The Caligula Effect Overdose Recensione

Con un nome cosรฌ acceso che potrebbe veramente ricordare gli effetti bizzarri di una eccessiva assunzione di strane sostanze, diamo uno sguardo al JRPG di Aquria: The Caligula Effect Overdose. Trattasi di un remake dell’omonimo titolo del 2016, lanciato originariamente su PlayStation Vita e approdato da pochissimo su plurime console. Prima ancora di gettarci nei vari aspetti che compongono l’opera, รจ bene notare che dietro di essa vi รจ un team fortemente legato alla serie Shin Megami Tensei, avendo nomi comeย Tsukasa Masuko, composer del suddetto franchise, e Tadashi Satomi, Game Writer dei primi tre capitoli della serie Persona. Non a caso, come avremo modo di vedere, non mancheranno i tentativi di avvicinarsi alla ben piรน famosa serie di Atlus. Iniziando quindi a immergerci nel mondo di gioco, dove realtร  e finzione si mescolano in un sogno infinito.

Iniziando la nostra prima partita, ci troveremo immediatamente chiamati a creare il nostro protagonista, senza poter sceglierne l’estetica ma solamente il genere, il nome e il cognome. Subito dopo ci ritroveremo a partecipare a una tipica cerimonia di inaugurazione di un anno scolastico. Presentandoci ai nostri compagni ci si accorgerร  che qualcosa non va, in quanto alcuni di loro saranno esteticamente “glitchati” e con tendenze aggressive tali da costringerci alla fuga. Fin da subito avremo quindi modo di notare alcuni dettagli indesiderati: i modelli 3D dei personaggi non hanno animazioni facciali, e l’unica lingua di doppiaggio disponibile รจ quella giapponese. Ritrovarsi a vivere una storia come questa, dovendo continuare a guardare espressioni statiche e amorfe non รจ esattamente il massimo, specie quando si cerca di comunicare emotivitร  nei momenti salienti. A salvare (raramente) la giornata vi saranno le cutscene animate, queste realizzate in modo decisamente migliore per enfatizzare le parti di trama piรน importanti come quella di inizio gioco. Usciti dall’edificio, ci troveremo in un mondo apparentemente normale, in una piazza ove sarร  possibile trovare immediatamente la nostra “nemesi”. Su un palco, accolta da fan in delirio, la bellaย ฮผ (Pronunciato “Mu”) fermerร  la propria esibizione da idol per venire a salutarci e parlarci della situazione. La cittร  in cui ci troviamo รจ chiamata Mobius, ed essa verrร  definita un paradiso virtuale, lontana dalle ansie e dalle paure che uno studente potrebbe avere nella vita vera. Gli abitanti di questo “regno”, realizzato per metร  proprio da ฮผ, sono tutti contenti di poterci vivere e di avere una seconda chance, ma coloro che rimangono troppo legati alla realtร  finiscono con il vedere oltre questa trama, questa gabbia dalle sbarre d’oro finendo per generare bug e venire attaccati da questi. Scoprire come siamo arrivati qui e perchรฉ, starร  alla base delle nostre ricerche successive, tutte mirate con il fine di scappare da questa finzione e tornare alla realtร  con coloro che si accosteranno al nostro obiettivo: Il Go-Home-Club.

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La psicologia gioca un ruolo fondamentale nella narrazione, ma questa non riesce a stargli dietro perdendosi in dialoghi e situazioni stoppose e scontate.

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E da qui inizierร  la nostra avventura con il controller alla mano. Dovremo investigare assieme ai nostri compagni e informazioni capaci di assisterci durante il nostro arduo compito, imparando al contempo a difenderci dagli altri studenti che, stressati psicologicamente dalla nostra presenza, rischieranno di alterarsi e attaccarci. Si potrebbe pensare ad una versione molto piรน aggressiva di The Truman Show, o anche al piรน immediato Matrix, ed effettivamente non ci si allontanerebbe troppo dal nucleo dell’opera. La psicologica gioca un ruolo fondamentale nella narrazione, ma questa non riesce a stargli dietro perdendosi in dialoghi e situazioni stoppose e scontate. Ognuno dei personaggi presenti, secondari compresi, avrร  il loro trauma personale da dover affrontare, le loro paure e le loro incertezze che li tengono relegati in questo mondo: noi dovremo liberarli. Un concetto interessante, carta, ma purtroppo non riesce a essere sfruttato a dovere. Questo si tradurrร  nel dover parlare ripetutamente a piรน di 500 PNG per farceli amici, e poi risolvere una missione secondaria a loro relativa che prevede il presentarsi a loro con un determinato oggetto raccolto. I numeri in questo caso ci sono veramente contro, e come ricompensa ci doneranno delle abilitร  passive utili, ma che non giustificano l’immensa mole di azioni ripetute necessarie al completismo. Si salveranno i co-protagonisti della storia, decisamente meglio strutturati e con interazioni leggermente piรน dirette grazie al WIRE: un comodo sistema di messaggistica con cui comunicare con il team. Purtroppo anche in questo caso vi saranno molte limitazioni, potendo semplicemente fare domande ai membri del party per approfondirli senza un reale impatto subitaneo. Andando avanti con la storia, e svelando i misteri della cittร , si andrร  sempre di piรน ad accentuare la fragilitร  della mente umana, che per istinto tende a rifugiarsi su se stessa in caso di forti traumi: in questo caso con la materializzazione di questa cittร  come perfetto luogo di salvezza. รˆ dunque una cosa sbagliata distruggere questo santuario collettivo? Saremo noi egoisti ad essere veramente i cattivi? Non tutto รจ quel che sembra, e preferiamo non svelare troppo la trama che per quanto pecchi di una narrativa adeguata, si rivela comunque interessante.

Ad alternarsi ai momenti della storia vi sono ovviamente i combattimenti con le varie entitร  digitali che si opporranno al nostro cammino: i “digitalheads”. Durante le fasi esplorative, capiterร  di imbatterci contro questi nemici che, qualora entrassimo nel loro campo visivo, non esiteranno a ingaggiarci. Astuto sarร  riuscire a coglierli impreparati, iniziando in vantaggio colpendoli alle spalle con un attacco preventivo. Una volta iniziata la lotta, ci troveremo con il nostro party composto dal protagonista e tre membri del club in una arena circolare con i nemici. I nostri alleati avranno tre barre: quella della vita, quella dei punti SP con cui effettuare mosse, e il parametro “overdose” per sbloccare una potente tecnica finale come nei piรน famosi limit break di Final Fantasy.ย  Ogni personaggio sarร  controllabile singolarmente una alla volta, e sarร  in grado di effettuare 3 azioni a giro, movimenti liberi compresi. Non ci saranno tempistiche precise per tutti, dato che a seconda della mossa utilizzata si impiegheranno tot secondi per realizzarla, il che ci porterร  a dover organizzare i nostri attacchi e difese per renderle il piรน coordinate e sinergiche possibili. Si tratta quindi di studiare la situazione, la composizione spaziale degli elementi presenti e sfruttarla a nostro vantaggio con le conoscenze e l’esperienza che faremo giocando. Gli attacchi si dividono tra quelli a distanza e quelli ravvicinati, e a loro volta potranno vantare capacitร  varie per dargli una sfumatura in piรน come il counter, necessario ad interrompere le azioni nemiche, o la spezza guardia per rompere le barriere. Il sistema di combattimento funziona ed รจ divertente, l’unica pecca รจ l’effettiva facilitร  con cui si puรฒ vincere. Si avranno a disposizione diverse tecniche secondarie con cui curarsi e difendersi, rendendo molto facili le strategie mordi e fuggi. Molto semplice รจ anche la personalizzazione del party, il cui equipaggiamento verrร  diviso in arma, protezione e accessorio, tutti e tre ottenibili esplorando. Parlando invece dei nostri aiutanti, questi risveglieranno i loro poteri in un modo decisamente famigliare per chi, come giร  detto, รจ vicino alla serie Shin Megami Tensei.

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Si sente la forte influenza che il titolo ha avuto dal successo della serie di Persona, tentando di riprenderne la struttura e riproporla in chiave propria.

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รˆย innegabile che il team la realizzazione di The Caligula Effect Overdose abbia ricalcato la struttura social/combattiva del gioco su quella di una saga di immenso successo. Si sente infatti la forte influenza che il titolo ha avuto dal successo della serie di Persona, tentando di riprenderne la struttura e riproporla in chiave propria. Uno sforzo che purtroppo non regge di certo il confronto con l’originale, le cui ali non vengono tarpate dalla mancata enfasi narrativa. Abbiamo giร  accennato alle figure in particolare legate al franchise di Atlus, ma in alcuni casi risulterร  veramente palese accorgersi di alcune scene o argomenti trattati che troppo ripetono quelli presenti in altri capitoli, peraltro in modo ben peggiore. Si cerca di colmare la mancanza di originalitร  con una “overdose” di stile grafico e artistico ben presente e anche assolutamente gradevole, che purtroppo non basta a sopperire una lacuna del genere. A differenza dei modelli 3D, quelli 2D sono rappresentati veramente bene, con un’anima decisamente piรน personale. Se avessero spinto maggiormente su questa componente, si sarebbe forse potuto chiedere un occhio altrove, ma ahinoi non รจ cosรฌ.

Ma cos’รจ infine quindi l’effetto Caligola, dato che si parla di psicologia? Ebbene, prendendo il nome dall’omonimo imperatore romano, si usa questo termine per indicare la tendenza a voler commettere un atto sbagliato solo per il brivido di poterlo fare: che sia questo il motivo di cotanta emulazione? Un vero peccato, considerando che le idee originali in realtร  non mancano, ma non sono state sfruttate a dovere.ย Anche solo la scelta di assegnare un fiore particolare ai protagonisti per simboleggiarli e per contraddistinguerli in un mare di colori vivaci e intensi fa capire il potenziale inutilizzato che il titolo possiede.

In conclusione, The Caligula Effect Overdrive non รจ riuscito a trovare la sua maturitร  come opera a sรฉ stante, subordinandosi troppo a quelle opere da cui ha preso spunto. Non si tratta certamente di un progetto fallito, ma di una occasione sprecata, il che potrebbe essere un peccato ben peggiore. Pur avendo le sue caratteristiche che lo valorizzano, in primis il combat system, la trama e l’art style, il tutto viene soverchiato dalla mancanza di una narrazione capace di rispecchiare la profonditร  del tema trattato. Il passato ci insegna che non importa quanto una storia possa essere interessante, perchรฉย se non la si sa trasmettere allora sarร  destinata a venir scordata.ย 

 

 

 

 

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