Dopo alcune ore dal termine dell’assegnazione dei premi Oscar 2019 (qui trovate tutti i vincitori), abbiamo potuto riflettere a lungo per stilare un articolo che riuscisse a sintetizzare la mitica nottata appena avvenuta. Non è sicuramente facile riassumere in poche righe una cerimonia così importante e decisiva dell’intero panorama della settima arte, ma ci abbiamo provato lo stesso, segnalandovi i momenti salienti e facendo alcune riflessioni. Ci sono stati alti e bassi, sorprese e molti pronostici si sono effettivamente rivelati corretti. Scoprite con noi cosa è accaduto nell’evento più brillante di tutto il mondo cinematografico.
La kermesse si è ovviamente aperta, come tutti gli anni, con il tradizionale red carpet, durante il quale, oltre alla sfilata di tutte le star ospiti del Dolby Theatre, ci sono state alcune interviste e previsioni sui nomi più quotati per l’ottenimento della statuetta d’oro. Già le prime voci vedevano come certo il trionfo di Rami Malek come Miglior attore protagonista e Glenn Close (alla sua settima nomination) come Miglior attrice protagonista. Se il ragazzo, che ha rivestito il ruolo di Farrokh Bulsara in Bohemian Rhapsody, è riuscito a trionfare, la veterana attrice ha dovuto lasciare il posto a Olivia Colman, che ha surclassato tutte le rivali con la sua vibrante interpretazione in La favorita. Dopo circa un paio d’ore di pre-show, finalmente è partito lo spettacolo vero e proprio: i Queen, che vedono da qualche tempo Adam Lambert alla voce, hanno aperto le danze, con un’elettrica We Will Rock You e una più suggestiva e malinconica We Are the Champions. Sul finire dell’esibizione è apparso il volto di Freddie Mercury sullo schermo, che è stato tributato dignitosamente, con una sfavillante ed energica performance dei suoi ex-compagni di palco.
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Da qui in poi, sono stati assegnati i trofei delle varie categorie, con un ritmo decisamente sostenuto e più rapido rispetto che al passato: l’assenza di un presentatore ha accelerato decisamente le cose, e i vari ospiti speciali che hanno conferito i riconoscimenti hanno valorizzato il tutto. Tra l’ironia di Melissa McCarthy con un costume ridicolo, e discorsi più pregnanti e riflessivi come quello di Javier Bardem, il pubblico non si è mai annoiato, anche se i momenti davvero iconici si possono contare sulla punta delle dita. La prima doverosa menzione è lo spettacolare duetto tra Lady Gaga e Bradley Cooper, che sulle note di “Shallow” da A Star is Born hanno regalato alla platea intense e sincere emozioni, facendo commuovere più di una persona presente. Non è infatti casuale, tra l’altro, che una traccia del genere abbia preso il premio come Miglior Canzone: un pezzo così trascinante e sentito non poteva essere di certo ignorato.
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Un altro momento chiave è stato il discorso di Spike Lee, che ha intrattenuto l’uditorio dopo la vittoria di BlacKkKlansman come miglior Sceneggiatura Non Originale. Il filmaker ha infatti invitato il popolo americano a votare con saggezza alle prossime elezioni del 2020, mandando una frecciatina al Presidente repubblicano Donald Trump. Con la sua consueta parlantina e tenacia il regista si è schierato, come sempre nella sua vita e carriera artistica, verso gli afroamericani, e lo ha fatto con trasporto e convinzione. In una cerimonia così vuota dal punto di vista politico e morale, il suo intervento è stato decisamente toccante, ma forse un po’ troppo altisonante ed estremo, considerando la pacatezza generale. Per concludere è opportuno ricordare anche il coinvolgente tributo da parte dell’Academy di tutti gli artisti scomparsi di recente: un’orchestra dal vivo ha eseguito Leaving Home di John Williams, mentre nel video si susseguivano volti noti tra i quali Stan Lee, Burt Reynolds, ma anche gli italiani Ermanno Olmi, Vittorio Taviani e Bernardo Bertolucci, che hanno reso onore al cinema del nostro Paese.
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Tirando le somme bisogna obbligatoriamente menzionare i più incredibili traguardi raggiunti dai film in gara. Black Panther, un cinecomic, ha portato a casa ben tre statuette, confermando la sua importanza a livello culturale. Bohemian Rhapsody, invece, che ha visto trionfare Malek, ha primeggiato in altre tre categorie. Nonostante il dibattito per il Miglior Attore protagonista fosse molto acceso, soprattutto perché erano in lizza dei mostri sacri come Christian Bale, Willem Dafoe e Viggo Mortensen, alla fine l’ha spuntata il 37enne di origini egiziane, che ha ottenuto un riconoscimento senza precedenti, anche considerando i suoi avversari. Tra i migliori film d’animazione, Spider-Man: Un Nuovo Universo è riuscito a emergere prepotentemente grazie alla potenza del suo stile artistico e delle suggestive musiche. Quest’anno Pixar ha ceduto il passo a un cartone animato Sony, e questa è sicuramente una svolta epocale per la legittimazione dei film dei supereroi, non sempre visti di buon occhio dal mondo cinematografico. Chiudiamo parlando di Roma di Cuarón, che dopo aver ottenuto Miglior Fotografia, Miglior Film Straniero e Miglior Regia non è riuscito a compiere il salto più alto: ottenere anche Miglior Film. La più ambita ricompensa è stata infatti strappata sul rotto della cuffia da Green Book, che dopo la vincita di Mahershala Ali come Miglior Attore non Protagonista e il trionfo come Miglior Sceneggiatura Originale, è entrato nell’Olimpo dei migliori lungometraggi di tutti i tempi. Speriamo di avervi fatto vivere intensamente le gioie e i dolori, l’intensità e la trepidazione di un momento magico e indimenticabile. Vi attendiamo puntuali per il prossimo anno, per trascinarvi nuovamente in una magica avventura.