All’inizio del diciannovesimo secolo, non si sarebbe mai pensato di poter creare un videogioco capace di replicare la dura vita negli anni dell’industrializzazione, ma ecco a voi Anno 1800. L’opera si colloca nel genere dei city builder gestionale, prodotta da Blue Byte e pubblicata da Ubisoft. Ci troveremo a dover organizzare la nascita di una nuova popolazione su una delle grande isole dell’oceano, lo stesso che solcarono gli esploratori dell’epoca alla ricerca di ricchezze e territori. Ad accoglierci avremo non solo i classici problemi legati alla flora, fauna e geografia locale, ma anche quelli derivanti da cause umane come lavoratori rivoltosi, pirati razziatori o governanti stranieri nemici. Sarà necessario avere della nostra una buona capacità di pianificazione urbana, di problem solving e di ottimi tempi di reazione perché, come scopriremo molto presto, non è poi così semplice generare un piccolo impero economico dal nulla. Armiamoci di ardimento e determinazione dando un primo sguardo al trailer di lancio del titolo.
All’inizio della nostra prima partita, ci verrà caldamente consigliato di cominciare la modalità storia, così da poter giocare con un tutorial di tipo narrativo. È infatti presente una trama, una vera e propria avventura da seguire e che si evolverà assieme alla nostra città. Vestiamo i panni di un protagonista viaggiatore, che dopo anni di permanenza oltreoceano, viene richiamato in “patria” dalla lettera della sorella, che necessita il suo aiuto. Ad accompagnarlo nel rientro vi è un assistente che indiano che, molto alla Robinson Crusoe, ci deve la vita e per questo si presterà come nostro assistente per tutto il gameplay. La situazione per la famiglia non è delle migliori, essa gestisce una importante compagnia in una capitale molto ricca ed espansa, tuttavia con la morte prematura del padre arrivano molti problemi. A usurparne il patrimonio vi è uno zio malvagio, sospettato d’aver organizzato l’assassinio del fratello, che non esita a sfruttare l’occasione per cacciare i due nipoti via della sua prospera città. Con i soldi rimanenti, viene acquistato un atollo vicino ove poter portare la nostra gente fedele in una vera e propria colonizzazione. Certamente non si tratta di una trama approfondita o particolarmente profonda, per quanto definirla come mero espediente narrativo sarebbe comunque eccessivo. Tutt’al più, questo servirà come rampa di lancio verso la “vera” versione del gioco, ovvero la sandbox. Ci vorrà tempo e fatica per scoprire la verità dietro l’incidente, ma ogni viaggio inizia con i primi timidi passi.
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Si dovrà pianificare ogni collocamento facendo in modo che tutto entri in sinergia.
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Il giocatore ha dunque modo di iniziare a collocare i primi edifici e le prime strade per iniziare a plasmare una prima forma di civiltà auto-sostenibile, aiutato ovviamente dalle varie finestre e dai consigli dei famigliari. Tramite piccole missioni, sarà facile prendere subito la mano con i comandi di costruzione, demolizione e di spostamento delle varie strutture, scoprendo poco alla volta l’importanza di un’ottima organizzazione. In Anno 1800 non basterà infatti mettere palazzi a caso e progredire: si dovrà pianificare ogni collocamento facendo in modo che tutto entri in sinergia. I pescherecci per esempio andranno annessi a dei magazzini di stoccaggio, che a loro volta verranno usati per fornire di merci un mercato che soddisferà i bisogni dei nostri concittadini. Ogni cosa ha un suo scopo e una sua utilità, e starà a noi capire come, dove e quando usarla. Inizialmente non avremo molte scelte a nostra disposizione, principalmente ci si dovrà occupare di poche risorse in un sistema che comunque ci porteremo appresso per tutta la partita. Lentamente, anche con il passare del tempo, passeremo dalla semplice agricoltura alla lavorazione artigianale sino a trovare la tanto agogna industrializzazione. Da qui in poi, si sentirà il bisogno di nuove terre, materiali, possibilità, e si salperà l’oceano verso isole pronte a ospitare una battaglia all’ultima colonizzazione: “The new world”. Si sentirà l’urgenza di armarci con imponenti navi da trasporto e da combattimento, dato che tra pirati ed eventuali governanti nemici, non tutti avranno un posto in questo paradiso.
Una volta progettato e realizzato un primo nucleo base di città, bisognerà iniziare a espandersi, reclamando i territori vicini che dovranno essere liberati da eventuali macerie passate, che comunque ci forniranno materie prime. Parlando di queste, sarà importantissimo avere legno, mattoni, metalli e carbone a nostra disposizione in quanto ci permetteranno di progredire con le “epoche“ e sbloccare nuove migliorie. Miniere, allevamenti, segherie e quant’altro dovranno essere costruite e monitorate in modo tale da cercare di avere sempre tutto sotto controllo. In caso di surplus, potremo anche pensare di vendere tramite vascelli commerciali alcuni elementi di troppo, ricavandoci qualche moneta che di certo non guasterà. Simili attività però ovviamente non si portano avanti da sole, e senza manodopera ci troveremo ad avere la città ferma con l’economia a picco. Il popolo è la nostra forza, letteralmente, e dovremo soddisfare le loro richieste in base alla mansione applicata e al momento “storico” in cui si trovano. All’inizio basterà del pesce e qualche abito da lavoro, ma con l’aumentare dello sforzo e la diversificazione delle classi sociali occorrerà ingegnarci affinché tutti siano contenti, o quasi. Serviranno poi anche strutture secondarie, ma comunque importanti per il regolare svolgimento delle attività come una caserma dei vigili del fuoco. Per avere un generale quadro della situazione, basterà alzare lo sguardo al lato superiore dello schermo ove ci aiuterà una piccola schermata sintetica dei nostri possedimenti. Notifiche, avvertimenti, missioni e quant’altro saranno accessibili proprio da qui, e verrà facile tenere conto di quanti soldi e di quanta forza lavoro si ha disposizione.
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L’interfaccia con l’utente è semplice e intuitiva: basterà un solo sguardo per trovare un dato richiesto o per impartire un determinato ordine specifico a qualcuno.
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Sarebbe però troppo bello avere a che fare con problemi puramente logistici, no? (S)Fortunatamente a regalarci qualche grana vi è il nostro caro zio proprietario della vicina isola, che giungerà ogni tanto a chiederci qualche dazio o richiesta particolare che faremo meglio a soddisfare. Impossibile sarà opporci alla sua potenza, almeno nelle prime fasi di gioco, ma dimostrando umanità e determinazione stupiremo i suoi cittadini, che potrebbero ricredersi su quanto accaduto e venire a darci una mano portando novità e scoperte. Il nostro insediamento non passerà inosservato, e crescendo inizierà a destare l’attenzione dei giornali che pubblicheranno articoli in merito in base all’indice di attrattiva. Quest’ultimo verrà definito da vari elementi come presenza eccessiva di fabbriche, criminalità e rispetto per l’ambiente. Un popolo felice è un popolo che lavora duro e che celebra feste in strada, invitando amici e parenti a trasferirsi nel nostro impero, per farlo crescere ancora di più. Con tutte queste cose da tenere in conto, si potrebbe pensare che ci sia caos o disordine nelle varie tabelle, ma qui Anno 1800 si dimostra forse come uno dei migliori del genere. L’interfaccia con l’utente è semplice e intuitiva: basterà un solo sguardo per trovare un dato richiesto o per impartire un determinato ordine specifico a qualcuno. Un pregio che ben pochi titoli gestionali possono vantare, un passo in avanti anche rispetto a Tropico 6, che per quanto leggero, non arriva a questo livello di leggibilità. Aggiungiamoci colori vibranti, forme estetiche ben definite e una colonna sonora dedicata, ed ecco che l’immersione nel mondo di gioco è tutt’altro che compromessa da questi tecnicismi abilmente evitati.
Un altro pregio dell’opera è proprio quello di essere esteticamente gradevole. Dare un’occhiata all’interno dei vari quartieri e vedere i cittadini vivere la loro vita lavorando o dilettandosi è un dettaglio non da poco. Vi è un forte senso di soddisfazione nell’alzare la visuale dai contadini che raccolgono patate, verso le gigantesche canne fumarie delle fabbriche ove il cuore pulsante della nostra economia batte forte. Anche i modelli dei vari personaggi risultano gradevoli, per quanto forse un poco stucchevoli nei modi di porsi e nelle frasi che ogni tanto si ripetono. Una volta padroneggiato il ricco sistema di gioco, ci si potrà sbizzarrire nella modalità sandbox, potendo anche regolare la difficoltà con cui affrontare la sfida. A seconda della nostra scelta, si avranno infatti più soldi e risorse di partenza e isole prospere, che diventeranno via via sempre più scarne con l’aumento del grado di sfida. È presente anche il multiplayer, in cui potremo unirci a un match fino a quattro giocatori con l’obiettivo di collaborare o gareggiare per raggiungere una determinata condizione di vittoria.
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