Attoniti, sorpresi, incuriositi, increduli, ma soprattutto perplessi. Le reazioni di questi simpatici bimbi a contatto con i Personal Computer di un tempo ci restituiscono l’immagine di un universo tecnologico mutato ormai radicalmente. Volendo fare un raffronto con altri settori industriali, quali ad esempio quello automobilistico, elettrodomestico o televisivo, il passaggio tra vecchio e nuovo non sembra essere stato soltanto più rapido, ma anche più traumatico, tanto che molte delle “nuove leve” non sono neanche più in grado di riconoscere l’identità fisica dei sistemi e dei supporti che gli vengono presentati.
Sebbene, a distanza di 50 o 60 anni, un televisore rimanga in tal senso un aggeggio identificabile come tale anche da un bambino nato nel 2008, i computer su cui molti di noi hanno mosso i primi passi virtuali vengono invece inquadrati già come bizzarri alambicchi di un altro universo: reliquie provenienti da chissà quale dimensione dimenticata, in cui gli uomini erano soliti intrattenersi in attività pressoché incomprensibili.
Certi del fatto che, tempo un decennio o poco più, anche i nostri figli non saranno probabilmente in grado di rintracciare in un comune iPad i tratti e gli scopi della tecnologia di cui è oggi pioniere, ci riscopriamo di colpo più vecchi di quanto dovremmo essere. Il salato prezzo da pagare per vivere in un mondo in cui ogni singolo anno vale davvero per cento.