Super Cane Magic ZERO Recensione: un’esuberanza creativa tutta italiana

Ricordo come se fosse ieri il primo annuncio riguardante Super Cane Magic ZERO. Non serve essere informati sin dagli albori del progetto per notare sin da subito che si tratta di un gioco creato dalla cooperazione di più artisti italiani, anche se lo stile inconfondibile vi avrà già sicuramente richiamato all’attenzione. Partorito dall’eccezionale follia creativa di Sio, aka Scottecs sul tubo, l’opera è italianissima in ogni sua parte. Il team che difatti ha costruito il percorso che ha portato oggi il titolo a sbarcare su Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One e PC, è lo Studio Evil: un gruppo di talentosi ragazzi bolognesi. Grazie ad un lato artistico inconfondibile e un lavoro minuzioso di gameplay, passo dopo passo siamo arrivati alla tanto attesa uscita in versione completa, ma avrà mantenuto le aspettative?

Dal guazzabuglio di nonsense e delirio creativo, che hanno reso Sio un grande nel mondo dell’intrattenimento italiano per tutte le età, ha preso forma una storia tanto semplice quanto coinvolgente. Una fiaba che non ci si aspettava di raccontare, condita da personaggi memorabili e un’introduzione fuori da ogni logica: gli ingredienti che hanno reso il fumettista unico nel suo genere. Nel magico e buffo universo di WOTF viene a mancare il potentissimo Mago Torta e il suo fedele cane AAAH! Si fonde con l’essenza magica rimasta del padrone, divenendo il quadrupede più imprevedibile e potente di tutto l’universo. Ogni volta che abbaia, infatti, accadono eventi di natura instabile, rilasciando un’incontenibile forza magica su gli ignari abitanti della regione. Nel miasma arcano che avvolge stelle e pianeti, il nostro personaggio si desta da una profonda amnesia, solcando il mondo onirico di WOTF in lungo e in largo per porre rimedio ai pasticci del cane magico. Sebbene la trama sia da considerare un’imbarcazione in preda ad imprevedibili folate di no sense, spesso ben distanti dal continuum narrativo, lascia trasparire il genio smodato di Sio in ogni sua forma, concedendo digressioni avvincenti e mai noiose. Tutto l’incipit d’altronde non è altro che un mero pretesto per introdurre l’appassionante mondo di gioco, perciò godetevi il viaggio più che la destinazione: ad attendervi vi sono briciole di pura goliardia.

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Sio e Studio Evil propongono un instancabile flusso di originalità creativa.

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Dalla scelta del nostro improbabile eroe, tra un roster di personaggi iconici disegnati da Sio, si passa subito all’azione in Super Cane Magic ZERO e la necessaria introduzione ai comandi. Sebbene vi sia una scarna varietà in termini di combattimento, il tutto è compensato da un suggestivo insieme di dettagli mascherati da un profondo sistema di action RPG con visuale isometrica. Dietro i colori sgargianti e gli intriganti disegni di Sio, si nasconde un robusto gameplay e un altrettanto amorevole game design: un motivo d’orgoglio sul fronte italiano. Dopo ore ed ore di divertimento abbiamo però notato di essere alle prese con uno stile di combattimento talvolta piatto, anche se ben caratterizzato. L’assoluta varietà di oggetti ed equipaggiamenti unici mostra il lato migliore dell’opera, che quasi di tutto oscura le carenze espresse in precedenza. Oltre a brandire la nostra arma primaria e a gremire i nemici con il nostro potere unico, peculiare per ciascun personaggio scelto ad inizio avventura, il gameplay sfrutta una serie di oggetti sparsi per l’area come armi o fonti d’energia. Anche oltre le dieci ore ci siamo difatti accorti dell’infinita verità di oggetti e funzionalità legati ai singoli elementi: alcuni commestibili, altri in grado di infliggere inaspettati danni ad area o di stato. Non crederete mai a quanti bizzarri manufatti vi attendono, dalle forme insolite e potenzialmente letali: occhio a cosa ingurgitate o potreste fare indigestione, ahimè, come noi.

Ciò che fa pendere maggiormente la bilancia valutativa di Super Cane Magic ZERO verso l’Olimpo degli indie italiani è il sontuoso reparto artistico: forte di un linguaggio nonsense unico sul mercato e con un’atmosfera minuziosamente dettagliata. Oggigiorno l’ostacolo primario di chi decide di buttare il proprio titolo nel calderone del mercato action RPG è l’inventare qualcosa di innovativo e levigare ad arte le blasonate core meccanics conosciute da tutti. Coraggiosamente orgogliosa, l’opera condisce il mondo di gioco con un insieme di piccole chicche grafiche, ora con schiere di nemici partoriti dal genio di Sio, ora con una rappresentazione fiabesca di vari aspetti secondari, che rendono il mondo di WOTF un’occasione per esibire l’arte canonica dell’artista. Il più grande traguardo raggiunto è sicuramente il difficile connubio tra le certezze sorrette da uno scheletro RPG classicheggiante e le storie “a breve termine” di Sio. Storie spassionatamente divertenti, ma prese sempre a piccole dosi, hanno ora trovato il modo di tessere una matassa narrativa sufficientemente coinvolgente per tutta la durata degli eventi, grazie alla costruzione di un eterogeneo universo di gioco. Prigioni spaziali in subbuglio, lande selvagge colme di segreti e infidi anfratti saturi di potere magico sono solo alcuni dei palcoscenici dove si esibiscono duelli di luci, ombre e colori: ognuno in grado di rievocare un insieme di lucidi elementi onirici, che avvolgono lo spettatore per ore ed ore di di pura goduria visiva. Non meno importante la straordinaria composizione del reparto sonoro e di sound design, sempre azzeccato e capace da solo di sottendere il già ruggente reparto artistico.

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Un’atmosfera vivace e sregolata, rimane memorabile per lo scoppiettante connubio di colori e melodie fiabesche.

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Così nasce un’opera che dimostra di sapere svecchiare le vetuste meccaniche del passato. Studio Evil riesce difatti abilmente a calibrare e dare ampio respiro al micro universo nella mente di Sio, senza mai essere schiavo di esso. Il reparto artistico diviene così il perfetto biglietto da visita per esibire un ben diramato level design, secondo solo all’esaltazione dei canoni RPG classici. Una ragnatela di abilità ben diversificate e bilanciate dona un’accurata profondità di gameplay non indifferente, che trova nello sviluppo stesso del personaggio la chiave vincente per scavalcare lo scalino della banalità. La difficoltà era comunque quella di rendere un titolo così stratificato fruibile a una larga fascia d’utenza, digerendo le ridondanti meccaniche che siamo abituati a vedere da decenni. Gli sviluppatori riescono però a rendere godibili le piccole cose, ora merito del goliardico umorismo di Sio, ora merito di un’encomiabile struttura delle singole aree. Super Cane Magic ZERO riformula con classe il tanto acclamato sistema di puzzle ambientale, che abbiamo imparato ad amare con The Legend of Zelda. Semplici enigmi e elementi sfida presi a piccole dosi rinvigoriscono egregiamente il talvolta monotono modus operandi esplorativo, che prevede il completamento di ogni area con conseguente boss finale. Niente di innovativo, certo, ma sempre caratterizzato in modo stimolante e visivamente unico: complice un livello di difficoltà sufficientemente impegnativo.