L’altro giorno, avevamo riportato la decisione di Yoan Fanise, creatore di Valiant Hearts: The Great War, di diventare indie. Oggi, abbiamo altre dichiarazioni provenienti da Fanise, rilasciate a GamesIndustry.biz. Stando alle sue parole, sembra che abbia progetti molto ambiziosi per il suo nuovo studio, Digixart, che nasce con la mission di spingere il medium interattivo oltre i suoi limiti. Ecco le sue parole:
Penso che l’aspetto umano sia davvero importante. Non vedo noi stessi come un’industria. Parliamo sempre di industria perché i videogiochi sono un’industria, ma questa parola non riflette bene il modo in cui facciamo giochi. Non so come farli in un modo industriale. È più un modo artigianale, fatto con le proprie mani.
Fa un certo effetto che queste parole provengano da qualcuno che ha lavorato per 15 anni in Ubisoft, una compagnia conosciuta per creare blockbuster che di artigianale hanno davvero ben poco. Ma con il suo nuovo studio, Fanise punta a creare giochi di rottura, che trattino temi solitamente non affrontati dai videogiochi:
Vogliamo parlare di temi che sono significativi per noi, per gli umani in generale. Possiamo parlare della religione, dell’inquinamento, della morte. Possiamo parlare di temi seri nei nostri giochi in maniera sottile, senza alcun giudizio, ma con delle emozioni.
Personalmente, ho amato Valiant Hearts: The Great War, e sono molto entusiasta all’idea che ci siano game designer che vogliono sfidare le convinzioni dei videogiochi e proporci, finalmente, qualcosa di diverso.
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