Non sembrano finire mai le controversie per 22Cans, lo studio fondato da Peter Molyneux, creatore di classici come Populous e Dungeon Keeper. Lo studio ha infatti appena dato l’addio al co-creatore di Godus, Jack Attridge, noto nell’ambiente come “protetto” di Peter Molyneux. A dare la notizia è stato lo stesso Attridge, che ha scritto su Twitter: “Addio 22Cans. È stato fantastico. Ora è tempo di creare qualcosa per conto mio. Non vedo l’ora di parlare della mia nuova avventura.
Anche se le due cose potrebbero essere semplicemente scollegate, la dipartita di Attridge avviene proprio in concomitanza con le numerose critiche rivolte verso Godus, secondo molti un gioco che ha disatteso le aspettative create dalle promesse dei suoi creatori. Tuttavia, stando a un’intervista con il The Guardian, sembra che Attridge avesse scelto di lasciare 22Cans già a gennaio, prima quindi dello scoppio della polemica. Ecco le sue parole: “Era gennaio quando ho detto a Peter che volevo lasciare 22Cans e aprire la mia impresa. Ero davvero preoccupato perché si sarebbe potuto percepire che lasciassi lo studio per via di quello che è successo. È davvero un peccato perché è un momento davvero terribile per noi in cui salutarci.”
Attridge ha comunque da spendere solo parole positive nei confronti di Molyneux e del suo studio, e ricorda l’entusiasmo con cui era stato accolto allinizio: “Ha detto che voleva cambiare il mondo”, ricorda Attridge.
Dopo un periodo passato a sperimentare, tuttavia, Attridge si è sentito diventare poco più di un consulente, quando il suo obiettivo era “guidare la propria nave”.
Per questo motivo Attridge ha lasciato 22Cans, e ha fondato il suo studio, al momento al lavoro su un gioco ancora non annunciato. Sembra che il backlash mediatico ricevuto da Godus abbia insegnato una lezione ad Attridge, che è molto restio a rilasciare commenti sul suo prossimo gioco: “Ho promesso che non avrei detto niente su questo nuovo gioco fino a che non potessi mostrarlo. È davvero una tentazione mostrarlo e parlarne adesso, perché pensiamo di aver qualcosa di magico per le mani. Vogliamo che le persone lo possano vedere, sentire, e capiscano quale sia davvero il prodotto che hanno davanti”.