Mi resi conto che avrei dovuto rivedere seriamente il mio rapporto con i videogame un giorno qualunque del 1990 quando, dopo aver subito una rimonta impensabile al vecchio Microprose Soccer, scagliai la sedia su cui ero seduto contro il quadro più intrigante del salotto dei miei. Mandandolo in frantumi. Avevo circa 11 anni e di certo non ero maturo per valutare la reazione che avevo avuto con la lucidità che si conviene ad un adulto; ma quel poco di giudizio di cui disponevo mi portò comunque a concludere che… No. Così non si poteva andare avanti. Dopo aver fatto fioretto con chissà quale santo del pittoresco Pantheon campano, mi ripromisi così di staccare la spina non appena avessi avvertito i prodromi della furia berzerker.
Da allora, salvo l’improvvida defenestrazione del CD di Road Rash 2 che tanto aveva tenuto impegnata la mia PSX alla fine dei ninentees, le cose si sono pressoché stabilizzate, tant’è che oggigiorno non sono solito andare oltre il solenne bestemmione carpiato o le eventuali combo sacrileghe di contorno. Divenuto ormai un mero dilettante della distruzione, mi riscopro spesso a fissare attonito quelle splendide Youtube-Clip che ritraggono i nostri “colleghi” intenti a fare scempio di tastiere, tv, pad e ogni altra suppellettile a tiro dopo essersi visti soffiare da sotto il naso una vittoria acquisita e non nego di essere ormai diventato un accanito cultore dei più floridi canali a tema .
La coltivazione di quello che, nel tempo, è evidentemente diventato un vero e proprio rituale mi ha spinto infine a stilare una letale classifica degli attacchi d’ira videoludica più grotteschi del Web: una Top 5 da Arkham Asylum  che rigiro prontamente a voi non solo per farci quattro risate, ma anche discutere insieme delle volte in cui ci siamo trovati dall’altra parte dell’obiettivo a scalmanarci come i seguenti eroi…
5. Â Â Il TestoneÂ
Anticipata da un paio di grugniti soffocati, la classica Roid-Rage da Modern Warfare prende progressivamente il controllo di quello che, fino a dieci minuti prima, era un semplice omino armato di cappellone. L’escalation – tutto sommato controllata, visti gli altri esponenti della chart – si manifesterà prima con una serie più o meno intrigante di “flying headbutt” per poi culminare con la crudele esecuzione della tastiera.
4.    Il Manowariano
La sorellina lo avverte: “Mamma si arrabbierà con te!”, ma il nostro  possente crociato dei Manowar ribadisce con feroce nerbo un concetto degno di cotanta brutalità … “Non mi importa niente di mamma!”. Seguirà la virile distruzione del suo piccolo angolo delle meraviglie. Senza apparenti rimpianti.
3. Â Karate-Nerd
Avete presente quei fuochi d’artificio che partono piano piano, con tante piccole scoreggine per poi deflagrare in un inattesa esplosione termonucleare? Perfetto. Psichiatricamente definita come l’Eruzione del Disadattato, la crisi di nervi che si impossesserà di questo povero gamer seguirà un excursus più o meno analogo. Il finale, con raffica di colpi a caso e tentato Body Slam televisivo (questo immortalato in un’altra sessione di gioco, NdR), è tutto da godere.
2. Â La Tigre di ArkanÂ
Dai Balcani con furore. Stabilito che la parola “Curva”, da quelle parti, è solita indicare le cosiddette “Donne di Malaffare” troverete senz’altro più intrigante assistere alle eccedenze di questo virtuoso gamer d’oltre Adriatico. Covata evidentemente per secoli, la sua furia assassina si tradurrà presto in un vortice di lucida violenza che coinvolgerà non solo la sua stanza e il vicinato, ma anche lo stesso responsabile del video.
https://www.youtube.com/watch?v=xFDODxVdRpg
1. Â Â Il Fuhrer
Divenuto ormai una celebrità del web e non soltanto per la (nota?) diatriba relativa alle sue presunte origini germaniche, l’indemoniato per eccellenza continua a detenere il titolo di gamer più terrificante della modernità . Prima o poi, quelli che tacciano i videogame di scatenare comportamenti inadeguati nei giovani finiranno per notare questo video e allora saranno cacchi amari per tutti. Nel frattempo, godiamoci ancora una volta l’esibizione del Maestro. In religioso silenzio.