Ne è passato di tempo dalla prima volta che il geniale avvocato dai capelli a punta, Phoenix Wright, ha dimostrato le proprie abilità in tribunale. Si parla del 2001, quando il primo capitolo della serie Ace Attorney, creata da Shū Takumi e pubblicata da Capcom, fu distribuito sul mercato giapponese per Game Boy Advance. A lui seguirono due altri titoli, una coppia di sequel con diversi protagonisti, un paio di spin-off, una collaborazione con il celebre investigatore Professor Layton e, per finire, due episodi su Nintendo 3DS. Insomma, il talentuoso difensore della giustizia e i suoi colleghi hanno affrontato numerosi casi durante la longeva saga, gettando luce su misteriosi delitti e smascherando i colpevoli a suon di “Objection!”. Quest’anno, nel 2019, vediamo il ritorno dell’originale trio di visual novel all’interno della collezione Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy, distribuita su Nintendo Switch, PC, PlayStation 4 e Xbox One. Nella raccolta è possibile giocare ai capitoli Ace Attorney, Justice for All e Trials and Tribulations, gli iniziali in ordine cronologico. Le opere vantano di grafiche migliorate in HD, una nuova interfaccia più accessibile e una riscrittura per sistemare errori e altre imperfezioni. Inoltre, sono le prime ad uscire su computer in lingua inglese, nonché le uniche disponibili su console casalinghe non di proprietà di Nintendo. Qual è la sentenza finale del giudice su questo inedito caso? La risposta è: assolto con formula piena.

Il gioco ci mette nei panni dell’inesperto ma geniale avvocato Phoenix Wright, impiegato presso l’agenzia Fey & Co. che si occupa della difesa durante i processi. Nello specifico, il proprio compito sarà quello di scagionare gli innocenti che vengono ingiustamente accusati di omicidio. Il gameplay è diviso in due parti: la raccolta di prove e l’udienza in tribunale. Nella prima, bisogna visitare la scena del crimine e altri luoghi per parlare con i sospettati e le persone legate in qualche modo al delitto, allo scopo di collezionare oggetti o dichiarazioni da poter presentare al giudice in difesa dell’imputato. Alcuni sono necessari per procedere nella storia, altri sono facoltativi e possono essere ottenuti o meno in base alle scelte compiute. Nella seconda fase, invece, si ascoltano le deposizioni dei testimoni e si utilizzano i dati raccolti per scovare le falsità e identificare il vero colpevole. È molto importante stare attenti e confrontare ciò che viene detto con le informazioni raccolte, notare le incongruenze e fare pressione sui punti meno chiari per cercare di scoprire se qualcuno sta mentendo. In qualunque momento del proprio turno di difesa è possibile presentare una prova al giudice per sottolineare le incoerenze nelle affermazioni, ma anche qui bisogna essere prudenti, in quanto confutare troppe volte senza elementi concreti a dimostrazione porta alla perdita della propria credibilità e al temuto Game Over. Questo titolo mette alla prova le proprie capacità di deduzione e analisi, senza tuttavia alzare troppo l’asticella della difficoltà. La maggior parte delle sconfitte deriva infatti dal rimanere bloccati e iniziare a presentare prove a caso nella speranza che una di esse funzioni, ma è un approccio che decisamente non aiuta. Con un po’ di calma e attenzione ai dettagli è assolutamente possibile concludere i processi senza mai commettere alcun errore.

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La storia si sviluppa attorno ad una manciata di casi, in genere cinque per capitolo, la cui lunghezza e complessità aumenta avanzando nel gioco.

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Trattandosi di una visual novel, il gameplay non è al centro di Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy, che punta invece ad offrire una narrazione scorrevole e piacevole. La storia si sviluppa attorno ad una manciata di casi, in genere cinque per capitolo, la cui lunghezza e complessità aumenta avanzando nel gioco. Tra tribunali e scene del crimine, riceviamo talvolta degli approfondimenti sui personaggi e degli avanzamenti di trama, che restano in secondo piano ma aiutano a rendere gli individui che incontriamo unici, ciascuno in modo diverso. Nessuno risalta in maniera particolare o possiede un certo spessore di carattere, anche se così non si direbbe di un titolo che parla principalmente di omicidi. Questo non è per forza uno svantaggio, però l’esagerata e bizzarra enfasi dei comportamenti, il modo leggero e superficiale con cui vengono trattate le tematiche e la mancanza di totale serietà rende queste opere decisamente più fluide e spiritose. D’altronde, lo scopo principale è quello di divertire e offrire un gradevole passatempo, obiettivo che il nostro tenace avvocato raggiunge bene. Tuttavia, questo non vuol dire che non ci siano momenti tesi o entusiasmanti: riuscire a svelare le menzogne dei testimoni e incastrare il vero colpevole provoca una grande soddisfazione, incentivata anche dalla colonna sonora e dalla teatralità delle animazioni e delle espressioni facciali. Allo stesso modo, pensare di essere riusciti a vincere per poi trovarsi di nuovo alle strette a causa delle manovre della controparte fa riaccendere la voglia di procedere e distruggere i suoi piani con le proprie abilità di deduzione. Questo tipo di sensazioni è molto meno presente nelle fasi di raccolta degli indizi, che tuttavia sanno animare l’atmosfera con personaggi pittoreschi e dialoghi bizzarri.

Parlando proprio di questi ultimi, la scrittura si trova a un livello molto alto, con discorsi che raramente sembrano fuori luogo ed espressioni che fanno subito saltare all’occhio la personalità e il modo di fare dei personaggi. Ogni situazione, così come gli individui, è diversa dalle altre, portando in continuazione una ventata di aria fresca alla narrazione. Persino gli attentati più cupi vengono trattati con leggerezza, non al punto da sminuire il fatto accaduto, ma abbastanza per non farlo gravare tanto da appesantire eccessivamente l’esperienza di gioco. Phoenix Wright è sicuro di riuscire a strappare un sorriso anche nei momenti che dovrebbero invece essere seri e piatti, a scapito tuttavia della verosimiglianza degli eventi e delle vicende. Di certo coloro che hanno a che fare con leggi e tribunali avranno da ridire sui ridicoli processi di questo titolo, che nei dialoghi e negli effetti sonori assomigliano di più a dei combattimenti da cartone animato: certamente non sarebbero mai accettati in una vera udienza. Proprio questa stravaganza è però il motivo per cui vestire i panni di questo simpatico avvocato è così gradevole e delizioso. I miglioramenti apportati all’interfaccia rendono la fase di analisi semplice e immediata, e sicuramente la grafica ad alta risoluzione giova molto a questa raccolta.

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La fase di raccolta indizi non è molto entusiasmante, soprattutto quando ci si ritrova di fronte al dover analizzare elementi apparentemente casuali.

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Non è tutto oro ciò che luccica, però: anche questa simpatica opera ha i suoi limiti e le sue pecche. Come già menzionato, la fase di raccolta indizi non è molto entusiasmante, soprattutto quando ci si ritrova di fronte al dover analizzare elementi apparentemente casuali dell’ambiente sperando che il protagonista ne tragga qualche conclusione. Per quanto riguarda le testimonianze, in alcuni casi vengono evidenziati troppo degli elementi che risultano palesemente ovvi, togliendo al giocatore il piacere di scoprirlo da solo, mentre in altri le incongruenze sono legate a dei collegamenti un tantino forzati e poco intuitivi. Capita anche che la situazione venga risolta o peggiorata da interventi al di fuori del nostro controllo, che in entrambi i casi può risultare frustrante, visto che non si tiene conto dei progressi conquistati se non da un punto di vista di avanzamento di trama. Per fortuna, questi piccoli difetti sono per lo più isolati e non bastano per penalizzare quella che nel complesso è un’opera sorprendente e appassionante.