Detective Pikachu è ormai nelle sale di tutto il mondo da poco più di 24 ore e in molti hanno già iniziato a fantasticare sulle folli teorie che aleggiano sul futuro della pellicola. Il film è pieno zeppo di misteri e suggestivi rimandi al passato del brand, ognuno di essi memorabile sul grande schermo, eppure, ad ogni nuova visione, l’opera lascia intravedere dettagli sempre più intriganti. Il più palese riguarda il potere di Mewtwo: in grado di fondere Pokémon e umani insieme in condizioni empatiche precise e in grado di sfruttare abilità psichiche mai apparse in precedenza, né nel mondo cinematografico, né in quello ludico. Detective Pikachu vanta anche di un cast di mostriciattoli tascabili di tutto rispetto: ben 40 Pokémon diversi sono stati animati sul grande schermo e ognuno creato ad hoc per tener fede al design di partenza. Sono inoltre presenti quattro pupazzetti e statue raffiguranti alcuni esseri non animati in questo film, tra cui: Dialga, Arceus, Palkia e Spoink. I primi tre sono collegati a delle statue ornamentali presenti nell’ufficio del rivoluzionario Howard Clifford, mentre il piccolo porcellino è raffigurato come un gadget nella macchina di Lucy. L’ultimo dettaglio che ci ha piacevolmente colpito è la reazione del Ditto di Howard a contatto con il siero viola prodotto in laboratorio: il mostriciattolo non cambia psicologicamente come gli altri, ma morfologicamente. L’esposizione alla sostanza crea uno squilibrio intermolecolare nella creatura, il che fa pensare a un qualcosa di unico presente nel suo organismo: un chiaro riferimento al fatto che Ditto sia stato concepito per essere simile a Mew e, essendo il siero composto da particelle di Mewtwo, non ci sembra neanche troppo campato per aria.
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