I videogiochi hanno trovato ormai un potente alleato: Washington. La Casa Bianca già in passato aveva mostrato interesse per il mondo degli eSport in particolare, ma ormai la sede presidenziale sembra aver preso a cuore tutto il mondo dei videogiochi.
Ad affermare la valenza del mondo videoludico è stato Mark DeLoura, ex-consulente della presidenza Obama presso il dipartimento di Sicurezza Scientifica e Tecnologica, il quale in una recente intervista ha sfatato il mito della violenza dei videogiochi. Da molti anni ormai ci troviamo di fronte a due diverse linee di pensiero: da una parte studi che dimostrano che la violenza nei videogiochi porti ad un’aggressività negli individui più sensibili, dall’altra ricerche che invece ci dimostrano come i videogiochi abbiano un’effetto positivo alle funzionalità del cervello umano e alla persona che ne usufruisce.
Daphne Bavelier disse che “non esistono videogiochi buoni e cattivi, ma solo buoni e cattivi usi degli stessi”.
Il governo americano si sta muovendo quindi proprio sulla scia della dichiarazione di Bavelier, tant’è che DeLoura tenne un discorso proprio alla Casa Bianca per far riflettere ed esortare a diffondere gli strumenti necessari per conoscenza e consapevolezza degli effetti dei videogiochi.
“C’è interesse da parte della presidenza nel vedere se i videogiochi possano essere usati per compiere certe sfide sociali. Abbiamo visto col tempo che esistono tanti modelli e diversi strumenti attraverso cui insegnare alle persone. Solo qualche decennio fa molti metodi d’insegnamento usati oggi sarebbero stati impensabili. Perché non dovrebbe essere possibile fare cultura ed educazione attraverso i videogiochi? Come possiamo fare in modo che succeda? Che cosa occorre per ottenere maggiori risultati in quest’ambito? Le software house sono già al lavoro su questo tema? Se sì, il governo americano come può aiutarle? Questo è l’interesse che la Casa Bianca detiene oggi nei confronti del videogioco”
Siamo noi stessi i portavoce del vasto mondo dei videogiochi e sono proprio i player i primi a dover dare l’esempio di come queste Opere Multimediali Interattive possono cambiare in meglio la nostra cultura.
“È vero: non ci sono milioni di storie positive. Da qualche parte però esistono, oscurate e abbandonate da tutti. Le buone storie, in generale, non fanno notizia, non fanno visualizzazioni o attirano le masse. Questa è la sfida: che i videogiochi continuino a fare cose stupende ancora e ancora.”
“Se si tratta di giochi, non è forse nel nostro interesse che le persone vengano incoraggiate ad imparare più riguardo alla loro tecnologia e che ciò sia grandioso per il paese? Questa è sicuramente una cosa interessante. Non è forse che stiamo cercando di supportare una particolare tipologia di giochi, come incentivare le persone a fare giochi educativi? Io credo che la visione giusta di ciò sia vedere cosa abbiamo bisogno venga per prima. Questa è la mia personale prospettiva.”
Abbiamo ancora molta strada da fare, ma un po’ alla volta ci stiamo avvicinando alla meta: innalzare il videogioco ad arte e a riconoscerlo come tale… noi ci crediamo.