Recensione Good Omens

Tra gli autori della narrativa contemporanea più apprezzati vi è Neil Gaiman: l’artista inglese ha confezionato prodotti diversissimi tra loro che sono riusciti in poco tempo a diventare dei veri e propri gioielli inestimabili. Da Coraline, passando per American Gods (adattata di recente sul piccolo schermo) e Sandman, per citarne solo alcuni, lo scrittore e fumettista è riuscito a creare degli universi fantastici popolati da uomini, dèi e creature dalla spiccata personalità e dall’incredibile carisma. Il personaggio in questione, inoltre, ha scritto una popolare opera nel 1990 insieme al compianto Terry Pratchett, noto scrittore del Regno Unito di fantasy umoristici: Good Omens, tradotto in italiano con Buon Apocalisse a Tutti!, opera spassosa da una portata universale. Fin dagli albori, gli autori hanno combattuto per anni affinché fosse ideata una realizzazione televisiva che sapesse riprodurre perfettamente il pazzo e folle mondo generato dalle loro penne, ma purtroppo per molto tempo non si è mosso nulla. Dopo la morte di Pratchett, avvenuta nel 2015, Gaiman gli ha fatto un’ultima promessa: lo show sarebbe uscito con lui al timone e alla fine, per fortuna, è andata proprio così.

 

Il 31 maggio è infatti arrivata su Amazon Prime Video (in co-produzione con BBC Two) una miniserie di 6 episodi che riporta fedelmente il materiale originale. Fin dalle prime immagini e video le aspettative erano altissime, grazie alla presenza, come protagonisti, dei talentuosi David Tennant (Doctor Who, Jessica Jones) e Michael Sheen (Animali notturni, Apostolo) rispettivamente nei panni di Crowley e Azraphel, il diavolo e l’angelo che governano le vicende del libro. Come è andata a finire? Una riproduzione azzeccata o un tentativo fallimentare? Entriamo nel vivo della recensione per scoprirlo al meglio. Per quanto io voglia evitare spoiler sulla geniale trama, un minimo di incipit è doveroso, perlomeno per comprendere da dove parte tutta la narrazione. I due personaggi che abbiamo menzionato, un rappresentante dell’Inferno e l’altro del Paradiso, sono amici da secoli. Quello che li accomuna? L’amore per la Terra e per i suoi abitanti, manifestato con il loro maldestro tentativo di adattarsi alla modernità. Ma non va tutto a gonfie vele: l’Apocalisse sta arrivando, come previsto dal Piano Ineffabile di Dio e solo una coppia così atipica potrà provare a sventare una sciagura simile.

Se non altro, al di là dei complimenti ad ogni singola comparsa, siepe e qualsiasi altro essere animato su schermo, Tennant e Sheen si ritagliano la fetta più grossa di applausi, riuscendo ad attirare gli occhi del pubblico sulla loro performance.

 

Nonostante si parta da questa coppia divina, state tranquilli che non mancheranno altri comprimari di spessore come l’affascinante Anatema Device (Adria Arjona), incaricata di interpretare le profezie di una sua antenata, l’inedito Gabriele (Jon Hamm), inventato appositamente per la serie e molte altre sorprese, provenienti dalla schiera dei dannati, da quella angelica, ma anche tra le fila degli umani. Vi renderete subito conto che ogni attore starà esattamente al posto giusto, con una precisione maniacale che solo il creatore originale del romanzo poteva disporre in questo modo. Se non altro, al di là dei complimenti ad ogni singola comparsa, siepe e qualsiasi altro essere animato su schermo, Tennant e Sheen si ritagliano la fetta più grossa di applausi, riuscendo ad attirare gli occhi del pubblico sulla loro performance. Probabilmente è una sensazione che solo i lettori del romanzo possono carpire appieno (e io sono tra questi), ma vi posso assicurare che una migliore interpretazione degli eroi principali non poteva essere fatta, proiettando in ogni sequenza, quella cura e attenzione che era stata riservata alla loro controparte cartacea.

Good Omens
Le convocazioni da parte di Gabriele (Jon Hamm) non sono così pacifiche come sembrano…

La fedeltà alla materia prima non si esprime però solamente con i personaggi, ma anche negli eventi rappresentati, riproposti non solo esattamente nel loro contenuto, ma in alcuni casi anche con una perfetta collocazione cronologica delle pagine di riferimento. A condire il tutto, un colpo da maestro di enorme bellezza: il ruolo del narratore sarà affidato a Dio (Frances McDormand), che tramite la sua voce fuori campo, estrapolerà veri e propri punti dell’opera cartacea e li racconterà esattamente allo stesso modo. Zero originalità e tutto tradizionalismo, quindi? Per la maggior parte sì, ma non è del tutto vero: già il fatto di ambientare la storia nel 2018 invece che negli anni ’90 ha già cambiato la prospettiva di alcune vicende e l’aggiunta di qualche elemento in più (come alcuni piccoli dettagli nel finale) non fa che impreziosire il risultato, ben sopra le aspettative previste dal pubblico e dalla stampa. L’anima dell’opera, oltre al grande campionario di strampalate figure presenti nel copione, è da rintracciare anche nella potente critica che lo show evoca, come aveva fatto il libro ventinove anni fa.

E il fatto che un angelo e un diavolo siano disposti a tutto pur di impedire la catastrofe fa comprendere bene che gli schieramenti non contano e che l’unico fattore importante è credere a sufficienza nel cambiamento per poterlo effettivamente concretizzare.

 

Considerando il problema ambientale e il progressivo spettro del riscaldamento globale che aleggia sopra il nostro pianeta, non c’era probabilmente realizzazione più vicina e attuale di questa, dove un’umanità imperfetta è condannata alla distruzione. E il fatto che un angelo e un diavolo siano disposti a tutto pur di impedire la catastrofe fa comprendere bene che gli schieramenti non contano e che l’unico fattore importante è credere a sufficienza nel cambiamento per poterlo effettivamente concretizzare. Molti personaggi dello show (perlomeno quelli positivi), anche se appaiono buffi ed estroversi sono dei potenti sognatori, attaccati ognuno a qualcosa in particolare e disposti a tutto pur di proteggerlo: forse un’idealizzazione romantica dei salvatori della Terra, viaggiatori controcorrente ma fermi nelle proprie decisioni. L’unica pecca (che intacca di poco la visione) che possiamo riscontrare, è che probabilmente quelli che trarranno maggiore beneficio nel guardare la serie sono quelli che hanno già letto il romanzo, perché vedranno il tutto rappresentato in maniera eccellente e avranno modo di godersi di più l’universo creato. Al contrario, quelli orfani del materiale cartaceo, vivranno comunque una stupenda avventura, ma mancanti di questa emozione in più e di qualche sfumatura nota solo ai lettori del romanzo.

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