Altair, Ezio Auditore, Connor ed Edward Kenway, Arno, Jacob, Evie, Bayek, Alexios e Kassandra: sono tutti nomi che l’intera industria videoludica conosce molto bene, che vengono immediatamente ricondotti a uno dei brand più famosi di sempre. Parliamo ovviamente di Assassin’s Creed, la fortunata serie di Ubisoft che dal 2007 ad oggi ha raccontato a milioni di giocatori diversi periodi storici, oltre che a divertire e intrattenere. Ma cosa avrà reso così grande la saga a più di dieci anni dal rilascio del primo capitolo? Scopriamolo insieme, ripercorrendo la storia del credo degli assassini non dalla sua nascita effettiva, trattata in Assassin’s Creed Origins, ma dal primissimo Assassin’s Creed.
Nelle profondità di Masyaf (Assassin’s Creed)
Molti di voi sapranno già che il primissimo capitolo della serie doveva essere un gioco di Prince of Persia chiamato, difatti, Prince of Persia: Assassin. Tuttavia, aver capito le potenzialità del suo nuovo titolo, Ubisoft ha preso un’importante decisione che la porterà a creare una delle sue proprietà intellettuali più amate di sempre. Assassin’s Creed viene quindi presentato come un open world, in cui vestiamo i panni di Altair Ibn-La Ahad. Possiamo così scoprire le città di Damasco, Gerusalemme e Cipro nel 1191 a.C. ricreate fedelmente grazie a un lavoro di approfondimento del periodo storico. Il nostro compito sarà quello di assassinare degli esponenti dell’Ordine dei Templari, gli antagonisti della serie. Proprio qui entra in gioco il gameplay puro, che venne considerato al tempo come innovativo, sia dagli utenti che dalla stampa specializzata. Assassin’s Creed permetteva di arrampicarsi su quasi tutti i muri, di saltare da un tetto all’altro e di uccidere furtivamente i nemici. Perché sì, Ubisoft aveva anche avuto l’accortezza di implementare un vero e proprio sistema stealth che, per un titolo del genere, è a dir poco essenziale: sapersi nascondere tra la folla, mescolarsi tra dei vescovi, o gettarsi in un mucchio di fieno per non farsi vedere dai Templari. Insomma, il successo di Assassin’s Creed non tardò di certo a mostrarsi, motivo per cui la casa di Montreal decise di realizzarne un sequel che, come la storia ci insegna, ottenne un risultato ancor più importante.
Nulla è reale… (Assassin’s Creed II)
Proprio quando Ubisoft ci aveva fatto innamorare di Altair e delle ambientazioni orientali del primo gioco, cambia completamente rotta, spostandosi in Italia e portando gli utenti nei panni di un giovane ragazzo fiorentino: Ezio Auditore da Firenze. Veniamo catapultati nella Toscana rinascimentale, uno dei periodi storici più amati di sempre, con l’obiettivo di vendicare la famiglia del protagonista, tradita e assassinata dall’Ordine dei Templari. Ancora una volta, quindi, saremo chiamati a uccidere una lunga serie di persone che, peraltro, sono esistite davvero. Parliamo di Rodrigo Borgia, Uberto Alberti, la famiglia de’ Pazzi, Dante Moro e moltissimi altri volti noti che fanno parte dei tanti Templari da eliminare. Peraltro, Ubisoft ha avuto l’accortezza di realizzare missioni in cui ogni obiettivo viene ucciso nello stesso luogo e nella stessa data in cui è morto nella realtà , elemento che innalzava l’asticella della fedeltà storica degli eventi. Assassin’s Creed II riuscì a rinnovare il precedente capitolo quasi in tutto, migliorando ogni aspetto che la stampa specializzata aveva criticato, come la ripetitività delle missioni o l’impossibilità di Altair di nuotare. Ezio può esplorare città più grandi, tra cui la bellissima Venezia, ma ha anche un arsenale di armi più ampio rispetto quello del suo predecessore. Senza dimenticare tutte le novità riguardanti il sistema stealth, ora più complesso e vario, ma anche per la stessa corsa acrobatica, resa finalmente più fluida. Ma proprio quando tutti gridavano al capolavoro, Ubisoft ha mostrato di esser riuscita a dare molto di più, e lo scopriamo appena un anno dopo.
…tutto è lecito (Assassin’s Creed Brotherhood)
Nel 2010 Ubisoft rilascia quello che oggi è considerato il gioco più amato della storia di Ezio. Parliamo di Assassin’s Creed Brotherhood, che ci mostra un protagonista ora più maturo, in una Roma rinascimentale che poco ricorda la Firenze del primo capitolo. Le novità più grandi furono principalmente due: la presenza della confraternita, che permetteva di addestrare degli adepti assassini da chiamare durante i combattimenti o per uccidere un nemico, e il multiplayer online, che mescolava le meccaniche stealth e di parkour che i giocatori tanto amavano. Peraltro, anche la qualità grafica era enormemente migliorata, così come il combat system e l’arsenale di armi, ora molto più vasto e con più possibilità strategiche. Ma di fronte un successo ormai planetario, Ubisoft si mostrò convinta a continuare a proporre l’amatissimo Ezio Auditore da Firenze, per portarlo verso la conclusione non solo della sua storia, ma della tipologia di gameplay che ha caratterizzato la serie fino ad allora.
La fine del viaggio (Assassin’s Creed Revelations)
Ideato inizialmente come un titolo per Nintendo 3DS, Assassin’s Creed Revelations si pone un unico, semplice obiettivo: rivelare dei segreti riguardo il vero scopo di Ezio, ma anche di Altair stesso, dato che potremo impersonarlo in alcune missioni che svelano cosa è accaduto dopo il primo capitolo della serie. Questo gioco si pone così come l’epilogo dei filoni narrativi che coinvolgono i due protagonisti della saga, giungendo a una delle più epiche conclusioni mai viste in un gioco di Ubisoft. Nonostante Assassin’s Creed Revelations introduca ben poco in termini di gameplay, al punto da renderlo probabilmente il meno amato della serie, riesce a concludere perfettamente la storia di Ezio e di Altair, nonché a spianare la strada al futuro di Assassin’s Creed.
La strada per la libertà (Assassin’s Creed III)
Annunciato durante l’aprile del 2012 e rilasciato lo stesso anno, Assassin’s Creed III voleva essere un punto di non ritorno per la serie, nonché uno dei sequel più ambiziosi di sempre. Connor Kenway si mostra come un protagonista meno fedele e affascinante dei suoi predecessori, ma sicuramente più sicuro e pronto a tutto pur di ottenere ciò che più desidera: la libertà . L’incipit si sposa alla perfezione con il periodo storico della Rivoluzione Americana del 1776. Possiamo esplorare Boston e New York, assistere al Tea Party o a guerre come quella di Bunker Hill e scoprire le vicende che hanno portato alla nascita degli Stati Uniti d’America. Insomma, già l’ambientazione era promettente, ad aggiungersi c’è anche l’incredibile mole di novità che sono state introdotte. I movimenti sono più fluidi e permettono a Connor di combattere con più veemenza e di correre sugli alberi, venne introdotto il sistema di caccia e tantissime nuove armi. La stampa specializzata premiò Assassin’s Creed III per la sua completezza e per come è stato capace di rivoluzionare irrimediabilmente il brand. Tuttavia, uno degli elementi più amati delle avventure di Connor furono proprio le battaglie navali che, purtroppo, si limitavano ad alcune missioni secondarie talvolta anche ripetitive. Ubisoft aveva intuito il potenziale di questo sistema, motivo per cui non si fece di certo mancare l’occasione di proseguire con la storia della famiglia Kenway.
Il terrore dei sette mari (Assassin’s Creed IV: Black Flag)
Un nome, una garanzia: Edward Kenway. A questo personaggio milioni di appassionati si sono letteralmente innamorati e per la seconda volta nella serie: Ubisoft è stata capace di realizzare una figura che sa essere tanto rozza e coriacea, quanto affascinante e divertente. Siamo nei mari delle Indie occidentali, tra città marinaresche come Nassau, Kingston e Havana nei panni del nonno paterno di Connor, il pirata Edward Kenway. Sebbene siano state messe da parte tematiche centrali come l’importanza del credo, Black Flag riprende tutto ciò che di bello ha offerto Assassin’s Creed III e lo ripropone come mai visto finora. Possiamo ora guidare la nostra nave, la Jackdaw, e assaltare altri pirati o flotte degli spagnoli o dei francesi per mettere le mani sui loro tesori. Ci troviamo così di fronte ad abbordaggi che ricordano tantissimo le sequenze più epiche de I Pirati dei Caraibi, oltre che a divertire l’utente come poche volte la serie è riuscita a fare. Tuttavia, con l’imminente arrivo delle console di nuova generazione, ovvero PlayStation 4 e Xbox One, Ubisoft aveva ormai capito che era ora di tornare a rivoluzionare la serie principale, specialmente dopo capitoli spin-off come Assassin’s Creed Liberation e Assassin’s Creed Rogue.
Uniti, per la prima volta (Assassin’s Creed Unity)
La serie era finalmente pronta per approdare sulle nuove macchine di Sony e Microsoft e Ubisoft riuscì a mostrare che aveva capito come fare per riuscire nell’impresa. Tuttavia, Assassin’s Creed Unity si rivelò probabilmente molto più impegnativo di quanto la compagnia pensasse, dato che il nuovo motore e le capacità di PlayStation 4 e Xbox One ancora da scoprire portarono inevitabilmente a renderlo il titolo con più problemi tecnici dell’intero brand. Peraltro vennero scartate alcune idee vincenti della saga, come l’utilizzo di scudi umani o di minigiochi, con risultato una continua ripetitività nell’endgame. Ma Assassin’s Creed Unity poteva comunque vantarsi di una Parigi in piena rivoluzione francese sorprendentemente bella, affollata e viva come non mai, con una qualità grafica ad oggi ancora fantastica. Inoltre, il comparto narrativo, su cui il team aveva puntato moltissimo, era incentrato sulla storia d’amore tra Arno Dorian, il protagonista, ed Elise De La Serre, che però è una templare. Su questa ambivalenza, su questo paradossale rapporto amoroso tra i due assieme all’ambientazione parigina e rivoluzionaria, si basa tutto Assassin’s Creed Unity. Per la prima volta vediamo l’introduzione di semplici elementi RPG, nonché una personalizzazione più complessa dell’assassino e una controparte multiplayer in co-op, che permette di giocare le missioni assieme altri tre adepti.
La ribalta dei gemelli Frye (Assassin’s Creed Syndicate)
Dopo le pesanti critiche ricevute con Unity, Ubisoft non poteva di certo permettersi passi falsi, motivo per cui tentò il tutto per tutto con Assassin’s Creed Syndicate. Abbiamo la tanto attesa introduzione del personaggio femminile con Evie Frye, sorella di Jacob e uno stravolgimento sia del sistema di combattimento che dell’esplorazione stessa. Siamo a Londra durante la Rivoluzione Industriale, verso la fine del diciannovesimo secolo. I due fratelli Frye, entrambi giocabili, sono personaggi simili ma contrastanti nel modus operandi che definisce come attaccano il nemico. Mentre il maschio è più combattivo e preferisce un approccio diretto, la ragazza evita sguardi indiscreti e abbraccia un gameplay più stealth. Di conseguenza, anche l’albero delle abilità introdotto in Unity varia molto, differenziando ancor di più i due Frye. Viene abbandonato l’uso di spade e coltelli per preferire mazze e tirapugni, che sono molto più consoni al contesto, ed è stato anche introdotto un rampino per spostarsi più velocemente tra un palazzo e l’altro. Tuttavia, si sono ormai perse le radici della serie, tanto da sacrificare molto la componente di corsa acrobatica, non più fluida e precisa come in passato. Proprio questo è il motivo che convince la casa di Montreal a mettere in pausa la serie e per prendersi del tempo per realizzare il capitolo successivo, che arriverà due anni dopo.
Ritorno al passato (Assassin’s Creed Origins)
Assassin’s Creed Origin rappresenta così il quarto drastico cambiamento del brand da cui, secondo alcuni, non si potrà più tornare indietro. Altri, invece, hanno considerato questo nuovo capitolo come una ventata d’aria fresca, necessaria per ringiovanire la serie e che la porterà verso una strada completamente diversa. In Origins vestiamo i panni di Bayek di Siwa, che porterà alla nascita della confraternita degli assassini nell’antico Egitto, in pieno Periodo Tolemaico. Gli elementi RPG ora sono ancora più presenti, anche nel sistema di combattimento stesso. Per quanto alcuni hanno odiato questa scelta, ciò impedisce di uccidere con un solo colpo i nemici, rendendo più complessi i singoli scontri. Peraltro, la mappa di gioco è ora immensa, portando l’esperienza ad essere incentrata moltissimo sull’esplorazione. Inutile dire che i voti della stampa specializzata sono stati più che positivi, ed è proprio questo che ha portato ancora una volta Ubisoft a riproporre un nuovo capitolo l’anno successivo, nel 2018.
Un nuovo inizio (Assassin’s Creed Odyssey)
Siamo ormai giunti all’ultimo capitolo rilasciato su PlayStation 4 e Xbox One. Assassin’s Creed Odyssey è un RPG quasi completo. Siamo nel 431 a.C. in Grecia, quattrocento anni prima gli eventi del precedente capitolo e durante la Guerra del Peloponneso. Vestiamo i panni di Alexios o Kassandra, a seconda della scelta del giocatore, e il nostro compito sarà quello di difendere il popolo e decidere continuamente se schierarsi dalla parte di Atene o di Sparta. Ancora una volta gli utenti si sono trovati di fronte un enorme open world con tante missioni, primarie e secondarie, e una progressione della trama che ricorda ancor di più gli RPG, dato che l’utilizzo delle abilità è ora maggiormente accentuato. Possiamo anche prendere delle vere e proprie decisioni nel corso della storia, che determineranno come questa andrà avanti. Ma il motivo per cui la stampa ha amato questo nuovo capitolo è proprio come è riuscito a prendere ciò che di bello c’era in Origins per evolverlo in chiave moderna.Â
Ora che abbiamo ricapitolato l’intera storia del brand, escludendo spin-off come i capitoli per Nintendo DS, PSP e la serie di Chronicles, cosa possiamo aspettarci dal futuro? Ubisoft ha già fatto sapere che non ha intenzione di rilasciare un nuovo gioco di Assassin’s Creed nel 2019, cosa che va contro le aspettative di quelli che volevano un titolo simile ad Origins e Odyssey. Ma questo potrebbe indicare sia che la prossima opera di Ubisoft sarà sulle console di prossima generazione, sia che probabilmente possiamo aspettarci un’ulteriore introduzione di meccaniche RPG, dato che per la compagnia il brand è ormai mirato verso questo genere. Il web è già pieno di voci di corridoio e teorie riguardanti ambientazione e novità del nuovo Assassin’s Creed, ma in ogni caso solo il tempo ci dirà cosa possiamo davvero attendere.