Game of Thrones è arrivato a metà stagione e, visto cos’è successo nelle scorse puntate, è come se ricominciasse di nuovo. Abbiamo appena archiviato la battaglia uomini contro Estranei, apprezzata da alcuni e criticata da altri (faccio parte del secondo schieramento): personalmente ho trovato alcune scelte discutibili dal punto di vista della scrittura e delle regia, in riferimento soprattutto alle scene incredibilmente scure. A parte tutto, è innegabile che la battaglia sia stata epica, anche se la trasposizione poteva essere sicuramente migliore. Come sempre, non ci saranno spoiler nella recensione ma, se non avete visto queste prime puntate della stagione, vi invitiamo ad andare all’ultimo paragrafo direttamente.
Ci eravamo lasciati sette giorni fa con Arya che pugnalava a morte il Re della Notte, salvando Bran e tutti coloro che stavano combattendo contro l’esercito di non-morti e così, con questi 3 episodi, si è concluso il primo atto dell’ottava stagione di Game of Thrones: tasto reset, si ricomincia. L’umanità ormai è salva, quindi attendiamo di vedere la guerra contro Cersei, che invece di inviare truppe a Grande Inverno ha preferito concentrare le forze ad Approdo del Re. Dopo aver negato gli aiuti che Jon e Daenerys avevano chiesto, sta aspettando che i suoi ex alleati ora reclamino il Trono di Spade. Mentre Cersei è barricata nella fortezza, gli altri Lannister si trovano a Grande Inverno: Tyrion è diventato già da qualche stagione un nemico della sorella, ma Jaime si è aggiunto alla lista solo dopo aver deciso di onorare la tregua e schierarsi, seppur momentaneamente, con Jon e Daenerys.
La puntata si apre con il giusto tributo ai caduti, ma anche con i festeggiamenti: “se non è questo il momento di bere, quando è?”. Al centro della scena ci saranno i giochi di potere, che sono tornati prepotentemente d’attualità: i dialoghi fanno intuire cosa succederà in futuro, e se così fosse, abbiamo degli indizi che ci fanno capire quale potrebbe essere l’epilogo. Ci saranno molti incontri che ci aspettavamo, e che avremmo voluto vedere, con protagonisti soprattutto gli Stark e i Lannister. Successivamente la scena si sposta ad Approdo del Re: Daenerys vuole il Trono di Spade ad ogni costo, ed è disposta a tutto. Questa sua testardaggine, tuttavia, provocherà forti malumori e, più in generale, la situazione rischia di degenerare, e qualcuno ne pagherà le conseguenze. Daenerys si trova in una situazione sgradevole, e dovrà quindi fare delle scelte che segneranno, nel bene o nel male, il suo futuro regno. La puntata si conclude con quello che possiamo definire il “calcio d’inizio” della guerra per il Trono di Spade. Il riassunto sembrerebbe un po’ semplicistico, ma la verità è che ogni avvenimento è importante, e per evitare spoiler va detto veramente l’essenziale.
Gli eroi celebrano la vittoria, ed è giusto così. Abbiamo l’occasione di tornare a parlare dei sentimenti e dei piani dei singoli, che adesso possono permettersi di fare progetti a lungo termine. A differenza di quanto successe nei primi due episodi, gli eventi questa volta sono più interessanti e ci spiegano il futuro di alcuni di personaggi che presumibilmente usciranno di scena definitivamente: la speranza è comunque di rivederli, seppur per qualche minuto. Nonostante manchi tutta l’adrenalina che può dare uno scontro con gli Estranei, le vicende raccontate oggi rendono la puntata altamente ricca di contenuti: (quasi) tutte le pedine sono al loro posto ormai, quindi nelle prossime settimane ci aspettiamo molta azione. Ciò che abbiamo visto stanotte ci fa pensare che questa guerra però non si risolverà solo a colpi di spade, perché anche i sentimenti avranno un ruolo decisivo.
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