Provato Resident Evil 2

Sono trascorsi davvero tanti anni per lo spettrale brand di Resident Evil ma, tra una serie di capitoli discutibili in passato, la saga ha sempre optato per il progresso e l’avanguardia tecnologica. Alcuni di essi hanno dato l’impressione che Capcom volesse mantenere un massiccio elemento action, anche a scapito di quella avvolgente atmosfera tipica di questo storico franchise. Così Resident Evil 2, una delle opere più adorate del passato videoludico, torna in forma smagliante per tutti gli appassionati, siglando anche la possibilità di mostrarsi in tutto il suo splendore alle nuove generazioni. Non bastava solo un remake: Capcom vuole creare qualcosa che esulasse dal totale già visto, promuovendo una rivisitazione più accurata di uno dei giochi più amati del genere survival horror. Dopo mesi di attesa è ora stata rilasciata la demo di tale titolo, e noi siamo qui per raccontarvi la nostra esperienza: tenetevi forte.

All’interno della demo avremo solo 30 minuti per assaggiare le meccaniche di gioco esposte da Capcom stessa, ma se osserverete nei punti giusti vi renderete presto conto che si tratta di una piacevolissima area familiare. Indossati i panni del protagonista Leon Kennedy, scopriremo ben presto che egli stesso si trova decisamente allo sbaraglio di fronte alle atrocità manifestate dal virus. Nel suo primo giorno in città, il giovane rimane terribilmente sbigottito sul da farsi e osserva incredulo morire dei sopravvissuti fra le sue mani. Il coraggioso protagonista si ritrova così a scappare dalla centrale di polizia della città, ormai covo di orde di non morti, molti dei quali ex colleghi in divisa. Proprio in questo grottesco scenario, Leon farà di tutto per sfuggire ai terrificanti nemici che infestano l’’edificio, cercando di risolvere una miriade di enigmi pronti a rallentarlo.

Le ambientazioni esterne, anche se appena intraviste nella demo, e quelle interne ammaliano per il loro cupo fascino.

Come avrete intuito, le criptiche sfide presentate sono decisamente la parte più avvincente ed esaltante dell’intera esperienza di gioco proposta. Ogni stanza e anfratto nasconde una vasta serie di richieste più o meno semplici per l’utente, che si troverà a esplorare minuziosamente gli angoli di ambientazioni non proprio sicuri. La mole di meccanismi sparsi per la struttura rievoca i tratti più amati della saga, che in questi pochi minuti, riesce ampiamente a ritrovare l’inebriante fascino dei primi storici titoli. Un aspetto non da poco, che riesce ben a condire la sessione, facendo tirare un sospiro di sollievo ai fan di vecchia data, che come noi bramavano ardentemente un gameplay più stimolante e degno delle radici di Resident Evil. Tutto ciò è peraltro ben supportato da una gestione degli spazi sublime e brutalmente piacevole: il crescendo di tensione è difatti un eccellente risultato della claustrofobica e labirintica struttura della demo, confidando che sia un elemento portante dell’intera opera. Coraggio e astuzia sono gli alleati più preziosi se si vuole ragionare a mente lucida, poiché, dove vi è una sfida d’intelligenza, non potrà mai mancare l’oscuro pensiero che il nemico sia nell’unico angusto anfratto che non avete controllato. Nel tentativo di completare il prima possibile l’esperienza abbiamo, per forza di cose, tralasciato una lunga serie di enigmi irrisolti, ma va bene così: Resident Evil 2 è difatti riuscito a strapparci un sorriso, consapevoli che i tratti iconici della saga siano tornati in pompa magna.

I nemici riflettono un grottesco realismo e talvolta si celano nei posti più inaspettati.

Appurato che il ritorno di elementi sempreverdi del genere survival horror possa solo giovare alla rinascita dell’opera, abbiamo fatto qualche osservazione in più in merito al mero gameplay di movimento. Con piacevole sorpresa i movimenti del protagonista sono ora meno rigidi dei precedenti capitoli: una fluidità che non stona affatto con il resto, ma anzi regala una ruggente prontezza di spirito al giocatore. Ciò vuol dire che, sebbene si possa abbandonare il momentum horror per un po’ di brio action, va bene così. La facilità con la quale si riesce a controllare ogni aspetto di Leon, in particolar modo la mira, mantiene il ritmo adrenalinico in costante crescita, come una sensazione avvincente e avvolgente che vi permetterà di essere pronti nei momenti di pericolo. La fluidità di gameplay accompagna inoltre un efficiente inventario pronto all’uso, che potrà essere ampliato trovando dei piccoli borselli qua e là. La gestione dello spazio rimane pertanto uno degli aspetti da non sottovalutare, e in pochi minuti abbiamo dovuto razionare al meglio le nostre risorse e abbandonare il superfluo. Accanto all’inventario appare un segnale colorato a intermittenza, che rappresenta la vita del personaggio: uno dei tratti indistinguibili di Resident Evil che ci ricorda, sia visivamente che graficamente, che abbiamo incassato dei colpi.

Terminata la nostra sessione demo siamo solo rimasti dispiaciuti che non sia continuata. Uno stuzzichino gustoso, che può solo prepararci al piatto principale. Le premesse esaminate sono eccellenti: gli appassionati non potranno che emozionarsi nel perdersi in quelli che sono da sempre i tratti più affascinanti dell’intera saga targata Capcom. Resident Evil 2 è tutto ciò che ci mancava del genere survival horror, specialmente con il ritorno dello stimolante fattore enigmistico, ora portato all’antico splendore, e a uno svecchiato sistema di gameplay. Quest’ultimo non rompe i tempi ludici con del brivido d’azione, ma anzi, rispetta l’esponenziale curva di tensione, angolo dopo angolo, aggiungendo un pizzico di adrenalina. I nemici, con molte silhouette ben distinte, ci braccherenno dietro ogni porta e ci intimoriranno oltre ogni finestra, ricordandoci che l’astuzia, specialmente in intransigenti survival come questo, vale più di mille proiettili. Commossi nel vedere Capcom tornare a toccare le vette più alte della saga, siamo fiduciosi che la demo non sia solo un’eccezione ma un assaggio di quel Resident Evil affascinante che per anni ci ha scioccato ed elettrizzato.

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