[GameRome 2018] Provato Hard Times

Il 22 e il 23 novembre scorso siamo stati al GameRome, la developers conference che ha ospitato al suo interno un gran numero di sviluppatori, ognuno con i proprio prodotti da mostrare. Fra questi, abbiamo provato Hard Times, un titolo decisamente particolare che si occupa di tematiche sociali: come vive un senzatetto? Questa è la domanda che si è posta Radical Fiction, con l’obiettivo di far cercare all’utente stesso la risposta. Nonostante il sottotitolo “homeless survival” e la grafica facciano pensare a qualcosa di parodistico, dopo pochi secondi ci si accorge subito che quello che si ha davanti è un prodotto che va preso sul serio. Si tratta di un titolo simulativo con elementi di crafting che pone l’accento su come vive effettivamente un senzatetto e a quali difficoltà deve andare incontro. Avremo vari parametri da prendere in considerazione, un po’ come abbiamo visto già da anni su The Sims. Bisogna tenere d’occhio innanzitutto la salute, poiché farla arrivare a zero decreterebbe la fine della partita, ma è necessario fare attenzione anche a cibo, forza, bagno, igiene, soldi e temperatura: ognuna di queste statistiche è utile per fare qualcosa.

Come dicevamo, trattandosi di una simulazione di vita di un senzatetto, l’obiettivo è sopravvivere più giorni possibili. Vanno quindi cercati oggetti in giro per la città, divisa in quartieri, facendo però attenzione a chi ci circonda: rovistare nei cassonetti ci dà la possibilità di trovare qualcosa di utile, ma al contempo ci renderà bersagli delle forze dell’ordine se qualcuno ci guarda e dà l’allarme. Non l’abbiamo potuto testare, ma ci è stato raccontato che è possibile imparare a cucire, cercare stoffa e potersi creare un vestito da spazzino, per poter agire indisturbati intorno ai secchi della spazzatura. Potremo avere accesso ad oggetti utili in maniera illegale, ma anche in questo caso dovremo essere attenti a farlo lontano dalla polizia. Nel corso della prova ad esempio, vista la pioggia, abbiamo avuto bisogno di un ombrello: avevamo la possibilità di decidere se acquistarlo con dei soldi trovati in uno zaino o rubarlo. Quest’ultima opzione, ovviamente allerterà le guardie, che ci inseguiranno per darci qualche manganellata: essere in salute e con molti punti igiene influisce sulla nostra probabilità di impossessarci dell’oggetto e fuggire con successo.

Siamo stati beccati dalla polizia a frugare in un cassonetto.

La polizia che ci insegue è solo una delle tanti variabili in gioco. Abbiamo potuto dare un’occhiata al codice che controlla tutti i parametri aleatori: temperatura massima, minima, possibilità di pioggia e neve sono solo alcuni di essi, e combinati in maniera casuale fra loro permettono di rendere unica ogni partita. Questo porta, di conseguenza, una grande customizzazione del titolo: gli stessi utenti potranno creare un mondo polare o equatoriale cambiando i parametri che controllano il meteo. Le condizioni atmosferiche, in ogni caso, già da adesso hanno una funzione specifica e non solo estetica, dal momento che la pioggia abbassa sensibilmente la temperatura. Ci è stato consigliato di iniziare la nostra sessione di gioco ad aprile, in modo da avere sei mesi di clima non proprio avverso, perché anche questo va a inficiare sulla difficoltà della partita: un conto è trovarsi in mezzo alla neve senza niente, un altro è arrivarci preparati.

L’inventario non è sempre comodo e chiaro.

Oltre a quello che è il gameplay vero e proprio, c’è altro di cui parlare, sempre in relazione al titolo. Hard Times è il risultato di tutte le esperienze dell’autore messe insieme per creare questo simulatore: non si tratta dunque di una rappresentazione irreale di un ipotetico senzatetto ma anzi, tutto quello che viene mostrato è incredibilmente verosimile. Ci si può divertire, essendo un prodotto di intrattenimento, ma allo stesso tempo non si può negare che tenere conto di tutte le variabili faccia pensare ai problemi che devono affrontare i clochard tutti i giorni, alla quali magari non abbiamo mai pensato. Un ulteriore elemento che mostra quanto Hard Times abbia una finalità nobile è che una parte dei guadagni verrà devoluta in beneficenza. Oltre alla grafica, che comunque è un work in progress, se abbiamo un’altra critica da fare è sull’utilizzo dell’inventario: ci è capitato più volte di perderci qualche oggetto e andarlo a cercare. Non è raro trovarsi con 4-5 finestre aperte contemporaneamente, provocando un po’ di confusione. Essendo esclusivamente su PC si tratta qualcosa di abbastanza risolvibile, vista la comodità di tastiera e mouse, ma un eventuale uso del joystick è sconsigliato.

Capite come vive un senzatetto, e aiuterete un senzatetto: non è una battuta, ma il riassunto dell’idea di base di Hard Times. L’autore ci ha detto che nel corso della prova difficilmente si arriva a sopravvivere più di due giorni, dimostrando come della vita della strada effettivamente non sappiamo nulla, e che da questo gioco, la cui prevista è uscita nel 2019, abbiamo solo da imparare.

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