FutuRetrò #11: Super Mario 64

Dopo un periodo di assenza che è durato quasi un anno, siamo pronti a riproporre a voi lettori la nostra rubrica di riferimento del mondo del retro gaming. FutuRetrò torna in auge, continuando quello che era stato già fatto con i precedenti dieci articoli dedicati alle opere che hanno cambiato il videogioco nel corso dei decenni. Nell’ultimo numero vi abbiamo parlato di Dino Crisis, titolo rilasciato nel 1999, ma in questa edizione vogliamo soffermarci su un prodotto che ha letteralmente stravolto il medium. Parliamo del gioco che ogni possessore di un Nintendo 64 non poteva farsi mancare, un capitolo rivoluzionario della sua serie di appartenenza e drastico punto di non ritorno del modo in cui gli sviluppatori si sarebbero poi approcciati alla progettazione di platform e non solo. Super Mario 64 è stato una delle opere più importanti dell’industria videoludica e noi vogliamo sfruttare questa occasione per ricordarlo e per spiegare nel dettaglio come è riuscito ad entrare nel cuore di milioni di utenti.

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Super Mario 64

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Super Mario 64 ha innumerevoli punti a favore che lo contraddistinguono dai giochi dell’epoca, ma anche da quelli odierni: la storia basilare, che vede Mario alla ricerca della Principessa Peach rapita da Bowser, si affianca ad una struttura di Game Design che eccelle in ogni singolo aspetto. Dal Level Design alle musiche, fino ad arrivare ai controlli e alla progressione dell’utente, tutto nella prima avventura dell’idraulico baffuto in 3D viene ancora oggi lodato e riconosciuto unanimemente come un capolavoro. Ma torniamo qualche decennio nel passato e scopriamo com’è nata l’idea per un titolo di Mario con modelli poligonali.

Corre l’anno 1994: Sony e SEGA hanno lanciato le loro console capaci di sfruttare un hardware a 64 bit che permette di visualizzare in tempo reale oggetti in 3D. Parliamo ovviamente di PlayStation e SEGA Saturn, due macchine che hanno fatto la storia, chi più e chi meno, delle rispettive compagnie. Erano dispositivi che di lì a poco avrebbero mostrato i muscoli con opere del calibro di Crash Bandicoot, NiGHTS into Dreams o Ridge Racer. Nintendo aveva rilasciato il Super Nintendo appena tre anni prima, ma si trattava di un dispositivo che a malapena riusciva a emulare dei poligoni. Anche opere tripla A come Donkey Kong Country, The Legend of Zelda: A Link to the Past o Super Mario World, la Grande N si trovava in una situazione di forte svantaggio rispetto ai competitor, che potevano offrire al pubblico ciò che voleva, ovvero giochi in 3D. Tuttavia, Nintendo siglò una collaborazione con SiliconGraphics portando sul mercato la sua prima ammiraglia a 64 bit.

L’indimenticabile Level Design di Super Mario 64 è ancora ad oggi incredibilmente geniale.

Il Nintendo 64 fu subito un successo, ma non per la sua potenza, bensì per i titoli che vennero prodotti per la stessa. Ma la casa di Kyoto ha sempre saputo molto bene cosa vuole la sua community. La risposta? Super Mario Bros.. Inutile dire come la prima idea di Nintendo fu di iniziare a sviluppare due giochi nello specifico, uno sulla serie di The Legend of Zelda e un altro su Super Mario. Fu così che The Legend of Zelda: Ocarina of Time e Super Mario 64 vennero subito considerati come dei veri e propri capolavori fondamentalmente per gli stessi motivi. Tuttavia, il primo presentava delle meccaniche puzzle e di combattimento più complesse e poco apprezzabili da un pubblico più giovane, per questo motivo Super Mario 64 vendette più di 11 milioni di copie in tutto il mondo, risultando essere il gioco più acquistato per Nintendo 64.

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Appena ci lanciamo nel quadro ci viene data la possibilità di scegliere una missione, il cui completamento ci permette di vincere una Super Stella.

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Per spiegare agli utenti i comandi, il gioco ci trasporta immediatamente nel giardino della Principessa Peach, che risulta essere come un piccolo sandbox privo di nemici od oggetti con cui interagire, ma con strutture più o meno basilari perfette per apprendere i movimenti di Mario. Ma è quando entriamo nel castello che scopriamo la genialità del Level Design: per aprire le varie porte abbiamo bisogno di una certa quantità di stelle, ottenibili completando le missioni all’interno dei dipinti che troviamo nelle tante stanze. Il primissimo livello, Bob-omb Battlefield è indubbiamente il più iconico dell’intero gioco in quanto esempio ideale per spiegare la progressione nella storia. Appena ci lanciamo nel quadro ci viene data la possibilità di scegliere una quest, il cui completamento ci permette di vincere una Super Stella. A seconda di quale selezioniamo, il mondo potrebbe cambiare leggermente per alcuni oggetti, ma la struttura di base rimane sempre la stessa. Tuttavia, certe missioni sono celate all’interno di quelle principali, e possono essere delle mini-sfide come una corsa, una gara di scivolo o anche il raccoglimento delle iconiche otto monete rosse. Più stelle collezioniamo, più livelli sbloccheremo e così via, fino al boss finale.

Il Castello della Principessa Peach… così bello e così pieno di segreti. Riuscite a ricordarli tutti?

Tuttavia, il genio di Shigeru Miyamoto non si fermava ad una perfetta progressione nell’avventura, ma aveva intuito la possibilità di sfruttare il castello di Peach in molti altri modi: ci sono stage in cui possiamo essere enormi o minuscoli rispetto il resto dello scenario, altri in cui il livello dell’acqua si innalza e abbassa, permettendoci di raggiungere aree differenti, e altri ancora in cui, a seconda dell’orario in cui entriamo, alcune piattaforme si spostano e molto altro. Un ulteriore elemento che tante persone dimenticano di citare, in un platform di questo genere, è l’importanza della diversificazione artistica dei vari luoghi che in questo titolo risulta a dir poco perfetta: ad esempio Cool, Cool Mountains sono selle montagne nevose e con tanti scivoli; Shifting Sand Land è un arido deserto con una piramide piena di segreti; e il livello finale è saturo di insidie, avversari potenti e piattaforme su cui saltare con molta attenzione. Tutti gli oggetti, nemici, musiche e strutture che troviamo durante il gameplay sono sempre inedite ed è proprio questo che differenzia Super Mario 64 da innumerevoli giochi, anche moderni.

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L’accompagnamento musicale durante l’esplorazione risulta sin dai primi momenti perfetto e sempre consono al contesto

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Ulteriore omaggio va fatto alla colonna sonora, diretta e ideata dal famoso Koji Kondo, storico compositore di Nintendo che lavora ancora ad oggi su moltissimi progetti della casa di Kyoto. Continuando il discorso della diversificazione, è importante far notare come le canzoni di Super Mario 64 sono ancora considerate come dei veri e propri capolavori. Con i relativi link per essere ascoltate, citiamo “Bob-omb Battlefield” e “Dire, Dire Rocks”, indiscutibili opere d’arte. L’accompagnamento musicale durante l’esplorazione risulta sin dai primi momenti perfetto e sempre consono al contesto, motivo per cui il comparto sonoro è uno degli elementi maggiormente apprezzati di Super Mario 64.

Insomma, in conclusione possiamo affermare che la prima avventura di Mario in 3D rappresenta ancora oggi uno standard per i platform del genere e un modello da cui prendere esempio. Rispolverare un’opera di questo valore è quasi d’obbligo e, anzi, speriamo fortemente che la Grande N possa proporre al pubblico il tanto atteso Nintendo Classic Mini: Nintendo 64. Restate connessi su VMAG per non perdere i prossimi numeri di FutuRetrò.

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