“Se non fosse stato per i videogiochi, non avrei cominciato a programmare”. Questo è ciò che ha dichiarato il miliardario Mark Zuckerberg, in occasione del “Townhall Q&A“. A quanto pare i videogiochi più passa il tempo e più trovano preziosi alleati come la Casa Bianca che più volte si è schierata dalla “nostra parte” e ora anche Mark Zuckerberg. Questo è una parte di quanto ha rilasciato:
“Lasciarli sperimentare cose nuove è una delle migliori possibilità che potete dar loro. Io credo che questa dinamica che riguarda i bambini in crescita, ossia costruire giochi e giocare ai videogiochi, sia importante perché questo è la porta che lancerà molti di loro nel mondo della programmazione. Non avrei mai iniziato a programmare se non avessi giocato ai videogiochi da piccolo.”
Ciò che si evince dalle sue parole è che Mark Zuckerberg non avrebbe mai raggiunto la sua posizione (invidiabile) se non fosse stato per il videogiochi che tanto vengono criticati e che da sempre vengono visti (soprattutto in Italia) una male sia per la salute di chi li pratica sia un male per la società .
Ma molte sono le situazioni analoghe a quella del proprietario di Facebook, come affermato da lui stesso:
“Molti sono gli ingegneri che conosco , che sono tra i migliori ingegneri del mondo, hanno imparato da soli. Dobbiamo lavorare su questo per farlo capire alle persone.”
Parlando invece di affari, Mark Zuckerberg ha dichiarato che non è lontana l’idea di far assomigliare sempre di più il dispositivo di realtà virtuale Oculus Rift ad un paio di occhiali classici e che il dispositivo sarà pronto per la metà dell’anno prossimo. Probabilmente lo stesso Zuckerberg, in virtù del suo attaccamento ai videogiochi, ha acquistato la tecnologia VR, vedendo in essa il futuro stesso dell’industria videoludica.