Proprio mentre stavo per mettere i palmi sotto la scrivania per lanciarla in aria come spesso mi accade quando leggo notizie inerenti la Ubisoft, mi sono fermato. D’altronde gran parte dell’adrenalina era già scaricata dall’ultimo materiale mostrato sul nuovo Assassin’s Creed, ma questa è un’altra storia.
Mi sono fermato dicevo, e infatti dopo aver appreso che Tom Clancy’s The Division è stato rimandato alla prima parte del 2016 insime a Rainbow Six Siege, ho preferito rifletterci su e contestualizzare la cosa, che potrebbe rappresentare in fondo anche un notevole vantaggio. Siamo negli anni della serializzazione, dello spremere l’appeal fino ad esaurimento e battere il ferro finché è caldo, a discapito di qualità e profondità , e troppe volte ci si propinano titoli addirittura incompleti in attesa che innumerevoli patch risolvano il problema.
Ubisoft Infatti, dopo aver posticipato all’anno corrente The Division, approfitta della chiusura dell’anno fiscale al 31 marzo scorso per ritardare ulteriormente l’uscita di un anno. The Division, rispetto ad altri, era già partito con una marcia diversa. Annunciato durante l’E3 2013, la nuova IP legata legata alla firma di Clancy si poneva da subito grandi obiettivi sul piano delle meccaniche e della giocabilità . Stessa cosa per il prossimo Rainbow Six, con la missione di riacquisire i fan degli FPS tattici, da troppo tempo a secco di titoli decenti.
Certo, anche io come tanti altri smanio per l’uscita di titoli di questo livello, ricordiamo casi analoghi per The Witcher 3 e Batman: Arkham Knight, ma da qualche tempo riesco a vedere più un’opportunità che un problema il dover attendere altro tempo. Quanto è alta ancora la vostra lista di titoli ancora da giocare, la famosa Pile of Shame? Quante patch avete dovuto installare prima che uno dei vostri titoli abbia raggiunto l’equilibrio sperato?
Niente di cui disperarsi quindi! Più tempo ci separa dall’uscita e meglio saranno rifiniti, avranno meno glitch, gli fps aumenteranno e così via. Nel frattempo guardate nella libreria fisica o virtuale che sia, di sicuro ci sono diverse perle da completare o da recuperare, e se davvero non ne avete, forse è il caso di guardare ancor più indietro e magari giocare qualche retro-game che ha fatto la storia del videogioco, in anni in cui non c’era nessuna fretta di rincorrere il prossimo capitolo, e gli sviluppatori rispondevano “uscirà quando sarà pronto”.