Quando si parla di videogiochi violenti una delle prima associazioni che viene in mente è Mortal Kombat. La serie ha ben 23 anni sulle spalle, e fin dal suo esordio è entrata nel cuore degli appassionati di picchiaduro sia per il suo gameplay semplice da apprendere ma difficile da padroneggiare, sia soprattutto per l’enorme carico di violenza presente in ogni incontro, culminando poi con le iconiche Fatality.
La serie ha vissuto un periodo “buio” negli anni passati con alcuni capitoli poco ispirati ed esperimenti non del tutto riusciti, ma NetherRealm ha riportato in auge Mortal Kombat con il nono capitolo uscito nel 2011, segnando un gradito ritorno alle origini nel gameplay ma con un comparto tecnico ed una spettacolarità dei brutali scontri capace di essere al passo con i tempi. Dopo una parentesi nell’universo DC Comics con l’ottimo Injustice: Gods Among Us, NetherRealm torna ad esplorare il violento mondo di Raiden, Liu Kang e soci con Mortal Kombat X. Una lunga attesa quindi per i fan della serie, ma che vi anticipiamo è stata ampiamente ripagata.
Partiamo quindi analizzando proprio il gameplay, fulcro di ogni picchiaduro che si rispetti. La bese sostanzialmente è la stessa del già ottimo Mortal Kombat 9, ma non mancano diverse novità che perfezionano ulteriormente il gioco. La principale novità è data dalla presenza di tre stili di combattimento per ogni lottatore, il che cambia radicalmente il moveset e le caratteristiche dello stesso personaggio a seconda di cosa si scelga. Prendiamo ad esempio il “testimonial” di questo capitolo, ovvero lo storico Scorpion. Le sue varianti sono Nijustu, Inferno e Fuoco Infernale: la prima permette al nostro ninja di utilizzare due katane utili per aumentare la portata dei nostri attacchi, oltre ad alcune combo possibili solo con questo stile; Fuoco Infernale ci consente invece di utilizzare palle di fuoco per controllare lo scontro dalla distanza oppure avvolgerci nelle fiamme per aumentare il danno dei nostri colpi e ferire chi ci attacca; Inferno invece ci lascia evocare un demone come aiuto per prolungare alcune combo, oppure immobilizzare per pochi secondi l’avversario sul posto.
Le differenze tra questi stili sono piuttosto marcate, creando una grande varietà nelle meccaniche di gioco. Questo tuttavia ha portato anche ad una riduzione del cast, che vanta “solo” 24 lottatori (25 se si è effettuato il preorder per accedere a Goro): sono inoltre assenti dei grandi nomi delle scorse edizioni, ma le new entry si sono dimostrate tutte abbastanza carismatiche e interessanti. La maggior parte tra l’altro sono figli o parenti di vecchie conoscenze, ad esempio abbiamo Cassie Cage (figlia di Johnny Cage e Sonya Blade), Kung Jin (cugino di Kung Lao), Jacqui Briggs (figlia di Jax) e Takeda (figlio di Takeshi), ma non mancano anche altri lottatori originali come la misteriosa D’vorrah, l’ibrido Ferra/Thor o il pistolero Erron Black.
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Ma come mai ci siano i figli di così tanti personaggi famosi? Semplicemente perché la storia di Mortal Kombat X è ambientata ben 25 anni dopo gli eventi dello scorso gioco, e come da tradizione NetherRealm proprio la storia costituisce una importante parte dell’esperienza single player. Nella maggior parte dei picchiaduro infatti la trama è ridotta all’osso o proprio non esiste, ma Mortal Kombat si distingue dalla massa con una storia affascinante (anche se un pò contorta) e che riesce a tenere incollati allo schermo, mostrandoci l’ascesa di Shinnok dall’esilio dopo la sconfitta di Shao Kan nell’ultimo torneo, oltre alla guerra civile tra Mileena e Kotal Khan per reclamare il trono lasciato vacante sempre dalla morte di Shao Khan. La storia si estende nell’arco di oltre due decenni tra falshback e resurrezioni di vecchie conoscenze ad opera della negromanzia di Quan Chi, il che spiega come sia possibile che siano presenti lottatori che ormai dovrebbero essere o morti o quantomeno estremamente invecchiati.
Da Injustice: Gods Among Us inoltre troviamo una gradita novità , ovvero l’interazione con l’ambiente. Nella maggior parte dei casi si possono sfruttare determinate sezioni dello scenario come “trampolini” per effettuare ritirate strategiche e allontanarsi dall’avversario, ma è possibile usare anche alcuni oggetti contundenti per recare danno al nemico… compreso lanciarci contro delle vecchiette. L’utilizzo di queste tecniche tuttavia non è illimitato, infatti ecco un’altra importante modifica nel gameplay: l’introduzione di una barra della stamina. Questa si consumerà quando appunto si useranno le interazioni con l’ambiente, ma anche quando si effettuano scatti, corse o se si vuole effettuare uno Spezza-Kombo sfruttando sia la stamina sia l’indicatore delle X-Ray. Tornano infatti le spettacolari mosse a raggi X utilizzabili quando l’apposita barra è completamente piena ed in grado di recare enormi danni, oltre a farci vedere nel dettagli i devastanti effetti sulle ossa e organi del povero malcapitato.
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A livello di contenuti inoltre Mortal Kombat X è davvero ricco, e oltre alle classiche modalità Storia e Scontro Singolo troviamo le Torri, che potrebbero essere definite come delle varianti della modalità Arcade in cui ci viene chiesto di sconfiggere un determinato numero di avversari con difficoltà via via crescente, ma anche con la possibilità di avere dei modificatori casuali per aggiungere varietà alle battaglie: ad esempio ad ogni salto si subiscono dei danni, oppure i colpi infliggono veleno o giocare con velocità rallentata o raddoppiata. Inoltre collegandosi online si può partecipare alle Torri Viventi, ovvero con delle sfide globali che cambiano ogni ora, ogni giorno e ogni settimana. Rimanendo in tema di sfide globali, appena avviato il gioco ci verrà chiesto di unirci ad una delle 5 Fazioni disponibili. Semplicemente giocando a Mortal Kombat X ed eseguendo particolari azioni o sfide si guadagnano punti per la propria Fazione, e alla fine di ogni settimana la Fazione vincitrice otterrà premi esclusivi, tra cui anche nuove Fatality Fazione.
Torna inoltre la Krypta, dove spendere i gettoni guadagnati giocando per sbloccare costumi, bozzetti, disegni, Fatality e Brutality alternative per i personaggi, in una sorta di dungeon crawler in prima persona dove dovremo muoverci fino alle ricompense che desideriamo facendo attenzione anche ad alcuni pericoli evitabili tramite semplici quick-time-events. Il comparto online come sempre offre la possibilità di sfidare altri giocatori da ogni parte del mondo in diverse modalità , come Partita Classificata, Partita del giocatore o Re della Collina. Il netcode era uno dei talloni di Achille dello scorso episodio, ma in Mortal Kombat X la situazione sembra essere decisamente migliorata. Vedremo nelle prossime settimane con un maggiore afflusso di giocatori quanto sapranno reggere i server, ma per il momento non abbiamo riscontrato grandi fenomeni di lag, anche se in qualche occasione ancora si è presentato qualche problema.
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Dal punto di vista tecnico Mortal Kombat X si difende degnamente sulle console next-gen, anche se la sensazione che si poteva fare di più rimane: i modelli per personaggi e i macabri dettagli degli organi interni sono ben realizzati, ma manca una pulizia generale e alcuni dettagli che mostrano come il potenziale hardware di PS4 e Xbox One non sia stato sfruttato del tutto. In compenso il frame-rate si è dimostrato sempre stabilissimo sui 60 fps, cosa decisamente fondamentale in un picchiduro, anche se qualche piccolo calo si è notato fortunatamente solo durante alcune cutscene nella Storia.
Insomma, Mortal Kombat X è un acquisto praticamente obbligatorio per ogni fan di picchiaduro… anche perché in attesa di Street Fighter V e Tekken 7 il parco titoli per gli appassionati del genere su next-gen è praticamente deserto.