Recensione The Division 2

Coloro che amano il genere sparatutto di sicuro avranno almeno una volta sentito nominare Tom Clancy. L’autore, a cui è attribuita l’invenzione del techno-thriller, ha riscosso un grandissimo successo grazie alle sue conoscenze, ai realistici mondi e alla grandissima produttività di lavoro, che hanno contribuito a realizzare una moltitudine di titoli di successo come le serie di Rainbow Six, Ghost Recon e Splinter Cell. Nel 2016, Ubisoft ha lanciato il primo capitolo di The Division: un action RPG di tipo looter shooter a mondo aperto ispirato allo stile di Clancy, con dettagliati elementi di fantapolitica e innovativi arsenali di armi e tecnologie militari. Il pubblico lo ha accolto positivamente e moltissimi giocatori si sono uniti alle fila dell’esercito per la liberazione di New York. Non sono mancate le critiche però: il gameplay alla lunga stagnante e la storia poco avvincente sono stati due fattori che hanno corroso l’altresì ben strutturata componente multiplayer e il vasto ed efficiente sistema di personalizzazione del proprio soldato. A giusto una manciata di giorni dall’uscita di Anthem, l’atteso e già discusso TPS di BioWare ed Electronic Arts, Massive Entertainment lancia The Division 2, già disponibile su Microsoft Windows, PlayStation 4 e Xbox One, con la promessa di migliorarsi e offrire una delle migliori esperienze presenti sul mercato videoludico. Questo nuovo titolo riprende in mano i pregi del suo predecessore e li unisce ad un’ambientazione immersiva e ricca di contenuti, purtroppo a volte ricadendo in quella stessa mancanza di differenziazione che già abbiamo incontrato nello scorso capitolo.

Ci troviamo 7 mesi nel futuro, in una Washington DC su cui si sono abbattute le stesse piaghe di New York: Internet è sparito, un’epidemia ha colpito e decimato la popolazione e nelle strade è in corso una vera e propria lotta per la sopravvivenza. In questo mondo dove i forti comandano e i deboli vengono schiacciati dalla fame o dai fucili, alcune persone si sono riunite per far rifiorire la speranza e costruire un futuro migliore per le generazioni a venire. Grazie a questi coraggiosi individui nasce la Divisione: un’organizzazione di soldati che mettono in gioco la propria vita per riportare l’ordine e aiutare tutti coloro che sono in difficoltà. Al giocatore viene richiesto di creare e interpretare uno dei suoi membri, impugnando le armi e lottando insieme ai propri compagni. Caratteristica base di questo titolo è proprio il multigiocatore, che con la sua costante presenza trasmette perfettamente la sensazione di far parte di un gruppo. Mentre si esplorano le vie della capitale statunitense, è infatti possibile ricevere chiamate di aiuto da agenti nei paraggi, richiedere soccorso quando si è in difficoltà ed unirsi ad altri player per affrontare missioni e conquistare avamposti. Il gioco stimola l’uso di queste meccaniche tramite arguti stratagemmi, che ti spingono a cercare la cooperazione di altri player. Quando si assalta una base nemica, per esempio, è possibile inviare un razzo di segnalazione e attivare una notifica sulle mappe dei soldati nei paraggi, che possono rispondere alla chiamata e recarsi immediatamente sul luogo a fornire assistenza. Il processo è semplice e immediato, rendendo questo tipo di interazioni molto divertenti. Per coloro che invece preferiscono un’avventura da lupi solitari, obiettivi e assalti possono essere completati anche senza l’aiuto di altre persone, in quanto la difficoltà di gioco è strutturata per adattarsi alle dimensioni del gruppo che la affronta. Ciò ha ovviamente i suoi svantaggi, come l’impossibilità di venire rianimati qualora si finisca a terra e la necessità di gestire il fuoco nemico, che sarà ovviamente concentrato solo sul proprio personaggio.

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Una delle caratteristiche base di The Division 2 è proprio il multigiocatore, che con la sua costante presenza trasmette perfettamente la sensazione di far parte di un gruppo.

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Come già accennato, la progressione all’interno di The Division 2 avviene tramite delle missioni, generalmente sconnesse l’una dall’altra e dislocate lungo tutta la mappa. Ciascuna quest richiede di recarsi in una determinata area ed esplorarla eliminando delle ondate di nemici con relativi boss, intervallate da casse di rifornimento dove poter recuperare proiettili, granate e kit di cura. La dinamica del combattimento consiste nello spostarsi da un riparo all’altro, evitando i proiettili in arrivo, e sporgersi al momento giusto per colpire coloro che fanno capolino da dietro le loro barricate. I propri punti vita sono divisi tra armatura ed energia: la prima si ricarica con degli oggetti di cura, la seconda trascorrendo del tempo senza subire danni. A propria disposizione si hanno diverse armi da fuoco, alcune granate e due abilità speciali, come il drone e la torretta. Dato che ciascun avversario fornisce pochissimi punti esperienza, terminare questi incarichi diventa essenziale se si vuole salire di livello e sbloccare nuove aree. Ovviamente, le ricompense per il proprio lavoro sono materiali ed equipaggiamenti vari, che possiamo utilizzare per potenziare il nostro soldato. Grazie alla presenza di numerose missioni secondarie, rifugi da sbloccare, insediamenti da assaltare e piccoli altri incarichi, come salvare ostaggi e riabilitare le linee di comunicazione, anche il solo movimento in città è costellato di modi per distrarsi, scaldare le armi o racimolare premi. Purtroppo, dopo un po’ che si gioca, tutto ciò diventa abbastanza ripetitivo, soprattutto considerando che non è presente una grande varietà di nemici. I diversi luoghi dove può partire uno scontro e la loro durata non troppo elevata alleviano questo fattore negativo, che tuttavia si può iniziare a notare già dopo una decina di compiti portati a termine. Provare diverse strategie e unirsi ad altri utenti in schermaglie più difficili sono metodi che permettono di aumentare la varietà, chiaro segno che il fulcro di questo titolo risiede nel multiplayer.

I rottami e i detriti possono essere usati come difesa per non farsi notare dai nemici e attendere il momento giusto per attaccare.

Per quanto riguarda il lato cooperativo, abbiamo già discusso delle possibilità di collaborare in diversi modi con altri player, rispondendo alle loro richieste di aiuto o unendosi in gruppo per esplorare e completare missioni. Un grande miglioramento rispetto al precedente titolo, però, è la componente PvP, della quale sono presenti sia le modalità classiche di Dominio e Schermaglia così come la Zona Nera. Le prime due condividono gli stessi aspetti del PvE, solo che ci si trova ad affrontare persone invece che soldati virtuali. Al contrario, la terza è stata resa nettamente superiore, con l’introduzione di una nuova meccanica e la decisione di partire da ben tre diverse aree invece che una sola. All’interno di questo luogo infestato dal virus, lo scopo dei soldati è sconfiggere i nemici controllati dall’IA per poter recuperare ed estrarre equipaggiamenti unici, così da poterli utilizzare una volta decontaminati. Tuttavia, è anche possibile attaccare direttamente gli altri giocatori, uccidendoli e impossessandosi del loro loot. L’aggressione comporta il guadagno di uno o più ranghi di Rinnegato, che piazzano una taglia sul traditore e forniscono ricompense qualora venga abbattuto. Sia agendo in un modo che nell’altro si ottengono ricompense favolose, e la presenza di entrambi i tipi crea momenti di tensione che rendono le scorribande nella Zona Nera uno degli elementi più belli e vivi di questo action RPG.

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La presenza dei nuovi Rinnegati crea momenti di tensione che rendono le scorribande nella Zona Nera uno degli elementi più belli e vivi di The Division 2.

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A livello di personalizzazione, The Division 2 consente di crearsi un proprio aspetto e successivamente cambiare l’abbigliamento, sbloccando vestiti, maschere e altro. Il personaggio non possiede statistiche, ma solo il livello, che determina il tipo di aree e missioni a cui si può accedere e il tipo di loot che è possibile trovare come ricompensa. Sarà consigliabile portare con sé due tipi di armi principali e una più debole pistola con proiettili infiniti, da utilizzare nel caso finiscano le munizioni. Ci sono moltissimi armamenti ma, al di là di cecchini e fucili a pompa, si assomigliano tutti per la maggior parte, differenziandosi solo per più o meno danno, cadenza di fuoco o ulteriori parametri. Si possono collegare degli accessori alle proprie armi per modificarle e potenziarle, così come esistono diversi tipi di proiettili che occasionalmente si possono trovare durante le missioni. L’elemento che differenzia parecchio un soldato da un altro sono le abilità: a scelta tra un totale di otto, si tratta di avanzate tecnologie militari che forniscono supporto durante gli scontri. Una volta attivate, svolgono il proprio compito fino alla disattivazione o alla distruzione, dopo le quali sarà necessario attendere un tempo di ricarica prima di avercele di nuovo a disposizione. Di ciascuna è possibile ottenere diverse varianti, che ne cambiano il comportamento. Nonostante se ne possano equipaggiare solo due, è possibile cambiare la propria selezione anche durante uno scontro, permettendo al giocatore di scegliere la più adatta in ogni situazione. Le abilità vanno acquisite alla base operativa utilizzando dei punti sblocco, ottenibili salendo di livello, e delle tecnologie SHADE, che si trovano completando delle missioni. Nelle fasi di endgame sopraggiungono le Specializzazioni, un sistema che permette di far proprio un certo stile di gioco e concentrarsi su certi elementi specifici da migliorare e utilizzare a proprio vantaggio.

The Division 2
Il quartiermastro permette di sbloccare le abilità e le loro varianti, così da poterle equipaggiare ed utilizzare negli scontri.

L’ambientazione di Washington DC, a cui il team si è dedicato parecchio, è ben curata e gradevole alla vista. Fin dall’arrivo alla Casa Bianca nelle prime fasi di gioco, The Division 2 alterna lussureggianti parchi immersi nel verde a luoghi colmi di detriti ed edifici di fortuna. Tra una missione e l’altra, possiamo passare a visitare i vari rifugi alleati, che variano da campi all’aperto a strutture erette sui tetti degli edifici. Qui possiamo svolgere diverse attività legate alla crescita del personaggio, come potenziare le proprie abilità, vendere gli oggetti inutilizzati e acquistare risorse. Inoltre, alcuni insediamenti propongono dei progetti al giocatore, che richiedono la raccolta di determinate risorse in cambio di un premio. Visitare più rifugi possibile è molto importante, in quanto, oltre ad offrire un riparo sicuro tra una sparatoria e l’altra, sono gli unici luoghi in cui si può ritornare nel caso in cui si venga definitivamente sconfitti e consentono di evitare lunghe camminate con il sistema di spostamento rapido. L’esplorazione della mappa è intervallata da brevi schermaglie o nuove location da scoprire per guadagnare punti esperienza, ma spesso risulta tediosa, soprattutto nelle aree più vaste e quando bisogna rientrare nella mischia dopo essere stati abbattuti. Unendo questo con l’assenza di una colonna sonora d’accompagnamento, tranne che in alcune sezioni, è logico che a volte la monotonia possa prendere il sopravvento ed eliminare la voglia di raggiungere il luogo della prossima missione. Vanno però premiati tutti i piccoli e deliziosi dettagli che Massive Entertainment ha realizzato per facilitare la ricognizione e renderla più interattiva, come la possibilità di ascoltare le comunicazioni radio attraverso il proprio controller e verificare la presenza di nemici nella zona tramite il colore del suo led, che varia da verde/sicuro a rosso/pericoloso.

In conclusione, The Division 2 è sicuramente superiore al precedente capitolo della serie ed è riuscito a migliorare e rendere più piacevoli e divertenti gli aspetti principali: il multigiocatore e la modalità competitiva. La città di Washington con i suoi ambienti è stupenda e iconica e la mappa è ricca di contenuti in grado di far risaltare la componente di cooperazione tra giocatori così come offrire ore di intrattenimento. I punti negativi in cui purtroppo il titolo a volte ricade sono la ripetitività degli spostamenti e delle missioni, uniti ad un arsenale di armi che presenta poca varietà ma per fortuna non influenza pesantemente il gameplay. Coloro che hanno attraversato le strade di New York in The Division si troveranno certamente a casa e sapranno apprezzare i salti di qualità che Massive Entertainment è riuscita a realizzare. Per quanto riguarda gli altri, consiglio questo titolo a coloro che cercano azione continua da vivere assieme ai propri amici o ad altri compagni di gioco. The Division 2 incarna il vero spirito di un looter shooter e promette un futuro ancora più ricco e variegato, piazzandosi tra i migliori videogiochi del suo genere.