Il punto di svolta della VR? Secondo Palmer Luckey è stato l’acquisto di Oculus da parte di Facebook

La realtà virtuale, in questo periodo, sta attraversando un delicato momento di transizione: si cercano certezze sul futuro e nuovi investimenti. Ad avere le idee chiare sulle mosse del mercato attuale è però il ventiseienne Palmer Luckey, fondatore di Oculus VR, il quale afferma senza ombra di dubbio che l’acquisizione di Oculus da parte di Facebook sia, a tutti gli effetti, la migliore cosa mai successa nell’industria della VR. Ma come questo può aver influito sul meccanismo progressista del settore? Ebbene, l’ingranaggio mosso, in seguito alla clamorosa mossa del colosso, ha scatenato una serie di investimenti a catena, che hanno dato vita a progetti sempre più ambiziosi. Vedere un avversario così potente sovvertire le leggi di un mercato così giovane, quanto promettente, ha agevolato un processo di espansione della realtà virtuale a macchia d’olio. Basti pensare a Facebook Spaces, Facebook 360 o al recente Oculus Go. Proprio perché c’è bisogno di una sana competizione che possa offrire all’utenza dei prodotti competitivi a livello qualitativo, così negli anni a venire altri grandi protagonista dell’industria proveranno a sfondare sulla piazza, consolidando le dinamiche del mercato e regalandoci delle sorprese uniche.

Per chi non si ricordasse, Facebook tese la mano al mondo della realtà virtuale nel lontano 2014, investendo all’inizio un somma di tutto rispetto di 2 miliardi di dollari; cifra che ora è cresciuta del 50%. Grazie alla mano vigile del colosso, Oculus ha trovato il giusto coraggio e un’ambizione tale da preservare la propria posizione nel mercato, offendo al pubblico dei prodotti di ottima qualità. I primi a beneficiarne sono stati gli utenti su PC, che hanno potuto mettere le mani su Oculus Rift, uno dei visori di maggiore qualità del settore ad oggi, arrivando sino al freschissimo Oculus Go, visore standalone uscito nel corso di questo 2018. Luckey, nella sua intervista a Wired, afferma dopotutto il suo punto di vista sulla realtà virtuale: “Tante persone insistono che il problema sia insito nel prezzo, ma se la VR di oggi fosse avanzata come quella presente in Matrix, il prezzo non sarebbe mai un problema. Sarà necessaria una giusta combinazione tra un software e un hardware migliori. Ora come ora anche la gratuità non è sufficiente per la maggioranza delle persone“. C’è bisogno di credere nella VR, e dobbiamo far si che ci siano le giuste prospettive per un futuro sempre più roseo. E parlando di Facebook? In retrospettiva, come detto in precedenza, Palmer crede che l’acquisto di Oculus da parte di Facebook sia stato un dono più che un evento sfavorevole: “È stata la cosa migliore che sia mai capitata all’industria della realtà virtuale. Ha mosso miliardi di dollari negli investimenti verso le altre startup“. E voi, ritenete che il mercato moderno sia nato dalla marea scatenata dalla mossa di Facebook o credete che servano altri protagonisti nel futuro della VR?