Pochi giorni fa sul palco dell’E3 è salito a sorpresa Keanu Reeves, che ha rivelato a tutto il mondo di essere uno dei personaggi di Cyberpunk 2077, il prossimo titolo di CD Projekt RED, atteso per il 2020. Per la generazione ‘90, però, l’attore è noto per la sua interpretazione di Neo, l’eletto nella trilogia Matrix, creata dalle sorelle Wachowski (prima del cambio di genere erano conosciute come i fratelli Wachowski). Come ogni mese, su VMAG parliamo di una delle grandi opere cinematografiche del passato, e in questo caso prendere in considerazione il primo capitolo della saga di Matrix, che segna la nascita del personaggio o meglio, la sua transizione da “signor Anderson” a “Neo“, con l’aiuto di Trinity (Carrie-Anne Moss) e Morpheus (Laurence Fishburne). A vestire i panni dell’antagonista principale c’è Hugo Weaving che interpreta l’Agente Smith, una sorta di poliziotto che ha lo scopo di eliminare tutto quello che non va. Il film è stato il quarto miglior incasso dietro a Star Wars Episodio I, Il Sesto Senso e Toy Story 2, arrivando a guadagnare quasi mezzo milione di dollari: una cifra di tutto rispetto per l’epoca. Matrix è inoltre riuscito a vincere ben 4 Premi Oscar per montaggio, sonoro, montaggio sonoro ed effetti speciali. Ma andiamo a scoprire più a fondo la trama del primo capitolo.

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In un mondo futuristico le macchine hanno preso il sopravvento e i pochi umani rimasti sono costretti a vivere al di sotto della superficie. La maggior parte della specie, però, vive a sua insaputa in un universo alternativo, credendo che sia tutto reale: Matrix.  Il protagonista è Thomas Anderson, un impiegato non soddisfatto della sua vita che una sera viene contattato da Trinity in chat, che lo invita a conoscere quanto possa essere profonda la tana del Bianconiglio. Dopo aver incontrato la ragazza e Morpheus, che vede Anderson come l’eletto, scopre la verità su quanto succede in Matrix e gli viene data la possibilità di scegliere se accontentarsi della sua vita attuale o di combattere le macchine e liberare l’umanità.

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Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio.

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Neo, come viene chiamato ora il protagonista, inizialmente non è sicuro di essere il prescelto ma, piano piano, si convincerà di ciò che è veramente, come quando farà di tutto per salvare proprio i suoi alleati da morte certa. Il luogo è però una sorta di essere vivente e se scopre una minaccia alla sua sopravvivenza, contrattacca. Neo si trova quindi ad affrontare anche gli “agenti”, linee di codice (umanizzate) che svolgono il ruolo di polizia, con poteri formidabili come ad esempio evitare i proiettili o entrare letteralmente ne corpo di altre persone. Il film si conclude con il completamento della trasformazione del protagonista da “signor Anderson” a “Neo, l’eletto“, le cui gesta verranno poi continuate e approfondite nei due sequel del 2003.

La pellicola, uscita nel 1999, è diventata un’icona di quel periodo grazie ad alcune scene entrate di diritto nella storia del cinema: possiamo citare la sequenze del Bianconiglio o i movimenti al rallenty per evitare i proiettili, ma ce ne sono tantissimi altri che sicuramente rimarranno indelebili nella vostra memoria e che magari sono stati ripresi anche in altre opere. A proposito dei proiettili, nella pellicola è stato fatto un grandissimo uso del bullet time, con tantissime scene che sono state girate con l’ausilio di più telecamere contemporaneamente per poter cambiare inquadratura in maniera istantanea e riprendere la stessa scena da più angolazioni. Un’altra caratteristica è che Matrix è a tutti gli effetti un mondo digitale, che quindi deve sottostare a tutti i pregi e i difetti che ha una stringa di codice. Se da una parte è facile andare a toccare qualche carattere per far apparire un oggetto, dall’altra è normale che il mondo faccia di tutto per non essere hackerato, contenendo le minacce ed eliminandole come farebbe un antivirus. Nel 1999 forse il termine non era conosciuto, ma oggi potremmo dire che Matrix è una sorta di MMO in cui è possibile vivere una vita felice e fregarsene della realtà, con tanto di login e logout, accessibile solo a chi è riuscito a liberarsi. C’è però una regola, anche un po’ ovvia: mente e corpo non possono vivere l’uno senza l’altro. Morire in Matrix significa perire nella realtà, e viceversa. Questa riflessione era doverosa da fare perché, nonostante il lungometraggio sia ambientato quasi tutto nel mondo digitale ci saranno anche scene in cui Neo e gli altri dovranno interagire fra loro anche al di fuori.
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Matrix abbina fantascienza, filosofia e religione.

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Oltre a tutta l’azione che possiamo trovare nel film (perché sì, i combattimenti sono fighi), in Matrix ci sono anche argomenti delicati come la religione e la filosofia, che sono il motore della storia. C’è un eletto tanto per cominciare, che ha il compito di salvare l’umanità e di mostrarle com’è il mondo veramente, un po’ come il mito della caverna di Platone o il velo di Maya di Schopenhauer. Ci sono momenti nel film (e in realtà anche in tutta la saga) in cui al protagonista viene chiesto di essere convinto delle sue capacità, perché in un modo o nell’altro troverà la soluzione, visto che lui è l’eletto. E così sarà. Ci sarà spazio anche per dilemmi esistenziali: meglio vivere in una realtà terrificante e frustrante sotto la superficie terrestre o accontentarsi di un’esistenza fasulla dove però è possibile essere felici? Anche questo è uno dei temi del film, perché non tutti vogliono conoscere la verità. Morpheus e Neo spingono per la liberazione del genere umano, ma Matrix fa di tutto per “corrompere” gli abitanti del mondo digitale, promettendogli magari ricchezze o qualche altra ricompensa, a patto di fermare i buoni della storia.

Il primo Matrix ha presentato il protagonista, ci ha fatto vedere come è nato e come si è trasformato. Il film ha poi avuto dei seguiti, usciti entrambi, qualche anno dopo, a distanza di mesi (maggio Matrix Reloaded, novembre Matrix Revolution) in cui vengono approfonditi altri aspetti del protagonista e una nuova consapevolezza del suo ruolo di salvatore. Consiglio caldamente la visione dell’intera trilogia, anche se le successive opere non sono state apprezzate del tutto, ma fidatevi, vale la pena vederlo, soprattutto se siete rimasti soddisfatti del mondo virtuale di Ready Player One, che ha davvero tanti elementi in comune con Matrix.