Ormai, il fatto che i videogiochi abbiano un fortissimo potere didattico, è fuori discussione, ed è da oscurantisti affermare il contrario. Ma fa piacere che ci siano dei riconoscimenti in tal senso anche dalle istituzioni, che cominciano sempre più a vedere i videogiochi non come un nemico, quanto piuttosto come un alleato.
L’ultima notizia in questo senso arriva dal Dipartimento dell’Educazione americano, che riporta come i bambini stiano giocando più che mai ai videogiochi. Tanto che, all’interno del dipartimento, è stato aperto un programma Games for Learning (“giochi per la didattica”), capitanato da Erik Martin, alfiere della visione secondo cui i videogiochi sarebbero un mezzo per imparare. Games for Learning terrà a breve una conferenza sul futuro dei videogiochi e della scuola. In un’intervista a Polygon, Martin ha dichiarato:
Se guardate alla vita di uno studente, molti di loro giocano per una media di 10,000 ore ai videogiochi fino al momento in cui finiscono il liceo. È quasi la stessa quantità di ore che passano nelle scuole. Potete immaginare in quale attività, il più delle volte, si sentono più coinvolti o importanti.
Si tratta, dunque, di un potenziale fortemente inesplorato. Fino a oggi, i giochi educativi hanno avuto risultati altalenanti, principalmente perché un ragazzo o una ragazza preferiranno sempre un videogioco vero a uno che è un prodotto educativo sotto mentite spoglie. Martin, tuttavia, vuole cambiare questa concezione portano a discutere insieme gli educatori e i creatori di videogiochi.
Bisogna riuscire a prendere l’esperienza esterna alla scuola, e tramite essa rende rilevante e coinvolgente il momento in cui si è a scuola imparando e facendo cose, creando qualcosa di interessante; è questo il tipo di vuoto che vogliamo colmare.
Le dichiarazioni di Martin sono una ventata di speranza per chi da sempre sostiene il valore dei videogiochi, e rappresentano certamente un importante cambiamento. Le istituzioni non guardano più ai videogiochi con sospetto, alimentando proclami allarmisti sulle principali testate giornalistiche, ma al contrario vedono in essi un’opportunità per migliorare la nostra società. Come dice Martin:
Il punto è che i videogiochi non sono soltanto belli o divertenti, ma sono anche una vera soluzione didattica.
I nostri figli giocheranno ai videogiochi in classe? Be’, se sempre più istituzioni, e in tutto il mondo, si renderanno conto della forza del medium interattivo, è un’idea neanche troppo bislacca.