Recensione Steins;Gate Elite

Era il 2009 e il secondo capitolo della serie Science Adventure veniva alla luce: in quegli anni 5pb. aveva dato il via ad un progetto multimediale di portata mondiale, con l’ultimo arrivato in famiglia che ingrandì ancora di più l’impatto internazionale del team. Steins;Gate divenne manga, anime, film, spettacolo radiofonico e gioco da tavola, cosa non da poco per una visual novel, considerando la non altissima popolarità del genere. A dieci anni di distanza i festeggiamenti sono d’obbligo, e se questo mese dobbiamo essere grati a Spike Chunsoft per qualcosa, è proprio per aver preso la responsabilità di pubblicare la versione definitiva del titolo: Steins;Gate Elite, edita per PC, Nintendo Switch, PlayStation 4 e Vita. Andiamo a scoprire insieme cosa è cambiato in tutti questi anni.

Recensire una visual novel non è mai facile, a maggior ragione una in cui prolungarsi anche di una sola riga in più sulla trama significherebbe privare il lettore di un’esperienza incredibile. Teniamoci quindi per mano e percorriamo insieme questa fitta sassaiola di spoiler: è il 2010 ad Akihabara, Tokyo. Okabe Rintaro è un giovane scienziato che si diverte a costruire gadget fantascientifici insieme ai suo amici Itaru Hashida e Mayuri Shiina, rispettivamente un nerd vecchia scuola e una ragazza tanto geniale quanto tsundere. Tutto parte dalla convinzione di Rintaro che il mondo sia segretamente controllato da una misteriosa Organizzazione, un vero e proprio gruppo massonico dedito a tirare i fili delle economie mondiali. E se a questa sua assurda (per noi) idea aggiungiamo una conferenza sui viaggi nel tempo, un cadavere di troppo e citazioni a non finire (chi ha detto “Ritorno al futuro“?), il quadro è completo: ed è un’opera d’arte.

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Elite trasforma lo Steins;Gate originale in un anime interattivo

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Passiamo alle aggiunte esclusive di questa versione Elite: come detto sopra, l’anime di Steins;Gate arrivò sì, ma due anni dopo l’uscita del titolo, che era invece basato su schermate fisse e lunghissime sessioni di testo a schermo. Questa edizione trasforma invece il tutto in un anime interattivo, riprendendo intere scene dalla serie e aggiungendone di esclusive, realizzando il sogno proibito covato neanche troppo segretamente in tutti questi anni dai fan. Con scenari e personaggi totalmente ridisegnati e con una veste grafica rinnovata da zero, Steins;Gate Elite si riserva da subito un posto d’onore tra le uscite di questo 2019 a pixel, must have se non si è giocato l’originale. Tra imprevedibili colpi di scena e finali multipli, uno più affascinate dell’altro, si può solo che invidiare chi scoprirà Steins;Gate per la prima volta con questa versione.

Davvero simpatica la feature per Switch: le strade di Akihabara in 8 bit sono una gioia per gli occhi.

Da considerare anche la versione su cui giocherete il titolo: nessuna feature bonus per l’edizione PC, mentre per quanto riguarda le console, il discorso si fa più interessante. I giocatori Switch potranno vivere una breve avventura a tema 8 bit per le vie di Tokyo, mentre gli utenti Sony potranno godersi in esclusiva Linear Bounded Phenogram, un intero intreccio narrativo aggiuntivo che a voler giocare lenti, ma davvero lenti, non supererà mai comunque i quaranta minuti di durata complessiva. E se vi ricordate di immagini promozionali con scritto “Linear Bounded Phenogram” e poco sotto “30+ hours of Never-Before-Released Content”, le trenta ore parlavano dell’impianto generale del gioco, ovvero tutte le scene animate incluse, e non della missione esclusiva Sony. Davvero un peccato, per quanto prevedibile, nonostante i fan abbiano così tanto sperato in questi mesi: tutto per colpa di due scritte troppo vicine.

Steins;Gate Elite è un pezzo da novanta per la collezione di ogni appassionato, ma non è comunque un titolo ex-nove della serie. È un capolavoro perché è la versione aggiornata di un prodotto che era già capolavoro di suo, al remake va riconosciuto il merito di aver arricchito il gioco originale senza aggiungere nessun contrappeso sul piatto dei difetti, affermandosi nelle nostre menti e nei nostri cuori come il vero “Steins;Gate”, senza bisogno di nostalgie inutili, proprio perché molto più simile a quello che 5pb. aveva in mente nel 2009, ma che non poté portare a termine per mancanza di budget. Steins;Gate Elite è quindi perfetto come gioco a sé, senza altre considerazioni, ma come prodotto videoludico rimane qualche aspetto da ridefinire: qualche aggiunta di trama in più rispetto alle poche introduzioni o dei contenuti più sostanziosi avrebbero giustificato maggiormente l’acquisto, senza però nulla togliere alla incredibilmente alta qualità generale.

 

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