Ghostbusters, analisi del primo capitolo in attesa del ritorno del franchise

Questa domenica rispolvereremo un classico cinematografico senza tempo, di recente nuovamente sulla bocca di tutti: stiamo parlando di Ghostbusters. Il lungometraggio รจ tornato in auge qualche giorno fa, grazie all’annuncio del terzo capitolo (facente parte dello stesso arco narrativo dei due precedenti titoli), il quale vedrร  probabilmente la luce nel 2020. Il pubblico, alla vista del breve teaser trailer, รจ stato invaso da una carica nostalgica senza pari, che ha ricondotto i fan alle atmosfere evocate negli scorsi film. Ad ora non ci sono informazioni precise sul cast coinvolto e sulla sceneggiatura, ma si ipotizza che i nuovi protagonisti siano affiancati dagli storici interpreti della saga. Ma una domanda risulta opportuna: come mai questo franchise, che si รจ allargato anche con realizzazioni al di fuori del grande schermo, ha ottenuto all’epoca un grande successo e continua a riscuoterlo anche molti anni dopo l’uscita nelle sale? Andiamo con ordine, cercando di descrivere dettagliatamente il fenomeno, a partire dalla costruzione del racconto, per poi andare ad eviscerare le varie caratteristiche che hanno resto il brand una leggenda per grandi e piccini.

Il primo titolo, rilasciato nel 1984, รจ diretto da Ivan Reitman (Un poliziotto alle elementari, Dave – Presidente per un giorno) e scritto da due degli artisti principali, che hanno confezionato una storia divertente e frizzante. La trama racconta le disavventure di una squadra di cacciatori di fantasmi composta da ricercatori universitari, ai quali si aggiunge successivamente un altro membro, che all’inizio funge da aiutante, ma che poi farร  parte integrante della compagnia. Il team di esperti del paranormale, dopo una serie di casi risolti brillantemente, si troverร  coinvolto in un’indagine particolarmente ostica incentrata sulla ricerca di una potente divinitร  che vuole portare l’Apocalisse sulla Terra. Gli avvenimenti, nella loro struttura e contenuto, non sono particolarmente originali, ma nonostante ciรฒ il risultato finale รจ assolutamente di buona fattura, grazie anche a una serie di elementi sinergici fra loro. Tra questi ultimi, il primo tratto distintivo che emerge fin dai primi minuti รจ l’ironia che accompagna ogni scena. Infatti, sebbene siano presenti creature sovrannaturali ed ectoplasmi, non vi sono mai componenti horror e il ritmo della pellicola รจ scandito dalle battute dei personaggi e da situazioni che vi faranno strappare piรน di una risata.
[su_quote]

Peter Venkman (Bill Murray) รจ l’anima piรน irriverente del gruppo e con la sua inarrestabile parlantina, puรฒ essere considerato il portavoce del team.

[/su_quote]
Il merito non รจ solamente del copione, ma ovviamente anche dei tre attori principali, che regalano al pubblico delle performance sentite e intense, risultando credibili nel vestire i panni di un folle gruppo di scienziati, ma unito nella battaglia contro il male. Quando si realizzano opere con piรน di un eroe, il rischio รจ quello di caratterizzarne qualcuno piรน del dovuto e lasciare nel dimenticatoio qualche altra figura. In questo caso si ha un perfetto bilanciamento dei ruoli su schermo accompagnato da un’analisi puntuale dei caratteri e attitudini dei vari co-protagonisti, la quale funziona estremamente bene sia nelle continue gag che nelle scene piรน legate all’azione vera e propria. Peter Venkman (Bill Murray) รจ l’anima piรน irriverente della formazione e con la sua inarrestabile parlantina puรฒ essere considerato il portavoce di tutti gli altri, Raymond Stantz (Dan Aykroyd) incarna la sinceritร  e l’ingenuitร , mentre Egon Spengler (il compianto Harold Ramis) rappresenta la mente, ed รจ quello che si ricollega maggiormente alla figura dello studioso nel senso piรน letterale del termine. Completa il quadretto l’ultimo arrivato della banda, Winston Zeddemore (Ernie Hudson), che non ha un’importanza pari a quella dei suoi colleghi, risultando perรฒ un ottimo elemento comico e aiutando piรน di una volta a stemperare la tensione.

Ghostbusters
Mi raccomando: “Mai incrociare i flussi!”

A contornare i vari componenti sopracitati, una colonna sonora iconica e indimenticabile, che ha contribuito direttamente a rendere il lungometraggio un simbolo degli anni ’80. Ci stiamo riferendo in particolar modo al brano di apertura del film realizzato da Ray Parker Jr., rimasto scolpito nella memoria di Hollywood. Non รจ un caso che molte delle pellicole uscite in quello stesso periodo avevano delle musiche potenti ed estremamente trascinanti: basti pensare a Footlose e Ritorno al futuro, ad esempio. Sono questi i casi paradossali in cui le tracce sono quasi piรน riconoscibili dell’opera originaria, ma la loro presenza รจ fondamentale per poter trascinare il maggior numero di persone al cinema. Ghostbusters รจ sicuramente un lungometraggio figlio del suo tempo, e vederlo estrapolato dal suo periodo di riferimento e proiettato nella modernitร  รจ un fatto che fa un po’ sorridere. Ciononostante, considerando il suo incredibile impatto per l’epoca e per le generazioni successive, bisogna riconoscere al film il primato di aver codificato una parte del genere action-comedy. In aggiunto, la realizzazione ha saputo costruire un piccolo universo, popolato da mostri, spiriti e imbranati acchiappafantasmi che probabilmente sarร  ricordato anche in futuro e che probabilmente influenzerร  un’altra schiera di giovani sostenitori.

V MENSILE
V007 Mensile