere troppo tempo a correre da una parte all’altra della città per raccogliere indizi sui propri casi. Si ha immediatamente a propria disposizione una cartina completa di Oakmont, sulla quale verranno man mano segnati i luoghi di interesse che si scoprono viaggiando. Al contrario dei tradizionali videogiochi basati su quest e incarichi, però, i luoghi in cui bisogna recarsi per indagare o il punto in cui si trovano gli NPC importanti non vengono indicati né sulla mappa né sulla bussola. Per scoprire dove bisogna recarsi, è necessario leggere gli indizi a propria disposizione e ricavare così la propria destinazione, che è possibile appuntarsi sulla cartina tramite l’indicatore della missione relativa. Anche qui, il sistema richiede che sia il giocatore a svolgere il lavoro di segnare i punti di interesse, fornendo però assistenza sottolineando gli indizi relativi ai luoghi, così che non risulta necessario leggersi interi paragrafi di testi solo per capire dove bisogna andare.

Graficamente, Oakmont rappresenta una città degna di una vera storia raccapricciante. L’atmosfera è perennemente cupa e trasmette una sensazione di malessere, di sporcizia e di malattia, e tutto questo è riflesso nelle ambientazioni all’interno delle quali ci si muove. Ovunque sono presenti rifiuti e detriti abbandonati per strada, le acque pullulano di rottami vaganti e immondizia, gli edifici sono luridi e abbandonati a sé stessi e nell’aria c’è sempre nebbia o pulviscolo. Anche gli abitanti sono stati realizzati per trasmettere ribrezzo, disagio e sospetto, soprattutto i bizzarri Throgmorton dall’aspetto scimmiesco e i rifugiati di Innsmouth, raccapriccianti incroci tra umani e pesci. Sebbene a tratti può dunque sembrare ripetitiva e priva di varietà, Oakmont risulta essere il luogo perfetto dove ambientare la vicenda di Reed e un azzeccato accompagnamento alle tematiche trattate in The Sinking City, tra cui spiccano i pregiudizi razziali e il senso di giustizia. I personaggi chiave che si incontrano durante l’avventura sono tutto sommato ben caratterizzati e riconoscibili, anche se sia loro che il protagonista mantengono un profilo discretamente anonimo e non posseggono aspetti particolarmente memorabili. In contrasto al disagio cittadino, i fondali marini che bisognerà esplorare di volta in volta sono un mix equilibrato tra il meraviglioso e il terrificante, grazie all’architettura misteriosa ed elaborata unita all’inquietante presenza di gigantesche creature che si aggirano nell’ombra. Gli amanti di questo tipo di rappresentazioni visive resteranno sicuramente soddisfatti dal lavoro di Frogwares.

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Sebbene a tratti può dunque sembrare ripetitiva e priva di varietà, Oakmont risulta essere il luogo perfetto dove ambientare la vicenda di Reed e un azzeccato accompagnamento alle tematiche trattate in The Sinking City.

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In conclusione a questa analisi di The Sinking City, è bene analizzare anche i difetti che purtroppo anche un’opera come questa si trascina dietro. A livello tecnico, il gioco presenta lacune piuttosto evidenti, che possono spesso rovinare l’immersione o la fluidità dell’esperienza. A partire dalle animazioni fisiche e facciali dei personaggi fino al controllo del proprio personaggio, molte volte si avverte un senso di legnosità nella struttura, come se si avesse a che fare con dei pupazzi animati piuttosto che con degli esseri umani. A questo si vanno ad unire alcuni frequenti cali di prestazione, come barre di caricamento quando si apre la porta di un edificio o freeze dello schermo quando si accede alla mappa o all’inventario. Si tratta perlopiù di fenomeni a breve durata, ma la loro frequenza è sufficiente a rallentare il flusso di gioco in maniera alquanto fastidiosa. Parlando invece del gameplay, il modo in cui i vari elementi si incastrano tra di loro fa sì di creare una struttura bilanciata ma che allo stesso tempo non mette in risalto nulla e abbassa tutto ad un livello quasi basilare, senza dare al giocatore la libertà di sperimentare e uscire dai binari dei pattern prestabiliti del titolo. Questo si riflette anche nella mappa che, per quanto molto grande e liberamente esplorabile, offre pochissime ricompense a chi si mette a gironzolare per le strade invece che seguire gli obiettivi delle quest. Gli unici vantaggi di correre da una parte all’altra della città sono lo sblocco dei punti di viaggio rapido e la raccolta di materiali per il crafting nelle zone infestate, ricompense che però non sono sufficientemente impattanti da giustificarne l’investimento di tempo. Infine, nonostante per alcuni potesse sembrare quasi un fattore palese, The Sinking City non è un gioco horror. C’è ben poco al di là di alcuni momenti di tensione e dell’atmosfera inquietante, e il gioco non sfrutta in alcun modo i jump scare o gli altri strumenti delle opere di paura. Il viaggio di Reed è un’avventura investigativa ambientata in un universo colmo di misteri ed elementi macabri, ma di certo non un thriller che punta a far accapponare la pelle e far gridare di terrore i giocatori.