Recensione NBA 2K Playgrounds 2

La scorsa settimana è cominciata la 73esima edizione del campionato NBA. Stagione che vede LeBron James a Los Angeles, dove però il suo debutto allo Staples Center verrà ricordato più per le sospensioni di Rondo, Ingram e Paul piuttosto che per il 24-5-5 di chi ha vinto 3 anelli tra Cavs e Heat. Il gioco che andremo a recensire in un certo modo giustifica spintoni e gomitate (magari non sputi o ditate nell’occhio), ma non li premia del tutto. Torna infatti il basket arcade e senza regole pensato da Saber Interactive che quest’anno, sotto l’ala protettrice di 2K, prova a migliorarsi con il secondo capitolo di NBA Playgrounds. Tra giocatori attuali e leggende che ancora non erano tali quando negli anni novanta NBA JAM faceva la voce grossa, vediamo come se la cava NBA 2K Playgrounds 2, testato su PlayStation 4.


Primo consiglio: non iniziate a giocare online senza giocatori livellati. Torneremo più avanti a parlare di exp e statistiche migliorate, ma prima di diventare carne da macello in rete, giocate un minimo offline, in una delle tre modalità: amichevole, stagione o gara da tre punti. Innanzitutto però, facciamo capire che tipo di gioco è NBA 2K Playgrounds 2, per chi non conoscesse questo sottogenere cestistico. Dal 1993 Midway, con NBA JAM, aveva portato una piccola rivoluzione nella pallacanestro videoludica, sotto un punto di vista decisamente spettacolare: un due contro due fatto di spintoni, velocità e schiacciate tanto devastanti quanto poco ordinarie. Negli anni, tra alti e bassi, il modello è andato avanti (anche con NBA Street), anche grazie agli sviluppatori di Saber Interactive, che hanno portato novità e un po’ di freschezza. La base, come il divertimento, rimane intatto quello di venti e passa anni fa. La scelta caricaturale e la grafica cartoonesca fanno il resto funzionando alla grande, adattandosi al mood generale del gioco, così come la scelta della soundtrack con basi musicali che rimandano proprio allo stile dei campetti americani, e i feedback audio dei menu.

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La simulazione si fa da parte a favore di una sana frenesia arcade.

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Pad alla mano, già dal primo impatto, il gioco diverte. Se da un lato, sotto quasi ogni aspetto, la simulazione si fa da parte a favore di una sana frenesia arcade, dall’altra i modelli dello sport in questione rimangono più o meno intatti. Il gioco da dietro l’arco risulta infatti più ostico, e per quanto il titolo spinga ad andare sotto canestro per schiacciate e lay-up, il segnarli non sarà affatto scontato. Perché in NBA 2K Playgrounds 2 ci vuole una buona dose di skill e di concentrazione in ogni tiro, compresi gli appoggi da sotto. Ogni volta infatti, ci sarà una barra con una diversa colorazione, a seconda del punto e del giocatore che avrete selezionato. Dovrete tenere e rilasciare il quadrato all’interno di una zona verde (o arancione in alcuni casi), che garantirà una maggiore possibilità di andare a canestro; quella rossa, al contrario, finirà sicuramente in errore. Ad esempio, durante una schiacciata, un Blake Griffin avrà una parte verde più ampia rispetto ad un Goran Dragic. Il consiglio è sempre quello di bilanciare il team con un lungo e un esterno per avere difesa, velocità e più soluzioni offensive.

L’Ammiraglio non sembra voler contestare la tripla di Curry. Non dovrebbe essere una buona idea…

Una delle varianti che danno maggiore particolarità al titolo sono i potenziamenti casuali che potrete ottenere durante la partita. Canestri, stoppate, recuperi, alley-oop e rimbalzi alzeranno un indicatore posizionato in basso sullo schermo a forma di palla a spicchi. Raggiunto il massimo verrà sbloccato una scelta casuale (ce ne sono nove in tutto) che potrà portarvi un bel vantaggio in partita, alcuni in particolare come le schiacciate che valgono il doppio. Se da un lato, come detto, la skill viene premiata, dall’altro la casualità dei bonus danno quell’RNG che di tanto in tanto premia la fortuna. Come detto ad inizio recensione, il titolo permette il gioco sporco; potrete infatti provare a spingere gli avversari per recuperare palla con più facilità, ma questo farà azzerare l’indicatore e annullerà gli effetti se è in corso un potenziamento. Un modo riuscito per “permettere” i falli, ma allo stesso tempo penalizzarli. Piccola nota negativa a margine, per chi soprattutto vede nel playmaker un ruolo chiave di questo sport. I giocatori non hanno alcuna valutazione per i passaggi (ci sono infatti: tiro da 2, tiro da 3, schiacciata, stoppata, recupero, rimbalzo, stamina e velocità) e nelle statistiche a fine gara non vengono segnati gli assist. Un peccato vedere i vari Stockton, Kidd o Paul non essere premiati con la loro caratteristica principale.

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Il cuore di NBA 2K Playgrounds 2 sta nella collezione di giocatori che vi ritroverete.

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Dicevamo precedentemente dell’exp e del livellamento. Il cuore di NBA 2K Playgrounds 2 sta nella collezione di giocatori che vi ritroverete. Per sbloccare i tanti cestisti delle 31 franchigie (ci sono anche i Seattle Supersonics) dovrete aprire dei pacchetti, ognuno dei quali ve ne darà quattro, che si dividono in bronzo, argento e oro a seconda della rarità del giocatore che troverete dentro. Inizierete con pochi, ma sicuramente con una leggenda. Il nostro consiglio è quello, sin da subito, di livellare il vostro cestista migliore. Questo perché ogni personaggio che troverete inizierà dal livello bronzo, e giocando acquisterà esperienza, passando ad argento, oro e poi diamante. Le statistiche cambieranno considerevolmente. Per aumentare quest’esperienza potrete provare o partite amichevoli, o la stagione (15 partite di regular season + playoff) oppure sfidare avversari nella gara da tre punti in cui sarà fondamentale il tempismo. Solo una volta capito bene il gioco e con un cestista almeno di livello oro, consigliamo di andare a giocare le classificate online. Questo perché fin da primi giorni è stato facile trovare avversari pieni di leggende livellate, e un Micheal Jordan diamante può fare cose decisamente migliori di uno bronzo.

Kemp era bravino a schiacciare, ma in NBA 2k Playgrounds 2 va sopra il ferro direttamente con i piedi.

Sicuramente l’idea dei giocatori da sbloccare tramite pacchetti (a cui si aggiungono abiti unicamente estetici), può far pensare ad un titolo improntato al pay to win, soprattutto se si pensa che con una cifra neanche troppo alta si può sbloccare l’intero roster. Se però, come detto prima, inizierete fin da subito a livellare un giocatore in particolare sarà tutto più semplice, e più avanti riuscirete a sbloccarne di altri per fare un buon team in tempi neanche eccessivi. Alcune cestisti specifici li potrete sbloccare vincendo la modalità stagione con una determinata squadra. Con i Celtics, ad esempio, otterrete “Pistol” Pete Maravich.

In conclusione, NBA 2K Playgrounds 2 è un titolo che fa il suo dovere. Un arcade che riporta indietro a tempi passati che non esistono più, ma che lo fa con dinamiche attuali e con una buona dose di freschezza. Un gioco sia da divano che da sfide in rete condite da insulti e gioie. Un buon passatempo per quei cinque minuti di partita in cui mostrare le proprie skill e la propria collezione di campioni. Pazientare un poco prima di essere sbranati online, per poi fare però la voce grossa con una leggenda livellata fino a platino. E tutto sarà più semplice.

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