The Textorcist: The Story of Ray Bibbia è il primo gioco dello studio di sviluppo italiano Morbidware, che sarà disponibile all’acquisto da domani, giovedì 14 febbraio. Questo titolo fonde due generi molto distanti, il Bullet Hell e, come alcuni avranno intuito dall’arguto gioco di parole nel nome dell’opera, typing game. Mentre con la mano destra dovremo pensare a muovere il protagonista per schivare tonnellate di proiettili, con la sinistra dovremo rapidamente digitare le parole che compongono preghiere ed esorcismi per sbarazzarci di pericolosi demoni. Il concept alla base di questo prodotto ci ha subito colpito, e dopo averlo giocato e portato a termine possiamo affermare che ha soddisfatto, e in alcuni casi ampiamente superato, le nostre aspettative.

Textorcist è ambientato in una versione alternativa della Roma degli anni ’90, in cui un corrotto Vaticano governa a suo piacimento la città. Il protagonista dell’avventura è Ray Bibbia, chiaro riferimento al noto quartiere Rebibbia, un esorcista privato che ha da lungo tempo tagliato i rapporti con la Santa Sede. Scontroso, cinico e con un tagliente senso dell’umorismo, Ray è un personaggio molto diverso da ciò che ci si aspetterebbe da un uomo di fede di 55 anni, e anche per questo sarà praticamente impossibile non affezionarcisi all’istante. Nelle prime fasi del titolo è presente una componente umoristica molto marcata, basata soprattutto su giochi di parole, talvolta geniali, situazioni paradossali e personaggi fuori di testa. Tuttavia andando avanti la trama diventa più seria, con risvolti anche piuttosto interessanti e inaspettati: oltre a nemici in carne e ossa, l’esorcista dovrà affrontare anche i suoi demoni interiori.

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 The Story of Ray Bibbia è pieno zeppo di reference, sia ad altri videogiochi che manga/anime o alla internet culture più in generale, talvolta anche di stampo nostrano

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Durante la nostra avventura visiteremo moltissime vie e luoghi che risulteranno sicuramente noti agli abitanti della capitale (e non solo), anche grazie ad alcuni dettagli che solo uno studio di sviluppo con persone del posto avrebbe potuto riportare. Non capita tutti i giorni di vedere citati in un videogioco via Ostiense, l’ospedale Gemelli o la stazione Termini. Inoltre The Story of Ray Bibbia è pieno zeppo di reference, sia ad altri videogiochi che manga/anime o alla internet culture più in generale, talvolta anche di stampo nostrano. Per farvi un esempio, durante la storia incontreremo una band di black metal vegano (sì, avete letto bene) chiamata Seitan Beasts, chiaro rimando alla canzone Bestie di Seitan dei Nanowar of Steel. Malgrado la presenza di diversi elementi che solo l’audience italiana sarà in grado di riconoscere, il titolo è purtroppo disponibile solo in lingua inglese. Da un lato comprendiamo che tradurre i numerosi giochi di parole o i testi da pronunciare per gli esorcismi (che avrebbero quindi una lunghezza diversa) potrebbe essere problematico, ma dall’altro ci dispiace per i connazionali, magari semplicemente curiosi di provare un gioco ambientato nella loro città, che non potranno usufruire dell’opera perché non masticano l’idioma.

Il gameplay vero e proprio The Textorcist: The Story of Ray Bibbia consiste in una serie di boss fight, in modo simile a ciò che avviene per esempio in Shadow of the Colossus o Titan Souls. Come abbiamo accennato all’inizio, per sconfiggere i demoni dovremo digitare le parole (mostrate su schermo) che compongono degli esorcismi. Facendo ciò, delle specie di lucciole chiamate hollet si raccoglieranno in numero sempre maggiore attorno a noi, per poi scagliarsi contro il nemico. Ovviamente di per sé questo non risulterebbe particolarmente complesso, ma quando allo stesso momento dobbiamo schivare un elevato numero di proiettili la faccenda è ben diversa. Visto che con la mano sinistra dovremo usare le frecce per spostarci, anche chi ha sviluppato una memoria muscolare nel typing a due mani troverà pane per i suoi denti. Quando viene colpito Ray fa cadere la bibbia che porta con se, uno strumento fondamentale per la la purificazione, e per continuare a scrivere dovremo prima recuperarla. Tuttavia subendo un altro attacco mentre non abbiamo il testo sacro in mano perderemo uno dei tre punti vita a disposizione per tutto lo scontro, mentre impiegando troppo tempo a raccoglierlo rischieremo di dover inserire la frase da capo. Questa meccanica è molto interessante, poiché spesso ci troveremo a dover decidere al volo se rischiare e lanciarci in un mare di proiettili per riottenere la bibbia o aspettare il momento più sicuro, perdendo però parte del progresso.

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 Grazie a un saggio bilanciamento dei due generi il mix funziona, riuscendo ad offrire all’utente un’esperienza impegnativa ma costantemente divertente

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I combattimenti in tutto il gioco sono una decina, e ognuno si differenzia in modo sostanziale dagli altri grazie all’introduzione di nuove abilità o effetti che cambiano le carte in tavola. Per esempio diversi boss andranno a interferire con il testo mostrato a schermo, nascondendolo o modificandolo per complicarci la vita. C’è da dire che a volte già il font standard non è leggibilissimo, soprattutto per quanto riguarda caratteri come U e V, che nella foga del combattimento inizialmente è difficile distinguere. I pattern di attacco dei nemici sono complessi e interessanti, e gestiti bene per dare sempre al giocatore delle piccole pause di respiro per digitare più lettere. A volte potrebbe persino essere una buona strategia passare al volo a usare due mani per il testo invece che una sola. Insomma, grazie a un saggio bilanciamento dei due generi il mix funziona, riuscendo a offrire all’utente un’esperienza impegnativa ma costantemente divertente. Tra una battaglia e un’altra saranno presenti anche delle sezioni in cui dovremo investigare sul nostro prossimo obiettivo o risolvere dei semplici puzzle, utili per approfondire la trama e permettere al giocatore di riposarsi un po’ nell’attesa della prossima sfida.

Un altro particolare importante è che per poter recitare recitare l’esorcismo dovremo essere abbastanza vicino al nemico, sicuramente per evitare che i giocatori si “accampino” in aree dell’arena (spesso gli angoli) dove la densità dei proiettili è naturalmente inferiore. Tuttavia in certi casi sarà comunque una buona idea allontanarsi momentaneamente e aspettare un’apertura. Il livello di sfida offerto da Textorcist è decisamente elevato, e aumenta in modo importante di boss in boss. Per questo il team ha inserito la possibilità di usare un controller per permettere ai giocatori meno abituati ai due generi di avanzare. In questa modalità, invece che premere sulla tastiera, basterà usare i tasti dorsali del dispositivo per selezionare una fra due lettere disponibili. Ovviamente però ciò, oltre a semplificare il tutto, rimuove la caratteristica centrale del gioco, quindi vi consigliamo di provare prima a viverlo nel modo classico. Se non disponete di un joystick esiste anche un’altra “modalità facile“: chiama un amico e dividetevi i compiti. Questa rudimentale modalità co-op, che abbiamo sperimentato una volta concluso normalmente il titolo, può rivelarsi molto divertente, permettendovi di fare secchi in tempo record i boss.

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 Al termine di una battaglia vedremo la nostra posizione in una leaderboard, che i giocatori più competitivi potranno divertirsi a scalare

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La durata di The Textorcist: The Story of Ray Bibbia dipende molto da voi e dal tempo che impiegherete a superare ogni ostacolo. Un elemento che abbiamo apprezzato molto, e che può aumentare la longevità, è il punteggio. Infatti al termine di una battaglia vedremo la nostra posizione in una leaderboard, che i giocatori più competitivi potranno divertirsi a scalare. Purtroppo però, vista la possibilità di sfruttare “trucchetti” come quello descritto nel paragrafo precedente, è difficile che un utente singolo riuscirà a raggiungere le prime posizioni. Un’altra chicca che ci ha fatto sorridere è stato il rank in puro stile Devil May Cry: digitando molti caratteri di seguito senza commettere errori è possibile vedere apparire le classiche valutazioni, riadattate per questo nuovo contesto (B per esempio sta per blessed, o S per santo).

Anche per quanto riguarda il comparto artistico il titolo è ben realizzato: la grafica, realizzata in pixel art, è gradevole e permette di distinguere abbastanza chiaramente tutti gli elementi di gioco. Probabilmente è giusto menzionare nuovamente anche qui i pattern dei proiettili, che soprattutto negli stage finali disegnano intricati ghirigori tanto letali quanto affascinanti. La soundtrack, pur non risultando particolarmente memorabile, accompagna bene sia l’azione frenetica del gioco che i momenti più calmi. L’unico vero problema importante che abbiamo riscontrato in Textorcist riguarda il lato tecnico: il programma è crashato per due volte, costringendoci a ripetere tutte le fasi dei boss che stavamo quasi per eliminare. Speriamo quindi che con una futura patch questo bug venga risolto.

Per concludere, The Textorcist: The Story of Ray Bibbia ci ha davvero sorpreso sotto innumerevoli aspetti grazie alla sua qualità e soprattutto originalità. Il gameplay frenetico e impegnativo soddisferà i giocatori più hardcore, ma anche agli utenti meno esperti viene data la possibilità di avanzare per godere della trama intrigante. Morbidware è riuscita a fondere perfettamente due generi che finora non si pensava fosse possibile accostare, creando questa piccola perla che vi consigliamo vivamente di provare.