Recensione Rapture Rejects

Il titolo Galvanic Games ed Explosm Games, sviluppato con la benedizione di tinyBuild e infarcito dell’insanità mentale di Cyanide & Happiness, è pronto per l’Early Access di Steam. Il sistema Battle Royale e tanta, tanta violenza vecchia scuola si mostrano nella build 0.5.5, in modalità free-to-try per tutto il weekend di lancio. I presupposti per un titolo da avere in libreria, pronto a farci scannare amici e colleghi, ci sono tutti, ma altrettante sono le perplessità: quanto effettivo divertimento ci sarà dietro le fantastiche matite dei ragazzi di Seattle?

Partiamo con il background del progetto: a due anni da Questmore, Galvanic Games si mette a lavoro con i disegnatori del web-comic Cyanide & Happiness, riuniti per l’occasione sotto la bandiera della neonata software house Explosm Games. I due team, sotto publishing tinyBuild, annunciano allo scorso E3 il titolo, invadendo il palco losangelino con tutto il loro carico di sana follia. Presentato come un Battle Royale in un 2D isometrico, il titolo mantiene le promesse quando qualche giorno fa appare sullo store Valve: 50 giocatori sono stati ignorati dall’ascesa al Cielo nel Giorno del Giudizio e dovranno combattere per l’ultimo posto rimasto libero tra le nuvole. Modalità online, per adesso, solo due: in singolo e in doppio, ma la possibilità dell’arrivo di nuove feature, sopratutto quella in team, sembrano ben più di vaghe speranze. Comincia con questo incipit l’avventura di Rapture Rejects: la differenza tra quello che è e che forse sarà. L’unica variabile essenziale: la vostra presenza, o meno, nel momento del cambiamento.

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Bombe atomiche prêt-à-porter, angeli twerkanti e granate congelanti.

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Con i tasti del mouse impegnati in un arsenale da una decina di armi, ognuna con uno specifico potere speciale, Rapture Rejects fa la voce grossa, per quanto un accesso anticipato la possa fare: la ricerca dell’equipaggiamento – fuori di testa – e dei potenziamenti permanenti, da raccogliere nei loot sparsi per la mappa, ci farà consumare le lettere del WASD in cerca di una safe zone sempre più ristretta. Troviamo così il tasto T adibito a uno a scelta tra bomba atomica prêt-à-porter, angeli twerkanti curativi o granata congelante, mentre a fare beneficio dei boost passivi saranno scudo, capienza dello zaino, visibilità della mappa, velocità di movimento e di ricarica. Scommettiamo che, per quanto l’offerta sia da ampliare, vi basterà per urlare contro lo schermo?

Un editor psicolabile e per questo bellissimo: un vero punto forte su cui il gioco dovrebbe puntare

 

Parliamo quindi proprio delle note più dolci del titolo: l’editor dei personaggi e la partnership con Cyanide & Happiness. Ad aspettarci c’è una delle migliori customizzazioni offerte dal mercato videoludico a tema Battle Royale: non skin complete o pezzi limitati, ma decine e decine di componenti da assemblare e colorare a nostro piacimento. La personalizzazione si trasforma da subito in uno dei pregi del titolo, così come uno degli obiettivi: ogni partita, infatti, ci garantirà coupon spendibili in casse di contenuti vari. Per quanto riguarda l’eredità tratta dallo stile animato, invece, il design raggiunto da Rapture Rejects è una ventata di freschezza: dall’ambiente di gioco (sconsigliato a chiunque abbia avuto un minimo d’educazione clericale) alle animazioni, il titolo riesce a rispecchiare fedelmente il senso della serie, istigandoci spesso a sparare a vuoto solo per goderci un sound design curato nei minimi dettagli. E’ però dopo un paio d’ore di gioco, probabilmente molto prima, che comincia a sorgere un’unica, grande, domanda.

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Giudicare Rapture Rejects, per com’è in questo momento, è un compito ingrato.

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Il solito Battle Royale o la formula cartoon sadico apre nuove vie? Il problema si presenta da subito: giudicare Rapture Rejects per com’è in questo momento è un compito ingrato. Castrato a sole due modalità multiplayer, con un negozio in dirittura d’arrivo e una sovrastruttura online più che scricchiolante. Il titolo mostra tutte le debolezze, comprensibili, di un Early Access. Esso però costa 16,79€, in un mondo governato da Battle Royale free-to-play sull’impronta di Fortnite, mentalità che ha praticamente soverchiato i titoli che hanno osato dire no, vedi PUBG. Ed è proprio questo il primo scoglio, ininfluente sulla qualità del titolo ma determinante per la popolarità e quindi sui player attivi in gioco. Rapture Rejects deve fare i conti con server europei, solo a volte americani, afflitti da attese lunghe anche un paio di minuti prima di una partita, stanze spesso riempite con gli stessi giocatori che abbiamo sforacchiato nelle partite precedenti. E questo proprio nel weekend prova di lancio, quello che dovrebbe essere il periodo più florido per il gioco: cosa succederà nei prossimi giorni? E sopratutto, con l’eventualità di una rapida diminuzione degli utenti , come sarà supportato il titolo?

A conti fatti, ci si accorge che non sono fatti per nulla: troppe le incognite sul futuro del Battle Royale, molte addirittura che si presentano ad oggi come mancanze, ma che un domani potrebbero trasformarsi in qualità chiave, come le modalità online. Terminato il weekend, comunque, i sognatori che crederanno nel progetto, dopo aver aperto il portafoglio con la speranza negli occhi, troveranno ad aspettarli una community, sopratutto quella del discord americano, attiva e festosa, impegnata a giocare intorno ad un titolo leggero ma per nulla superficiale. La scelta, come sempre, spetta a voi: nel caso, ci vediamo all’inferno.

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