Il fenomeno di Black Mirror: Bandersnatch ha dato il via a una caccia interminabile ai finali più bizzarri e inaspettati presenti nella pellicola Netflix. L’opera ha riscontrato un ottimo successo, in parte dovuto al coraggioso utilizzo della scelta multipla durante la riproduzione del film, in parte merito dell’angosciante, quanto sottile, moralità degna della serie ideata da Charlie Brooker. Alcuni utenti del web hanno cercato di delineare i percorsi maggiormente strani e controversi, specialmente riguardo le ultime dichiarazioni dei creatori. Essi hanno pubblicamente affermato che vi sono molte altre conclusioni del prodotto, e che numerosi segreti si celano all’interno della realizzazione. Noi stessi ci siamo cimentati in ore e ore di tentativi, spesso raggiungendo situazioni fuori da ogni previsione e altre non proprio soddisfacenti. Vi raccomandiamo di gustarvi la vostra prima visione del titolo, per poi iniziare a spulciare con noi tutte le scelte parallele, dal momento che l’articolo è pieno di spoiler, inevitabili però per guidarvi a fondo all’interno dell’opera. Abbiamo pertanto raccolto per voi tutti i migliori modi di sperimentare il labirintico intreccio narrativo del lungometraggio, ma tranquilli, non esiste un solo finale “buono”: ognuno di questi è un’esperienza a sé. Vi invitiamo a dare un’occhiata prima alla nostra recensione e poi proseguire con la lettura.
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Non tutte le scelte sono realmente decisive
La storia, per chi non avesse ancora avuto modo di sentirla, tratta di Stefan: un giovane programmatore amatoriale, che ha come sogno nel cassetto quello di trasformare Bandersnatch, il libro di un famoso scrittore di nome Jerome F. Davies, in un gioco narrativo a scelta multipla. La controversa vita dell’artista, che culminò con l’omicidio della moglie, e il complesso intreccio di decisioni da prendere in produzione, non lo fermarono, provando il tutto per tutto pur di pubblicarlo. È bene dirvi subito che qualunque decisione preveda il distruggere il videogame è considerato un finale fallimentare e vi farà tornare al punto precedente. I primi quesiti sono decisamente poco rilevanti ai fini della trama, ma svolgono un ruolo importante nel mantenere il crescendo dell’attenzione, assicurandosi di tenervi pronti per quelle cruciali. Scegliere quale tipologia di cereali mangiare a colazione tra Frosties e Sugar Puffs influenzerà semplicemente sulla pubblicità vista in televisione in un momento preciso della narrazione, senza apportare significativi cambiamenti. Sempre il primo giorno, decidere su bus quale dei due gruppi musicali ascoltare tra Now 2 e Thompson Twins, inciderà sulla risposta del protagonista riguardo una sua preferenza musicale. Un’altra scelta irrilevante è riscontrabile dopo la visita con la dottoressa Haynes, in un negozio di musica. Qui il ragazzo dovrà scegliere tra un vinile di The Bermuda Triangle e uno di Phaedra, ma entrambe le risposte cambieranno solo la canzone ascoltabile la scena successiva. Perfino assumere volontariamente o no la droga a casa di Colin non sarà minimamente fondamentale, poiché il personaggio in questione “la farà per voi”. Sono tanti piccoli input che condiscono di mistero l’affascinante Bandersnatch, con azioni atte a controllare Stefan, nessuna di queste veramente incisiva, ma controllata da noi. Un processo che vedremo culminare con la consapevolezza che qualcuno ha pieno controllo sui suoi movimenti, specialmente quando saremo noi a determinare come lui dovrà sfogare il suo stress nello studio della psicologa.
La solitudine del creativo
Le prime importanti decisioni da prendere non tardano tuttavia ad arrivare, rischiando fin da subito di mettere la parola fine alla vostra esperienza. Quando il giovane andrà al suo colloquio di lavoro presso la TuckerSoft, gli verrà proposto da Thakur (capo della struttura) di lavorare all’interno dell’edificio, affiancato da diversi esperti del settore tra cui il genio di nome Colin, oppure condurre il progetto da casa in autonomia. Se si dovesse scegliere di produrre Bandersnatch in ufficio, questo non verrà ultimato, a causa di una deadline molto corta alle porte, scatenando così i voti negativi da parte della critica videoludica: siamo davanti al primo fallimento in cui inciampare. Scegliendo di continuare il gioco a casa, il lavoro graverà tutto sulle spalle di Stefan, ma gli permetterà di approfondire ogni aspetto del libro a cui si è ispirato. Lo stress e l’eccessiva mole di stratificazioni della trama, porterà il protagonista a un aggravarsi del proprio stato psicofisico, convincendolo a proseguire le sedute dalla sua psicologa.
Il trauma sopito e la perdita della madre
Scavando a fondo nelle preoccupazioni del ragazzo, la dottoressa intravede un problema latente, legato al trauma infantile, causato dalla morte prematura della madre. Confidente nel fatto che, parlando ancora di tale avvenimento, il ragazzo possa affrontare le proprie paure e continuare così in serenità il proprio lavoro, ella gli chiederà di raccontare l’accaduto ancora. Se ignoreremo tale richiesta, il ragazzo si chiuderà in sé stesso, provocando, durante un bug del suo progetto a casa, un crollo di nervi autodistruttivo, sfociando in un finale fallimentare nella scena successiva. Se si deciderà di raccontare l’evento, andremo a eviscerare i ricordi del protagonista, rivelando un terribile segreto. Una mattina di tanti anni fa, mentre il piccolo Stefan cercava il suo adorato peluche Rabbit, fece far tardi alla mamma, la quale dovette prendere il treno in ritardo. A causa di questo contrattempo la donna dovette salire sul treno delle 8:45, che però deragliò, uccidendola.
Quanto è profonda la tana del Bianconiglio
In seguito a un errore di gioco, il protagonista comincia a perdere le speranze sul proprio progetto e in quel momento il padre entra nella sua stanza per parlare con lui, ma finisce per innervosirlo. La reazione del ragazzo sarà nelle vostre mani: distruggere la sua creazione (scelta che vi abbiamo detto da non contemplare mai) o urlare contro il papà. Optando per quest’ultima, l’uomo fingerà di accompagnare Stefan a mangiare fuori, per poi sostare davanti allo studio della dottoressa Haynes. Lì davanti, il protagonista scorgerà il suo collega Colin e potrete scegliere se entrare nello studio o seguire l’amico. Entrare nella struttura non vi porterà ad un finale, ma cambierà il corso delle scelte per la fine del film, mentre seguire il ragazzo, vi condurrà al suo appartamento. Qui, in seguito a una decisione ininfluente sull’assumere volontariamente o non sostanze stupefacenti, i due ragazzi decideranno su chi dovrà buttarsi dal balcone di casa, provando di essere solo parte di una futile realtà parallela. Far buttare Stefan nel vuoto, vi consentirà di accedere al finale in cui Bandersnatch è stato completato da qualcun altro, ma senza brillare come ci si aspettava, facendo scivolare il gioco in una valutazione mediocre. Se a cadere sarà Colin, sparirà semplicemente il personaggio dalla storia, ma, per qualche misteriosa ragione, sembrerà solamente sparito per un po’, come se fosse stato tutto un sogno.
I fili del destino
Ormai consapevole di essere soggetto ai capricci di qualche entità, il giovane programmatore, ora ai limiti dell’autocontrollo, si trova costretto ad un bivio: continuare o no la propria cura farmacologica. Scegliere di proseguirla, vi trascinerà ad un nuovo finale fallimentare, nel quale il gioco non ha superato la barriera di mediocrità aspettata dal medium, poiché i medicinali hanno arrestato la creatività del ragazzo. Buttare le pillole e concentrarsi su altro appare a tutti gli effetti il modo migliore di continuare la propria esperienza in Bandersnatch. Tornato in sé può ora concludere la sua opera, anche se all’ultimo non riuscirà ad approfondire una scelta per lui di vitale importanza. La frustrazione lo spingerà a chiedere al suo datore di lavoro il weekend per terminare il progetto, ottenendo subito dopo, da un giovane dipendente, la copia di un documentario dedicato da Jerome F. Davies: un regalo lasciato dallo scomparso Colin. In questa videocassetta, un’anziana signora rivela la scioccante teoria dello scrittore di Bandersnatch, la quale faceva leva su la consapevolezza che siamo tutti controllati da forze superiori e che il nostro spirito è connesso con i i fili del destino. Nella corsa verso il completamento del videogame, il protagonista, ancora turbato dalla presenza oppressiva delle nostre scelte, decide di riposare con la foto di famiglia o con un libro (in base alla scelta che faremo).
Finale del treno: la morte celebrale
Per assistere a questo drammatico quanto intrigante finale, dovrete innanzitutto aver dormito con la foto di famiglia nella scena precedente. Sognando, Stefan rimembrerà il momento in cui suo padre nascose il peluche che tanto adorava: quello che cercava la mattina in cui sua madre morì. Grazie a esso, il piccolo protagonista riesce a scovare dove il genitore aveva rinchiuso il giocattolo. L’indomani mattina, il ragazzo cade ancora in contrasto con le proprie decisioni e, mentre combatte sé stesso dal distruggere o meno il suo lavoro, chiede di manifestarci a lui con un segno. Qui assistiamo al primo caso di metacinematografia all’interno di Bandersnatch: ora attraverso lo schermo potremmo decidere in che modo comunicare. Se avete fatto fin ora tutte le scelte che vi abbiamo indicato avrete sullo schermo “Netflix” o “P.A.C.S.”, e uno strambo glifo. La prima scelta vi condurrà a un finale che analizzeremo in seguito, mentre il simbolo aprirà le danze a una delle conclusioni più scioccanti del lungometraggio. Alla visione del segno sul monitor, Stefan griderà al padre di essere controllato e di non avere il pieno potere sulle sue azioni: il dialogo sfocerà irrimediabilmente verso la possibilità o no di ucciderlo. Eliminare il genitore vi porterà a uno dei finali in veste da assassino, che analizzeremo dopo. Se non farete ciò, avrete l’occasione di riprendere il peluche dalla cassaforte con il codice TOY e riportarlo sotto al vostro letto. In seguito a questo provvedimento, avrete la possibilità di viaggiare nel tempo attraverso lo specchio di casa e tornare al momento in cui il piccolo e la madre cercavano il coniglietto. Se sceglierete di seguirla, il protagonista morirà nel passato a bordo del treno delle 8:45, e lo Stefan del presente subirà una morte celebrale durante una seduta psichiatrica (come ad indicare che morendo nel passato si perde la vita anche nel presente).
Finale di Netflix: l’apoteosi del metacinematografia
Per procedere negli step di questa conclusione, vi raccomandiamo di fare tutte le scelte giuste, ovvero evitare i finali fallimentari segnalati in precedenza e scovare il peluche nel sogno avvenuto dopo aver preso la foto di famiglia. Sullo schermo del monitor, alla presenza di uno Stefan in cerca di risposte da noi, non dovrete premere il glifo ma “Netflix”. Scegliendo quest’opzione, spiegherete al ragazzo che siete all’interno di una piattaforma multimediale del ventunesimo secolo e che lo state osservando. In preda alla paura, il giovane si recherà dalla sua dottoressa, la quale, cercando di analizzare le deliranti affermazioni del ragazzo su un presunto “uomo che lo controlla dal futuro”, chiede come sia possibile l’assenza di un po’ d’azione, qualora si tratti di un programma d’intrattenimento. Con la seguente provocazione si aprirà uno scenario all’estremo, nel quale non è importante la risposta, scelta tra “Sì” e “Sì, c***o”, poiché entrambe vi condurranno a un finale pieno di sane mazzate. Dal nulla la psicologa e il giovane si dovranno misurare in una sorta di scontro d’arti marziali, che vede Stefan scegliere drasticamente tra “Combattila” o “Scappa dalla finestra”. Ambedue le risposte portano a un sottofinale targato Netflix: la prima vi rendere partecipi di un combattimento aggressivo tra due, al quale prenderà parte anche il padre che tenterà di trascinarlo via, ma si giungerà ad un finale nel quale la follia del protagonista lo ha reso pazzo. Se opterete per scappare dalla finestra, Stefan la troverà inaspettatamente chiusa e vi troverete al cospetto di uno sbalorditivo esempio di metacinematografia: si scopre infatti che la stanza della dottoressa non è altro che al centro di un set cinematografico, nel quale riusciamo a intravedere perfino il padre del ragazzo. L’attore protagonista scioccato si guarda intorno confuso sulla propria identità e non capisce cosa stia facendo, come se si fosse svegliato in una realtà parallela che non gli appartiene.
Finale del Program and Control Study: la teoria del complotto P.A.C.S.
Capire appieno questo filmato non è del tutto semplice, pertanto è necessario un chiarimento prima di addentrarci nel completamento degli step necessari per la sua visione. Nel dialogo tra Stefan e Colin, avvenuto all’interno nell’abitazione di quest’ultimo, egli spiega per filo e per segno una bizzarra teoria, che tocca argomenti come realtà parallele e teoria del complotto. Secondo quanto sostiene lui stesso, tutti noi ci troviamo in uno degli infinitesimali mondi esistenti, schiavi della nostra mente e del consumismo. Per ovviare alla sua tesi, identifica in Pacman l’esempio dell’uomo moderno, intrappolato nel labirinto della sua mente senza possibilità di fuga: egli pensa di essere libero, ma è obbligato al consumo e perennemente ricorso dai fantasmini, che in realtà sono solo frutto della sua mente. Una folle teoria che tuttavia viene continuamente provata all’interno di Bandersnatch, specialmente quando il protagonista attraversa lo specchio per visitare il passato: una rivelazione spinta dallo stesso Colin nella sua teoria. Pertanto, se tornerete indietro alla scelta di addormentarvi con la foto o con il libro, scegliete il testo e il giovane sognerà di entrare nella stanza del padre, nel tentativo di aprire la sua cassaforte. Digitando PAX o JFD, il protagonista si sconterà con visioni da incubo riportate nel libro di Bandersnatch: lo scrittore stesso e il terribile mostro Pax appariranno davanti a noi, ed entrambi lo turberanno al punto tale da non permettergli di continuare il gioco, quindi evitate. Mentre optando per la scritta PAC, la serratura si aprirà e troveremo un’inquietante verità: il padre di Stefan non è altro che un membro della Program and Control Study e ha sfruttato il figlio per un traumatico esperimento. Lo stesso incidente avvenuto alla madre è stato un atto orchestrato nei minimi dettagli, così da testare su di lui gli effetti dei suoi esperimenti. Tali barbarie mandano fuori controllo il protagonista e, svegliatosi dall’incubo, cerca vendetta contro il genitore con oggetti di fortuna. Ucciso l’uomo, Stefan chiama la sua psicologa digitando 2-0-5-4-1 al telefono, confessando tutti i suoi crimini: egli finirà in una cella e il suo gioco non sarà mai del tutto finito, ottenendo recensioni mediocri.
I migliori finali di Bandersnatch: la moralità in pieno stile Black Mirror
Se siete arrivati fino a questo punto ormai non vi sorprenderà più nulla, ma forse vi sbagliate. Lo schiaffo alla banalità è nel pieno stile dei creatori di Back Mirror e non poteva mancare neanche per Bandersnatch. Se avete scelto la folle linea narrativa del P.A.C.S e avete scelto di uccidere il genitore o lo avete fatto in altri scenari, vi basterà semplicemente decidere di tagliare il corpo in pezzi, invece di seppellirlo in giardino. Nulla è lasciato al caso: occultare il corpo attirerà il cane dei vicini, che dissotterrerà la vittima, facendovi giungere a un pessimo finale per il gioco. Tagliare il corpo permetterà a Stefan di completare il titolo per Natale e vi garantirà una valutazione eccezionale dalla critica, che premierà il lavoro con il massimo punteggio. C’è tuttavia un modo per ottenere cinque stelle su cinque anche seppellendo il padre: vi basterà non aver fatto saltare Colin dal balcone durante il il trip di droghe. Così facendo il datore di lavoro vi chiamerà per sapere come mai il gioco non sia ancora pronto e vi darà l’opportunità di far venire Colin a casa del protagonista per completarlo, se accetterete potrete accedere al finale. A lavoro finito potrete uccidere o meno il personaggio, ma ciò non cambierà nulla: il gioco uscirà completo e perfetto, ma Stefan finirà sempre in carcere. Se si ottiene un finale positivo per l’opera, potremmo aver accesso al finale di Pearl, la figlia di Colin. Dopo i titoli di coda, la vedremo rivestire il ruolo di Game Designer per il remake di Bandersnatch: qui ci verrà data una decisione, che in entrambi i casi porterà alla distruzione del computer.
I peggiori finali di Bandersnatch: un’opera mai conclusa e maledetta
Questi ultimi due finali sono i più disastrosi per l’uscita del gioco, che ricordiamo essere lo scopo principale del film. Essi si differenziano dagli altri perché sono, insieme a quello della morte celebrale, probabilmente gli scenari più orribili in cui il progetto Bandersnatch non vedrà mai la luce. Seguendo il filone che ci ha portati a seppellire il padre del protagonista e ricevuta la chiamata del datore di lavoro, basterà dire che il gioco non sarà pronto per tempo. Thakur verrà a casa furioso e scoprirà il corpo del padre, così Stefan deciderà di ucciderlo. In questo caso, purtroppo, l’opera non verrà mai conclusa a causa del doppio omicidio e Colin in un’intervista vi suggerirà di tornare indietro per scegliere con cura la strada da prendere. Se invece quest’ultimo lo avrete fatto buttare dal balcone, durante la scena delle droghe menzionata in precedenza, sua moglie Kitty scoprirà Stefan seppellire il corpo del padre e chiederà dove sia finito suo marito. Non importa quale decisione prenderete, il cane del vicino scoverà il cadavere e il protagonista finirà in cella senza completare mai il titolo.
Vi lasciamo comunque un diagramma postato da un utente su Reddit, in cui sono riassunte tutte le decisioni che potete prendere, e quali effetti avranno sulla storia: per visualizzarla in alta definizione, basta cliccare qui. Speriamo di esservi stati utili con questa guida: continuate a seguirci per essere sempre informati su tutto ciò che accade nel mondo videoludico e non solo.
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