The Walking Dead: The Final Season Recensione

Ne è stata fatta di strada, sin dal lontano 2012, anno in cui usciva l’episodio uno della prima stagione di The Walking Dead, pubblicato dalla ormai smantellata Telltale Games. Sette anni dopo, il 26 marzo del 2019, abbiamo avuto modo di vivere la fine di questa avventura, che ci ha portato in un mondo distrutto dall’apocalisse zombie. Ci troviamo ovviamente davanti a una storia, una narrazione interattiva a sfondo survival horror ambientato in una realtà moderna in cui i morti si rialzano per uccidere e contagiare i vivi. Scelte, conseguenze, situazioni drammatiche e rimpianti: ecco cosa potremo vivere immergendoci in questo universo che possiamo assaggiare nel trailer dell’ultimo episodio.

Essendo quindi l’opera effettivamente conclusa, possiamo dare uno sguardo generale alla stagione finale del titolo, suddivisa in quattro parti pubblicate singolarmente nel corso dei precedenti mesi. Importante premessa: per godere appieno questo storia e capire le scelte di determinati personaggi, sarà essenziale aver giocato ai precedenti capitoli, in quanto la storia poggia le sue radici di trama ma soprattutto emotive sul build up instaurato nei diversi anni di pubblicazione. La protagonista sarà Clementine, ormai cresciuta ed entrata in piena età adolescenziale, alle prese con AJ, figlio di 5 anni di Alvin e Rebecca, comparsi in precedenza. I cosiddetti “vaganti”, o “walkers” in lingua originale, continuano a infestare il mondo, i superstiti sono sempre di meno e le guerre per le risorse ancora più cruente: sarà mai possibile crescere un bambino in un mondo come questo?

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Il gameplay non è di certo la forza trainante dell’opera, che è invece data dalla potente narrativa e dalle emozioni che essa trasmette.

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3 anni dopo le vicende della terza stagione, inizieremo a bordo di una macchina con i nostri due sopravvissuti intenti a cercare come al solito le necessità della vita: acqua, cibo e un riparo sicuro. Ascoltando i loro dialoghi, si può subito intuire che AJ non è affatto un bimbo normale per la sua età, essendo già abituato alla morte, alla sofferenza e al sangue, trovando assolutamente normale giocare con le pistole anziché con i reali giocattoli. Passando accanto ad una stazione ferroviaria, la giovane donna sceglierà di rischiare andando ad esplorare assieme al piccolo per necessità di sopravvivenza, iniziando così un primo tutorial di scelte, movimenti e combattimenti. Ovviamente, trattandosi di una storia interattiva, il gameplay non è di certo la forza trainante dell’opera, che invece data dalla potente narrativa e dalle emozioni che essa trasmette. Non ci sarà da aspettarci dunque lunghe sessioni di combattimenti tattici o altro, ma un medium per poterci interfacciare direttamente nel modo di gioco, viverne i pericoli seguendo comunque una trama lineare ramificata. Verrà data la possibilità di muoversi, esplorare aree alla ricerca di punti di interesse e anche di oggetti collezionabili che potranno in seguito essere riposti per abbellire la nostra camera. Una nuova meccanica sicuramente carina, ma che a volte risulterà un poco forzata, anche in momenti in cui effettivamente raccogliere interi teschi d’animale sembrerà poco opportuno.

Clementine e AJ, i protagonisti bambini di un’opera “adulta”.

Per quanto riguarda i combattimenti, ci verrà chiesto di premere determinati pulsanti in tempo durante sezioni di quick-time event, oppure di mirare per cliccare determinati punti dello schermo per interagire con l’ambiente. Fallire significherà principalmente incappare nella morte, e quindi nel dove ricaricare al precedente autosalvataggio, che comunque agisce in maniera frequenta. Ovviamente si avrà a che fare sia con i walker che con altri esseri umani, ma per nostra fortuna saremo ormai abbastanza cresciuti e temprati da poterci occupare di entrambi con forza e risolutezza. Fa un certo effetto vedere la piccola bimba della prima stagione esser divenuta la fiera leader che è ora, e per i veterani della serie questo si tradurrà in una forte sensazione di orgoglio e di crescita, magari le stesse emozioni che provò Lee al suo tempo. Verrà facile, facilissimo immedesimarsi e sentire l’istinto di proteggere la giovane donna e il pargolo, portandoci quindi al dover ragionare e impegnarci per risolvere nei modi più logici e sicuri le varie problematiche che ci si presenteranno contro.

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 La scelta di avere numerosi personaggi bambini è importante, ci pone in un contesto molto più leggero in continuo attrito con la dura e cruenta realtà circostante.

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Terminato il tutorial, verremo salvati e curati da dei misteriosi individui, che subito si riveleranno come una comunità di adolescenti abbandonati a loro stessi nell’accademia Ericson per ragazzi problematici. Coetanei della nostra Clementine insomma, che accoglieranno il duo in svariati modi: chi con gentilezza, chi con diffidenza e chi con paura. La scuola e i suoi abitanti rappresenteranno rispettivamente la nostra base e la nostra squadra, che dovremo proteggere così da poter finalmente avere un posto chiamato casa. Il nostro team sarà dunque composto per la prima volta nella serie da soli elementi giovani, senza adulti. La scelta di avere numerosi personaggi bambini è importante: ci pone in un contesto molto più leggero in continuo attrito con la dura e cruenta realtà circostante. In tutti i capitoli precedenti erano sempre stati gli adulti i protagonisti, lasciando solamente pochi nomi a comparire nella trama come Duck, figlio di Kenny (Season 1) o Sarah, figlia di Carlos (Season 2). Viene facile dunque avere un cast variegato e dalle personalità vibranti, proprio in virtù della loro giovinezza calata in questo contesto che ha modo di fiorire nei modi più estremi e puerili. Di conseguenza, con così tanti caratteri presenti, troveremo ben presto i nostri preferiti e i nostri odiati, che varieranno da giocatore a giocatore. Non importa quale emozione vi susciteranno nel vederli interagire, combattere e morire (a seconda delle scelte), l’importante è che riusciranno effettivamente a smuovere l’animo di chi li vive, nel bene o nel male.

Marlos, Louis e Violet: tre studenti con caratteri ben definiti, le proprie storie, paure e ambizioni.

Starà alla scelta personale scegliere a chi dare maggiormente corda, andando così a creare un sistema di amicizie e rivalità in cui non tutti potranno essere contenti con le nostre scelte e parole utilizzate. Novità per la serie è inoltre l’aggiunta di due romance per la nostra protagonista, che avendo raggiunto l’età ormonale potrà effettivamente avere una pseudo relazione con Louis o con Violet, che ovviamente influenzerà alcune parti del gioco. Un peccato che queste risultino un poco affrettate, per quanto apprezzabili e giustificate parzialmente dalla reale frenesia dei personaggi. Non sarebbe un gioco Telltale senza le consuete caselle di messaggi in cui ci informano che qualcuno ricorderà le nostre azioni, plasmandosi e reagendo di conseguenza. Notiamo in particolare la crescita di AJ come diretta conseguenza di questo sistema; tutto quel che diremo o faremo avrà una certa influenza sullo sviluppo del ragazzo, che crescerà usandoci come esempio, sbagliando e imparando a sua volta sulle lezioni che noi stessi gli daremo. Magnifico sarà il rapporto di fratellanza, ma anche di madre-figlio tra i due, che si svilupperà con forte naturalezza e importanza.

In conclusione, The Walking Dead: FInal Season ha sicuramente centrato il suo obiettivo, portandoci una storia degna d’essere raccontata con i giusti strumenti narrativi. Il dualismo tra la figura di Lee con quella di Clementine è evidente e frutto ultimo di uno sviluppo durato interi anni. Sarà impossibile non affezionarsi a qualcuno dei tanti giovani proposti, per poi ritrovarsi inevitabilmente con le mani tra i capelli nelle situazioni più disperate. Tra i pochi difetti che sono stati individuati, la forzatura di alcune scelte e meccaniche come i collezionabili e le romance affrettate potrebbero far storcere il naso, ma ciò non intacca la struttura base dell’opera, curatissima. Abbiamo preferito non parlare troppo della trama per evitare spoiler, ma possiamo accertarvi che il finale della season arriva a picchi d’emotività veramente alti, paragonabili a quelli raggiunti dalla prima stagione.

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