1982 – Volendo stilare una top ten dei titoli che ogni cultore del C64 dovrebbe venerare al pari di sacre reliquie, ci si ritrova di fronte a diverse scelte obbligate: subito dopo aver citato Ghostbusters, Impossible Mission, The Last Ninja e i primi 6 ulteriori titoli che vi vengono in mente, sarebbe tuttavia buona lasciare sempre un posto per il vecchio Aztec Challenge. Questo curioso action-game multievento dall’esotica ambientazione precolombiana seppe difatti ammaliare migliaia di giocatori in tutto il mondo, sfruttando ad arte l’insolito incipit che vedeva un giovane Azteco affrontare le varie fasi di un rischioso rito di passaggio volto a far di lui un uomo.
Scandite da meccaniche di gioco tanto semplici quanto additive e da un comparto grafico che, almeno per l’epoca, offriva di che complimentarsi con l’hardware ospitante, le prove costituenti la cerimonia presentavano connotati piuttosto bizzarri, i quali finivano col delinare i contorni di un vero e proprio incubo ginnico: a partire dalla frenetica corsa verso la grande Ziggurat con tanto di lancieri intenti a far bersaglio del suo corpo, passando per la micidiale scalata della stessa condita da una pioggia massi cadenti, fino a giungere al tuffo nella vasca dei piranha, il povero prescelto avrebbe in effetti avuto maggiori possibilità di unirsi ai suoi avi nella tomba, che speranze di archiviare la dolce adolescenza.
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A rendere questo dettaglio un vera e propria sentenza, la particolare struttura “infinita” del gioco che, come molti altri titoli dell’epoca, sarebbe ricominciato puntualmente daccapo ogni qualvolta si fosse riusciti a completare l’intero percorso senza riservarci neanche un misero messaggio di congratulazioni: unica variante degna di nota, il progressivo incremento della difficoltà delle prove, ottenuto velocizzando esponenzialmente i ritmi del cimento…
Distribuito nei formati Vic-20 e Atari 8-Bit a partire dal 1982, Aztec Challenge riscosse un successo tale da spianargli la strada verso i vertici delle classifiche, trovando infine la sua consacrazione nel corso dell’anno successivo, grazie ad una spettacolosa conversione C64. A tutt’oggi, il suo particolare “culto” viene ancora celebrato da molti appassionati, alcuni dei quali non hanno esitato a realizzarne dei remake shareware rintracciabili su rete.