[GameRome 2018] Provato Alaloth: Champions of The Four Kingdoms

Continua il nostro viaggio nella GameRome 2018, in cui abbiamo avuto il piacere di mettere mano a titoli davvero interessanti. Uno di quelli che ha attirato maggiormente la nostra attenzione è l’italianissimo Alaloth, un intrigante action RPG con visuale isometrica che mantiene alcuni dei celebri dogmi del genere videoludico d’appartenenza. Frutto della mente di Gamera Interactive, uno studio di sviluppo interamente costituito da veterani dell’industria, che si sono ispirati a grandi classici del passato del calibro di Moonstone, l’opera si trova attualmente in fase di sviluppo. Il team, reduce dal grande successo critico per aver dato alla luce Unit 4, ha ora deciso di forgiare un mondo fantasy pieno di segreti e misteri, con un alone nostalgico. La collaborazione con Chris Avellone, uno dei grandi pilastri in termine di design dell’universo RPG, ha decisamente inciso sulla complessità e la cura dell’opera stessa, ma ora  scendiamo più nel dettaglio.

L’ambizioso progetto possiede alla base una semplice, quanto efficace, linea narrativa. I quattro grandi regni appartenenti agli orchi, umani, nani ed elfi sono in subbuglio per scovare i frammenti di un antico oggetto magico. Solo gli eroi più valorosi potranno cimentarsi fino in fondo a questa impegnativa crociata che li porterà faccia a faccia con Alaloth, un oscuro e antico dio che minaccia la pace comune: un richiamo alle storyline più melodiose del genere videoludico, che però apre a nuove idee sul fronte dell’intrattenimento. Proprio da questa premessa, ecco iniziare la nostra avventura che ci ha subito catapultato in questo vasto e tetro mondo. Dopo aver scelto il personaggio iniziale e le opportune abilità di base, ci siamo trovati alle prese con una mappa sorprendentemente sconfinata. Ciò che salta subito all’occhio sono gli altri NPC, in viaggio tra una regione all’altra, che danno l’impressione di assistere a un mondo di gioco vivo e pulsante. Lo spostamento tra un luogo a un altro è stato pensato in modo intelligente: se difatti non seguiremo le strade principali, la nostra velocità di spostamento sarà notevolmente ridotta. Una scelta di design piacevole, che invoglia l’approccio con gli altri giocatori o personaggi e impone le giuste tempistiche in fase d’esplorazione. La cura encomiabile nei dettagli scenici aiuta ad approcciarsi nel modo giusto all’impresa, che trova nella curiosità la sua chiave di forza.

Le città in Alaloth sono dei veri e propri micro universi contenenti un’esplosione d’interazioni, oltre che ad essere un piacere uditivo.

Non è solo l’universo di gioco ad essere colmo di stimoli: le città, minuziosamente dettagliate, offrono una vasta gamma di interazioni. All’interno dei nuclei cittadini sarà possibile accettare quest secondarie, scoprire particolari legati alla trama principale e aumentare la propria reputazione di paladino. Il comparto sonoro aiuta molto l’immedesimazione all’interno del cruento paesaggio, che trasuda suoni piacevoli e ben distinti. La profondità scenica dell’opera si avverte in ogni ambiente esplorabile: tutte le città e i dungeon sono micro universi straripanti di segreti. Per quanto concerne il gameplay la situazione appare più complessa, l’opera richiede l’attenzione del giocatore, e in più occasioni sarà vitale imparare quanto prima le abilità base di combattimento per poter sopravvivere. La difficoltà ricorda molto la saga di Dark Souls, e quindi per gli appassionati non sarà difficile prenderci la mano, mentre per gli altri occorrerà un po’ di tempo prima di avere dimestichezza con il personaggio. Non disperate però, Alaloth premierà la vostra dedizione con delle ricompense atte a potenziare il vostro character. La meccanica che più ci ha esaltato è sicuramente quella legata all’uso degli incantesimi: ognuna delle magie presenti del titolo è unica e dirompente. Le più soddisfacenti a livello visivo sono senza dubbio quelle elementali, che offrono spettacolarità ma anche un grande potere offensivo.

Nel complesso Alaloth ci è rimasto impresso come una delle opere più ambiziose presenti il GameRome 2018, sia per profondità di gameplay, sia per cura nel dettaglio artistico. Va da sé che, data la sua complessità, sia difficile a primo impatto cogliere l’essenza dell’opera, che proprio nell’immediatezza trova un po’ di difficoltà. Ricordiamo però essere un progetto ancora in lavorazione e che alcuni dettagli saranno limati nel tempo. Ancora non abbiamo visto, per esempio, come funzionano le boss battle o come il gioco reagirà alla presenza di più utenti, poiché nella versione finale sono previsti la modalità multiplayer e cooperativa, che accenderanno il reparto competitivo durante la ricerca degli ambiti tesori. Le premesse sono più che positive, quindi siamo ansiosi di vedere il progetto nella sua interezza: per ora, non ci resta che augurare il meglio a Gamera Interactive

 

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